Dal 25 al 27 settembre, nella sua XVI edizione, si svolgerà a Udine il festival Vicino/Lontano, rimandato a causa del lockdown e riadattato alle esigenze sanitarie attuali.
All’interno del Festival, nel corso di tre giornate si terranno incontri con studiosi, giornalisti e intellettuali, oltre che dibattiti e presentazioni editoriali, tutte volte ad analizzare da punti di vista differenti i processi di trasformazione odierni a livello economico, sociale, culturale e geopolitico e ad esaminarne i significati e le prospettive.
Perché Vicino/Lontano?
“Vicino” e “lontano” non sono soltanto indicatori geografici e multiculturali di una situazione planetaria che deve ormai bruciare le distanze e avvicinare i mondi, comparare le diversità dei discorsi, siano essi economici o filosofici, sociali o esistenziali, alla ricerca di una lingua comune o che possieda qualcosa di comune in grado di orientarci un poco nello spaesamento generale. “Vicino” e “lontano” vorrebbero essere anche una bussola individuale, appunto la condizione critica che ha a che fare con ciascuno di noi e che pone a ciascuno la difficoltà di “abitare la distanza”, insomma – se ci riuscissimo – di non restare schiacciati e inerti sotto il peso della logica mediatica e omologante.
(Pier Aldo Rovatti, filosofo, membro del comitato scientifico)
Passione
“Abbiamo scelto il tema della passione – è stato spiegato – perché per cercare di leggere i tempi complessi che stiamo vivendo c’è bisogno di una rivoluzione emotiva, per trovare nuovi modi di vivere, convivere e condividere”.
L’edizione 2020 del festival propone “passione” come parola chiave che attraverserà come filo conduttore tutti gli eventi programmati, riflettendo la necessità di un cambiamento nei modi di vita e convivenza sul pianeta, sotto il punto di vista del rispetto dell’ambiente, della geopolitica, dell’ambito socio-economico e psicologico.
Proponendo nuove vie per uscire dai luoghi comuni che escludono una comprensione profonda degli eventi che ci circondano, i relatori analizzeranno possibilità diverse, motivanti e propulsive che possano disinnescare i meccanismi limitanti a cui spesso affidiamo la lettura di ciò che accade.
Declinata nelle sue diverse forme, la parola passione verrà spiegata e discussa da numerosi ospiti: la passione identificata con l’impegno politico, la passione “civile”, quella per il sogno europeo, la passione per l’io e il diffuso individualismo, la passione per il cibo. Inoltre, lo spettacolo teatrale “Se non avessi più te” affronterà il tema delle passioni malate e della violenza sulle donne. Ulteriori interventi verteranno sul funzionamento neuropsichico delle emozioni, sull’era dell’Antropocene e sull’economia circolare.
Il Premio Terzani: “Il naufragio delle civiltà” di Amin Maalouf
Durante l’ultima serata del festival verrà consegnato il Premio Terzani allo scrittore libanese Amin Maalouf per il suo saggio “Il naufragio delle civiltà” (La nave di Teseo, 2019), considerato meritevole dalla giuria per il modo in cui esprime costernazione e compartecipazione rispetto alla degenerazione dei rapporti tra i popoli del Medio Oriente.
Nel saggio, l’autore analizza le cause e le colpe della tragedia che ha colpito i popoli del mondo arabo, sterilizzandone il pluralismo creativo che ha contribuito in modo fondamentale allo sviluppo della stessa cultura Occidentale con la matematica, l’astronomia, la medicina, l’architettura e le arti.
Maalouf tenta di spiegare come lo sfociare di queste civiltà in atteggiamenti di intolleranza e violenza rappresenti un “naufragio” che ha dirette conseguenze sull’intera umanità. Una deriva apparentemente suicida che in nome della religione e dell’identità sfocia nel razzismo, nelle guerre e nel terrorismo.
Maalouf rievoca un mondo perduto nel quale le diverse civiltà del Levante si incontravano in un fertile intreccio di fedi e culture, che ora appare come un sogno lontano. Sul piano globale, la compromissione di questi rapporti ha avuto una forte risonanza, alimentando la diffusione di diffidenza, odio e paura dell’“altro”, di uno spettacolo di intolleranza e regressione morale.
“Le luci del Levante si sono spente – scrive Maalouf – e l’oscurità si è diffusa in tutto il pianeta”.
La lucida indagine dello storico comprende le colpe dell’Occidente che, focalizzato sulla difesa dei propri interessi regionali, dovrebbe preoccuparsi del mantenimento dei rapporti della regione mediorientale per preservarne la fertilità e i benefici culturali che potrebbe trarne.
Il saggio di Maalouf si inserisce criticamente nel quadro del mondo odierno nel quale è evidente l’incapacità delle nostre società e dei governi di gestire la diversità che accompagna la globalizzazione e che crea la sensazione di un imminente naufragio.
Scelto anche per questo dalla giuria, il saggio dello storico è in linea con l’opera e il pensiero di Tiziano Terzani, a cui è dedicato il premio letterario.
“Il nostro mondo, che dicono globalizzato, è invece fatto di molte province, di tante culture diverse. Tiziano Terzani con il suo lavoro di giornalista ha saputo davvero creare quel ponte tra le diversità e le differenze che poi dà modo anche agli altri di capire il mondo, un mondo che cambia velocemente e drammaticamente. Tiziano Terzani lo ha potuto fare perché sapeva guardare, i suoi occhi sapevano guardare nel modo giusto. E per questo Tiziano Terzani è stato un vero, importante testimone del nostro tempo. In tanti scrivono. Oggi siamo sommersi da un diluvio di parole, ma poco di quello che viene scritto rimarrà.”
(Ryszard Kapuściński, in occasione del primo incontro della giuria il 5 dicembre 2004)
Durante la serata di premiazione, Maalouf dialogherà con la giornalista di RadioRai 3 Anna Maria Giordano e il direttore di Limes Lucio Caracciolo interverrà, nel sottofondo della musica di Tosca, artista eclettica e appassionata cultrice delle musiche popolari del mondo, che saprà restituire al pubblico la profonda vocazione di Tiziano Terzani ad essere cittadino del mondo.
“Questi ultimi sono stati per tutti noi un tempo di dolore e angoscia,- ha affermato Maalouf in occasione dell’assegnazione del premio- dunque interpreto questo annuncio come un segno che la vita sta tornando. Ora più che mai abbiamo bisogno di credere nella letteratura e nell’arte, nel libero dibattito delle idee e nell’uguale dignità di ogni essere umano. È rimanendo fedeli a questi valori – ha concluso – che onoreremo il nome di Tiziano Terzani”.
Sulla linea della necessità di un cambiamento e ripensamento dei rapporti internazionali, Vicino/lontano aderisce alla campagna “Siamo tutti Patrick Zaky” lanciata dall’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. La sagoma di cartone che lo raffigura, disegnata da Gianluca Costantini, occuperà per tutto il festival un posto in prima fila nella chiesa di San Francesco.