Se sei nostalgico ami il mare. Sarà per quel movimento delle onde di andare e tornare.
Andare e tornare.
In un moto ipnotico e cadenzato.
E cos’è il nostalgico se non uno che vive in costante moto ondoso tra presente e passato?
Se sei nostalgico, il desiderio di tornare ti consuma. Come le onde del mare che sbattono sempre sullo stesso scoglio cambiandone la forma: lo sciabordio lo culla e lo assopisce mentre l’acqua lo scalfisce. Così la nostalgia di quello che non c’è ti anestetizza mentre ti divora. E mentre tu pensi a conservare i ricordi e a riviverli nella tua testa, non ti accorgi che il mondo intorno continua a girare, si veste di nuovo. E tu hai i panni smessi e logori del passato che ti stanno stretti.
Se sei nostalgico starai già pensando, smosso da queste poche righe, di andare al mare, in questo momento. Ma non quel mare a cui tutti ambiscono: quello da natiche bronzee e lettini fin sopra la battigia. Non è l’odore di olio di cocco quello che la tua mente sta cercando ora nella memoria. È più un profumo salino, di alghe e sirene. È un orizzonte pulito quello a cui sta guardando. Nel mio orizzonte ideale c’è sempre anche la curva sinuosa del Vesuvio che accarezza l’acqua prima di tuffarsi nelle viscere profonde della mia terra. Sono dettagli soggettivi: ciascun nostalgico ha la propria idea di paradiso. Ma qualunque essa sia contemplerà una visione, un suono, un odore che si può ricondurre al mare.
Se sei nostalgico e vivi lontano dal mare, ti stai spegnendo dentro. Poco a poco la tua fiamma si dissolve: ogni minuto lontano dal mare è un pezzo di te che la terra sta divorando. Siamo fatti di acqua salata e quella dolce ci arrugginisce gli ingranaggi. Sei un prigioniero con le manette liquide. Sei un condannato a morte che si avvia alla forca e ad ogni passo sente più vicino l’odore del sonno eterno.
Se sei nostalgico il mare è il tuo specchio e ti serve per guardarti dentro. La sua calma è la tua calma. Le sue tempeste sono le tue tempeste. La sua memoria è la tua memoria. E forse ti piace tanto perché in fondo, le acque non dimenticano. La superficie si mescola alla profondità come vorresti mescolare tu passato e presente.
Se sei nostalgico ami il cielo ma non quanto il mare. Il cielo è sempre là: magari si nasconde dietro nuvoloni minacciosi o non si fa guardare accecandoti con i raggi più splendenti. Ma è là. Sempre là. Se sei nostalgico preferisci il mare perché ti serve qualcosa che ti possa mancare. Per continuare a farti male. Per torturarti ancora un po’ e per dirti che quello che era è meglio di quello che è.
Se sei nostalgico ami il mare. E se ami il mare quasi sicuramente sei nostalgico. Ti manca qualcosa, lo cerchi nel passato mentre il futuro si avvicina pericolosamente e le braccia cristalline del mare ti sembrano improvvisamente più sicure di qualunque passo tu possa fare sulla terra ferma.
Se sei nostalgico probabilmente sei triste e il mare ti cura.
Se non sei nostalgico, guarda il mare e lo diventerai.
Margherita Sarno
LEGGI ANCHE:“Poi vorrei…”: qual è la prima cosa che faremo quando tutto sarà finito?