Due giorni per due sensibilità opposte. Salvini si prende la piazza della sinistra mentre Matteo Renzi costruisce una casa per ciò che ad oggi sembra non esistere
Nel fine settimana che ci mettiamo alle spalle si sono fronteggiati due eventi politici rilevanti. Sabato Matteo Salvini ha radunato il popolo del centrodestra in Piazza San Giovanni a Roma; Matteo Renzi ha tagliato il nastro della sua Italia Viva alla decima edizione della Leopolda.
I fans dell’uno e dell’altro appuntamento rabbrividiranno ma i due eventi hanno un elemento in comune. I due Matteo -Renzi e Salvini- hanno utilizzato questo fine settimana per riaffermare la propria leadership. Matteo Salvini lo ha fatto fingendo di coinvolgere Berlusconi e Meloni, Renzi più onestamente ha radunato il suo “popolo” di camice bianche nel luogo in cui il renzismo iniziò. Lo ha fatto sicuramente con più libertà e più autonomia dando vita, stavolta sì, a un appuntamento politico.
L’appuntamento carbonaro della Leopolda nel suo decimo anniversario si trasforma nell’evento di presentazione della creatura di Matteo Renzi. Italia Viva è ufficialmente nata: ne è stato presentato il simbolo scelto online fra tre proposte ed è stato dato il via all’atto costitutivo.
Se è vero come la Leopolda 10 sia stato il battesimo di Italia Viva appare strano come non siano cambiati i metodi di accesso alla manifestazione. L’appuntamento politico di Matteo Renzi è sempre su accredito e sempre a porte sigillate.
Elemento non proprio in linea con lo spirito che dovrebbe avere la presentazione di un nuovo partito. Ci si aspetterebbe bensì un evento aperto, inclusivo, disponibile ad ascoltare persone diverse, che non siano le stesse che, da ruoli politici di alto rango, hanno scelto di aderire a Italia Viva.
Troppa uniformità per essere un momento fondativo. Troppa auto referenzialità per un momento nel quale si è formata la spina dorsale di un nuovo partito.
Volendo subito caratterizzare la creatura di Matteo Renzi la si potrebbe definire come un partito d’élite costituito dai ceti alti della società. Un partito con un appille nelle ZTL delle città che per questo inizia il proprio percorso già con un limite. Nel momento in cui la politica sembra rivolgersi ai ceti popolari con accenti più radicali, Matteo Renzi si propone come il leader di un centro che ad oggi non sembra esistere.
Un fine settimana denso di contenuti da conservare per future analisi. Mentre la sinistra sembra impegnarsi per tornare a parlare ai ceti popolari di cui Matteo Salvini sabato si è proposto come interprete, Matteo Renzi avanza come un treno nella creazione di una rappresentanza per ciò che non c’è più. Sarà tutta benzina nel motore del suo omonimo?