Questa settimana è stata piuttosto densa di fatti che hanno portato movimento nella politica italiana, Sicuramente al primo posto c’è la missiva della diplomazia vaticana contenente le critiche al disegno di legge Zan in discussione al Senato. Sono arrivati poi i tanto attesi risultati delle primarie del Centrosinistra che a Roma vedono l’ex ministro Gualtieri vincente. Poi nel Centrodestra continua la trattativa per unire Forza Italia e Lega con un’interessante indiscrezione dalla famiglia di Silvio Berlusconi.
La Santa sede boccia il DDL Zan: contiene limiti alla libertà
È una notizia che ha fatto molto rumore questa settimana. Grazie al Corriere della Sera è uscita la lettera che la diplomazia vaticana ha inviato all’Italia il 17 giugno e dove si chiede di rivedere alcuni aspetti del disegno di legge Zan contro l’omolesbotrasfobia e abilismo, approvato dalla Camera e fra pochi giorni in aula al Senato.
La missiva recita come il DDL Zan andrebbe contro il Concordato che vige nei rapporti fra Chiesa e Stato italiano. A preoccupare il Vaticano sono i limiti che il DDL Zan imporrebbe alle scuole cattoliche e alla libera espressione dei fedeli. Due accuse subito contrastate dall’onorevole Alessandro Zan, autore del progetto di legge, il quale ha ricordato come il testo non violi nessuna libertà costituzionale ma semmai ne tutela l’espressione.
Il dato che non può sfuggire è come lo Stato del Vaticano stia esercitando pressioni su uno Stato laico nel suo iter legislativo democratico. Infatti non si tratta di una critica episcopale a una legge promulgata ma a una proposta di legge che sta vivendo un percorso travagliato e un acceso scontro politico.
Non si è fatta attendere la reazione degli oppositori della legge Zan Salvini e Meloni i quali hanno colto la palla al balzo per chiedere un confronto fra le forze politiche. Tiepido il commento di Enrico Letta che ha bisticciato con Twitter nell’affinare la sua reazione. A caldo il segretario del PD aveva mostrato tutta la sua vicinanza alla Chiesa dichiarando di voler leggere la lettera; per poi cambiare posizione qualche ora dopo ribadendo pieno sostegno al progetto di legge.
Non si può non notare l’ingerenza pesante da parte di un altro Stato nell’iter legislativo e politico del nostro Paese. La missiva vaticana mette una pietra tombale a una possibile discussione, o almeno così dovrebbero comportarsi i sostenitori del DDL Zan approvandolo velocemente senza alcuna modifica. La reazione del Presidente del Consiglio Mario Draghi offre un potente assist alle forze politiche che adesso devono esercitare il loro ruolo laico senza condizionamenti.
In questo momento, qualsiasi virgola o punto tolto dal testo, rappresenterebbe un passo indietro in favore del Vaticano. Da questione su cui si poteva discutere il DDL Zan si è trasformato in una questione di principio e emblematica per lo Stato laico. La politica deve tirare fuori il nervo, andare in Senato e approvare il testo anche a costo di cercare i voti uno a uno. Se persisterà invece lo stile “lettiano” potranno accadere due cose: o si riaprirà il tavolo con chi in realtà vuole svuotare la legge, oppure il testo sarà portato nelle cantine di Palazzo Madama per cause di forza vaticana. Due eventualità molto imbarazzanti per lo Stato italiano.
Primarie del Centrosinistra: a Roma si celebra la crisi della politica che ancora nessuno vuole vedere.
Sono arrivate i risultati delle primarie del Centrosinistra per la scelta dei candidati sindaci di Bologna e Roma. Un evento molto atteso nel quale, a Bologna era in gioco la segreteria Letta salvata dalla vittoria di Matteo Lepore; a Roma era attesa la conferma di una crisi politica di proporzioni cosmiche poi di fatto arrivata con la vittoria di Roberto Gualtieri. Un risultato talmente citofonato che questo pezzo lo avrei potuto preparare a maggio e sarebbe stato ancora attuale.
A ottobre i romani si troveranno a dover compiere una scelta ardua emblema dello stato comatoso della politica capitolina. La scelta sarà fra Raggi, sindaco uscente del Movimento Cinque Stelle; Gualtieri, candidato catapultato del Centrosinistra; Calenda il meccanico di Roma che vorrebbe aggiustare la città come si salverebbe un’azienda e Michetti: a breve gemello siamese di Giorgia Meloni che lo scarrozzerà in giro per la città nel tentativo di confondere i romani su come lui in realtà sia lei.
La battuta è scontata, riscaldata al microonde ma fotografa bene la situazione di Roma: ce po’ salvá solo Totti.
Che si sarebbe votato a Roma era prevedibile più o meno come i trentasei gradi a Ferragosto. Il sintomo di una politica sbrindellata è l’assenza di candidati preparati, allenati e con una proposta di città che suggerisca un percorso politico. A parte la Raggi, che però non gode di una reputazione ottimale, sono candidati tirati fuori dal cilindro in un gioco di prestigio venuto male.
È questo lo scenario politico di Roma: un panorama che non ha niente a che vedere con quello che la città offre e che la politica dovrebbe coccolare, mantenere e curare. Ancora non c’è la percezione della crisi del sistema politico, esploderà a ottobre con un botto per il quale saranno necessarie le cinture di sicurezza.
Partito unico nel Centrodestra: i figli di Berlusconi non vedono l’ora
Una curiosità radente la cronaca rosa di questa settimana è l’indiscrezione che vedrebbe i figli di Silvio Berlusconi molto felici per l’idea di creare un partito unico del Centrodestra. Interesse improvviso per la politica? Assolutamente no: è probabile infatti come i figli del Cavaliere, imprenditori e manager, vogliano liberarsi di Forza Italia per non averla in eredità un futuro.
Non bisogna perlustrare gli anfratti della politica italiana per sapere come Forza Italia sia Silvio Berlusconi e nient’altro. Tutti i tentativi fatti per trovare un successore sono falliti. Lo stesso Tajani, il coordinatore, è una personalità tiepida che non offusca il capo sempre pronto a tirare la zampata patriarcale. Ma si sa che alla natura non è possibile resistere. Marina e Pier Silvio non ne vogliono sapere di badare all’ennesimo delfino del padre una volta che questo sarà in altre faccende affaccendato. Così l’idea di Matteo Salvini gli consentirebbe di allontanarsi ancora di più dalla politica senza troppi sensi di colpa.
A parte Marina e Pier Silvio che stanno per trovare sollievo rispetto a una loro discesa in campo, la politica italiana ha molte questioni da affrontare. Se Roma ormai è persa e quando se ne accorgeranno sarà sempre troppo tardi, il DDL Zan non contempla errori o sbavature pena la reputazione stessa della politica.