perché cambridge english
Cultura

Perché scegliere Cambridge Assessment English: l’esperienza di 8 professionisti italiani

Tempo di lettura: 3 minuti

Se nella vita di tutti i giorni, e in particolare in un periodo come quello in cui stiamo vivendo, la conoscenza dell’inglese può essere particolarmente utile per guardare serie tv inglesi e americane in lingua originale — in attesa di poterla mettere in pratica nei prossimi viaggi all’estero —, nel mondo del lavoro la padronanza della lingua è fondamentale sotto moltissimi punti di vista, primo fra tutti quello economico.

Come evidenziato dal Rapporto Internazionale 2020 sulla Competenza dell’Inglese nel Mondo di Education First (EF, a questo link), infatti, più è diffusa e approfondita la conoscenza della lingua inglese e più cresce il Pil del paese, oltre che il reddito personale del singolo.

La situazione in Italia

In Italia la strada da fare è ancora lunga, considerato che il Belpaese risulta al 30esimo posto (su 100 Paesi analizzati) per la conoscenza della lingua inglese, ma, oltre a questi, ci sono anche dati confortanti.

Secondo la ricerca diffusa dalla scuola di inglese online ABA English, infatti, il 26% degli italiani studia inglese da oltre dieci anni e la maggior parte di loro lo fa per motivi di lavoro. Non solo, 9 italiani su 10 sostengono che il livello linguistico richiesto sul lavoro sia aumentato negli ultimi anni, tanto che 1 persona su 4 ha dovuto sostenere un test per ottenere un impiego. Secondo la ricerca, inoltre, l’80% degli intervistati dichiara che l’inglese è la lingua attualmente più richiesta dalle aziende, mentre il 60% afferma di utilizzarla già sul posto di lavoro.

Per cambiare rotta, preparare al meglio gli studenti e per valorizzare ulteriormente il “sistema Italia” nel mercato internazionale, negli ultimi anni il nostro sistema scolastico e accademico ha cercato di concentrarsi sull’incremento delle competenze linguistiche degli allievi. Una strategia, questa, che darebbe i suoi frutti anche nel placement occupazionale, aumentando così le chance di sviluppo professionale a livello trasversale in tutti i settori lavorativi.

A dimostrazione dell’importanza dell’inglese nel mondo del lavoro, Cambridge Assessment English, che da oltre 80 anni opera come ente certificatore della lingua inglese nel nostro paese, ha raccolto le storie di 8 professionisti italiani, impegnati dentro e fuori i confini nazionali, che sono riusciti a dare una svolta al proprio percorso professionale scommettendo su loro stessi e scegliendo di migliorare le proprie competenze linguistiche puntando su esperienze all’estero. Tanto studio e certificazioni Cambridge Assessment English, per cogliere al volo nuove opportunità di crescita e successo che li hanno portati ad entrare in realtà internazionali come ad esempio Lamborghini, Deloitte, Treedom, DAZN, Stellantis.

Perché scegliere Cambridge Assessment English?

Tra queste c’è anche Tatiana Bazzi, 32 anni, International Sales Manager per Treedom, un’azienda nata a Firenze che si occupa di piantare alberi nel mondo, rivolgendosi a clienti di diverse tipologie. Tatiana è parte del team di vendita degli alberi e si occupa delle partnership corporate destinate alla creazione delle foreste aziendali, lavorando quindi in un contesto internazionale.

«Mi occupo di clienti per i mercati Europa e mondo: la maggior parte delle attività che svolgo sono in inglese, scritto e parlato, ma anche la lingua comune del mio team è l’inglese, perché anche i colleghi sono stranieri, non solo i nostri clienti. I miei genitori mi hanno sempre spinta e spronata a studiare inglese e per questo ho fatto diverse vacanze studio estive, ma lì l’approccio con i madrelingua non era semplicissimo. A parte questo, direi che però è grazie alla mia passione per le serie tv (per vederle subito prima che venissero tradotte) che ho deciso di migliorarmi. La mia storia con Cambridge è legata alle scuole superiori: ho fatto tre certificazioni in tre anni. Il grande miglioramento l’ho visto soprattutto con il First: con il test sullo use of English ho fatto un salto verso l’inglese più colloquiale, da vita vera. Dopo la certificazione, mi capitò di accompagnare un architetto in Cina in una missione di cooperazione internazionale, al termine della missione dovevamo fare una presentazione in inglese, ma, nel momento di incontrare i nostri interlocutori, mi passò la palla, dicendomi di presentarmi perché lui non se la sentiva.  Mi mandò proprio allo sbaraglio, senza nessun preavviso, ma per fortuna ero preparata e me la cavai più che bene. Adesso sto cercando di crescere ancora, in particolare nel mio business English».

Il consiglio di Tatiana Bazzi: fruire di tutto quel che è audiovisivo in inglese e viaggiare – non appena sarà di nuovo sicuro farlo – anche in paesi in cui l’inglese non è la prima lingua.

a cura di
Nicola Di Giuseppe
LEGGI ANCHE – Come scegliere un corso di inglese online: 5 aspetti da tenere in considerazione
Ti sei perso il “Cronache di un Borderlain” di questo mese? CLICCA QUI

Leave a Response

Nicola Di Giuseppe
Un’anima straniera in un corpo napoletano, sognatore a tempo pieno e artistoide a tempo parziale. Si ciba di parole e arti visive, mentre viaggia, scopre nuove culture e tifa Napoli. Ogni tanto, poi, cerca di vincere il fantacalcio.