Tsunami Democràtic è spuntato in rete lo scorso 2 settembre, raccogliendo il favore di partiti e realtà politiche favorevoli alla causa indipendentista catalana.
L’esordio pubblico.
Nella giornata di ieri, 14 ottobre, Tsunami Democràtic è venuto alla luce in tutta la sua essenza in occasione dell’annuncio della sentenza del “proces”. Il Tribunal Supremo spagnolo ha condannato a pene da 13 a 9 anni di carcere dodici leader indipendentisti catalani colpevoli di sedizione e di provocazione di rivolte pubbliche contro le autorità.
Il 14 ottobre ha rappresentato l’esordio pubblico del gruppo, con il blocco dell’aeroporto di Barcellona: migliaia i turisti “imprigionati” nella struttura, centinaia hanno cercato di raggiungerla a piedi quando tutte le strade ed i mezzi per arrivarci sono stati boicottati, cancellati più di cento voli. Nel giro di poche ore, la capacità mobilitante e motivante del gruppo ha smosso migliaia di persone a fomentare una crisi generale nello Stato spagnolo destinata a durare per molto tempo. Tsunami Democràtic raccoglie le voci del popolo e le canalizza nelle strade.
Chi c’è dietro?
Dietro Tsunami Democràtic c’è una rete di indipendentisti che vuole portare avanti gli intenti del 1 ottobre 2017, mettendo in contatto persone che non si conoscono ma con un obiettivo comune. Include sia semplici cittadini mossi da un senso patriottico sia chi fa capo ad un partito politico. Non ci sono leader né portavoce, anche se ieri in rete girava un video con protagonista l’allenatore calcistico Pep Guardiola in un messaggio di sostegno alla causa indipendentista.
Lo strumento di raccolta più efficace risulta essere sempre la rete e, difatti, Twitter e Telegram sono i canali di istruzione scelti dal gruppo per comunicare con gli aderenti alla causa. In particolar modo, il 14 ottobre, è stata creata un’applicazione specifica per organizzare le rivolte, per accedervi serve solo che qualcuno già in possesso dell’app fornisca un QR code, così da essere introdotti nel gruppo da un “garante”.
Qual è lo scopo?
Ciò che Tsunami Democràtic si è fissato come obiettivo è la disobbedienza civile non violenta con azioni di pressione capaci di raggruppare le masse in punti nevralgici. È fondamentale per il gruppo non superare mai la sottile linea che separa l’azione determinata dalla violenza. Ecco perché la maggior parte delle mobilitazioni si basa su blocchi di strade, linee ferroviarie e infrastrutture strategiche. Gli esponenti dei partiti e gli attivisti conoscono le attività che il gruppo prepara ma non le dirigono, né agiscono in simbiosi.