Star popolare sul celebre social Tik Tok, l’influencer egiziana Mawada Eladhm è stata arrestata lo scorso venerdì con l’accusa di violazione dei valori e dei principi familiari della società egiziana oltre che di utilizzo di social network per incitare alla trasgressione di quei valori.
Oggi avrebbero dovuto rilasciarla dopo i quattro giorni standard di fermo, per portare avanti le indagini del caso ma sabato, secondo i giornali egiziani, le autorità hanno richiesto ed ottenuto il prolungamento della detenzione per ulteriori quindici giorni.
Innocente recidiva
Elahdm ha più di tre milioni di followers su Tik Tok e più di un milione e seicento mila su Instagram, oltre ai trecentomila iscritti al suo canale YouTube. Recentemente, su Instagram, Elahdm aveva postato un video in cui intervistata un nutrizionista e uno in cui augurava felice Ramadan. Su Tik Tok aveva condiviso un video in cui guidava un’auto costosa e ballava in una tutina da squalo. Tutti video abbastanza comuni per gli utenti del social, nessuno che violi le norme della morale pubblica. Tanto che le stesse autorità non hanno saputo indicare un video specifico a cui fanno riferimento le accuse.
L’arresto non è, però, una novità. Era già accaduto il 29 marzo, quando l’influencer aveva postato un video in cui violava il coprifuoco istituito dal governo egiziano per il Covid-19. Già quella volta, la detenzione aveva suscitato dubbi negli egiziani: il governo può arrestare tutti coloro che infrangono il coprifuoco?
La morale non si tocca…
Il governo egiziano pare essere solito ordinare arresti per artisti, scrittori, blogger, influencer con l’accusa di violazione della morale pubblica. Lo scorso 21 aprile, per citare un caso più recente, la star di TIk Tok, Haneen Hossam era stata tratta in arresto per aver incitato alla dissolutezza il suo milione e passa di followers con un video. Qui la ragazza avrebbe consigliato ai suoi followers di fare amicizia sul web postando contenuti e condividendoli liberamente con sconosciuti. Il 9 maggio avrebbe dovuto lasciare la prigione, ma l’accusa ha ottenuto il prolungamento della detenzione per altri quindici giorni.
In molti casi, i personaggi pubblici che hanno destato scandalo sono stati semplicemente ammoniti o multati, ma quando si tratta di donne, l’arresto sembra essere l’epilogo più comune. Era toccato nel 2015 a due danzatrici del ventre che pubblicando un loro video si erano macchiate del reato di incitamento alla lussuria. Per loro ci furono sei mesi di prigione da scontare
…ma se sei un calciatore…
La tutela dei valori e della morale nelle piattaforme social pare essere un obiettivo focale per il governo egiziano, eppure quando la scorsa estate il calciatore egiziano Amr Warda fu accusato di molestie sessuali sui social, non si andò oltre il biasimo generale. Decine di donne pubblicarono gli screenshot delle indecenti parole che il calciatore aveva rivolto loro ma, a parte essere allontanato dal team nazionale in occasione dell’African Cup 2019, non seguirono detenzioni né arresti per il giovane sportivo. Si trattava anche di un caso di recidività: nel 2017, infatti, Warda era stato cacciato dal team portoghese CD Feriense per aver molestato sessualmente le mogli di due compagni di squadra. Episodi che furono presto dimenticati, lasciando che il calciatore andasse a giocare nella squadra greca Atromitos.
Un premio, se si considera che la squadra gioca nella serie A greca, ovvero la Super Liga Ellada.
Margherita Sarno
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