Partiamo con un titolo “tosto” e facciamo delle premesse doverose: The Cat Lady non è un gioco adatto a tutti, sia per lo stile del gioco che per gli argomenti trattati; ciò nonostante, se piace si viene presi dall’inizio alla fine e sarà difficile staccarsi dallo schermo.
Saremo calati nei panni di Susan Ashworth, una normalissima donna di mezz’età se non per il fatto che sta vivendo un periodo di depressione profonda: infatti il gioco inizierà con lei che commette suicidio.
L’esperienza parte con una mazzata, emotiva e visiva. Se già è abbastanza triste che il protagonista si tolga la vita come prima azione, ci penserà l’atmosfera a rincarare la dose. La prima cosa che vediamo sono i colori cupi distesi su una grafica minimale che ci introduce lo stile visivo del gioco, utile nel trasmettere l’angoscia al giocatore. La grafica non è solo resa visiva ma è un’arma a doppio taglio: questo gioco è un esempio perfetto di come una grafica scarna che a primo impatto potrebbe sembrare “brutta” possa invece essere un grosso punto di forza, se inserita nel contesto giusto.
La seconda cosa che impariamo in The Cat Lady è il gameplay: il nostro personaggio si può muovere solo a destra o sinistra. Si può creare interazione con gli oggetti e accedere al proprio inventario grazie alla frecce “su” e “giù”. In effetti, The Cat Lady è un’AG atipica, infatti il gioco non è un “punta e clicca”, ma si usa la tastiera e il movimento è ridotto al minimo poiché la grafica è bidimensionale: questa scelta non è casuale, perché insieme al già citato stile grafico rende opprimente l’esperienza. Infatti, la mia prima emozione una volta iniziata l’esplorazione del gioco è stata una leggera claustrofobia .
Una volta familiarizzato coi comandi, ci renderemo conto che ci troviamo in una sorta di limbo: il paesaggio è naturale ma evidentemente irreale. Ad esempio, camminando ci potremo ritrovare in un luogo che avevamo lasciato alle spalle. Dopo aver capito che non siamo noi giocatori ad essere scemi ma che lo scenario gioca con i nostri sensi, avremo l’inizio vero e proprio della trama, dopo il quale mi fermo per non rovinare il resto della scoperta. Incontreremo una vecchia signora, che con un dialogo ambiguo ci farà capire che rappresenta la Morte e ci spiegherà perché Susan non è morta: fare da giustiziera per eliminare dei soggetti pericolosi nello stesso mondo che aveva deciso di rifiutare. E qui inizieranno i guai!
Come avevo anticipato, in The Cat Lady già dall’inizio si vede cosa ci porterà a vedere questo gioco e perciò potrebbe non essere agibile per chiunque: il minimalismo che vi ho descritto, i temi toccati e soprattutto il MODO in cui verranno presentati, possono essere disturbanti. Sia chiaro, tutto ciò è puramente psicologico, data la povertà grafica; le poche cose che si vedono che possono dare fastidio non possono davvero turbare a causa del mancato realismo, punto di forza del titolo ma allo stesso tempo rischio maggiore.
La trama di The Cat Lady è originale ed intrigante e toccherà svariati temi riguardanti la condizione della vita umana, tutti dallo sfondo cupo ovviamente. Inoltre, parallelamente alla storia che viviamo nel presente, avremo modo di ricostruire la vita di Susan tramite flashback e dialoghi, portandoci ad inquadrarla meglio e a capire il motivo della situazione in cui la troviamo inizialmente. Questo gioco ha opzioni multiple all’interno dei dialoghi con altri personaggi ed alcune volte dovremo dare risposte che non conosciamo neanche noi. Ciò ci farà capire che stiamo (parzialmente) plasmando noi stessi alcuni aspetti della protagonista.
Anche se atipica, questa è un’AG, perciò un elemento chiave che non può mancare è la risoluzione di enigmi. Quelli che incontreremo qui non sono particolarmente difficili, anche se personalmente ho fatto un po’ fatica in alcuni casi: la maggior parte sono abbastanza intuibili e seguono un filo logico, altri si discostano leggermente e bisogna avere un po’ di fantasia.
Una cosa che non mi è piaciuta, a discapito sia di trama che di enigmi, è che spesso ci troveremo in situazioni “oniriche” e sarà difficile a volte capire cosa è effettivamente successo e cosa si svolge solo nella mente della protagonista. Certo, un gioco che scava nei recessi dell’animo e cerca di mostrare quanto sono contorti i pensieri delle persone non è un aspetto totalmente negativo. Ma a me piace la chiarezza, mi piace CAPIRE e quando questo non succede mi lascia un po’ perplesso. Sia chiaro: le metafore e le ambiguità, tantomeno in certi giochi, sono essenziali ed efficaci se ben proposte, ma la difficoltà qui è proprio capire cosa è metafora/realtà e cosa no. Insomma, mi piace la chiarezza nella presentazione di una determinata situazione o scelta di sceneggiatura.
Infine, come da prassi, in un gioco che ti lascia ampia scelta nelle decisioni presenti in meccaniche quali i dialoghi per esempio, ci saranno più finali a cui assistere, in base alle nostre scelte e alla capacità di influenzare gli altri personaggi presenti. Ciò è positivo per la riuscita di una buona trama lasciandoti incuriosito di sapere come poteva finire e perciò spingerti a rigiocare.
Concludo dicendo che questo “The Cat Lady” mi è piaciuto molto ed è decisamente promosso: ovviamente, le sue caratteristiche lo rendono molto peculiare e perciò non tutti lo potranno apprezzare: i “casual” potrebbero non trovarlo interessante. Mentre lo consiglio vivamente ai fan delle Avventure Grafiche e a chiunque apprezzi l’immersione e l’esperienza data da un buon connubio tra storia e atmosfera.
In sintesi:
Pro:
– Trama
– Atmosfera azzeccatissima
– Gameplay ridotto all’osso che non può risultare ostico
Contro:
– Non consigliato a chi è particolarmente sensibile a certi temi
De gustibus:
– La grafica contribuisce largamente alla riuscita dell’atmosfera e a trasmettere il senso di angoscia perenne, ma può risultare fastidiosa e/o noiosa
Voto: 4/5
Articolo a cura di:
Giacomo Lorenzi