É bastata una tornata di elezioni amministrative per svelare il saloon del PD che non vedeva l’ora di avere un pretesto per iniziare ad impallinare Elly Schlein.
PD, Elly Schlein: una carriera infognata fra i proiettili
Non è importante se Elly Schlein non abbia avuto voce in capitolo sulle amministrative. Il segretario del PD è lei e la debacle ricadrà su di lei.
Solo chi non conosce il tessuto di cui è composto il Pd può pensare che la caccia al segretario sia iniziata dopo i pessimi risultati delle amministrative. Niente affatto: il mirino su Elly Schlein è puntato sin dal secondo dopo la chiusura dei gazebo delle primarie. Perchè questo è il destino dei segretari del PD: essere logorati sin dalla loro elezione, mentre hanno ancora il salatino nell’esofago. E Schlein non fa differenza.
In realtà qualcosa di diverso Elly Schlein ce l’ha: ha scalato il partito da non iscritta rovesciando il voto degli iscritti con quello degli elettori del Centrosinistra che, pagando due euro, hanno potuto votarla. Un peccato originale molto grande che equivale ad un tiro a segno appiccicato sulla schiena. Non è bastato indicare Bonaccini presidente del partito: ruolo prestigioso ma anche no, che comunque non può saziare le correnti moderate e riformiste alle quali, purtroppo per Schlein, i risultati stanno dando ragione.
Trasformare un partito moderato di Centrosinistra in uno di Sinistra è una missione impossibile. Tanto più se i primi dati reali di consenso sono alquanto scarsi. Poco importa se il voto amministrativo è influenzato da molti fattori locali, è pur sempre un elemento in più in mano alle correnti avversarie di Schlein.
C’è però un errore che il segretario sotto attacco non deve fare e che purtroppo Schlein ha già commesso: spostare l’attenzione non affrontando i pistoleri che l’hanno presa per una sagoma da poligono.
In una recente diretta Instagram infatti, il segretario PD è tornata a parlare dei temi nazionali, degli impegni parlamentari chiudendo forzatamente la pagina delle amministrative. Non è chiusa per niente quella pagina, tutt’altro: sta alimentando il fuoco che Schlein ha sotto la sedia e scappare non è certo la soluzione migliore.
PD: fallito alle amministrative, si pensa ad un’ammucchiata per le europee?
Sempre nella stessa diretta Schlein fa un passaggio dal quale si capisce come brancoli nel buio. Dice ovvero che il PD ha capito che da solo non basta.
Concetto che prelude a qualcosa di già visto nella calda estate dello scorso anno: l’ammucchiata con cui Enrico Letta voleva sconfiggere il fascismo alle porte.
A sgamare Elly Schlein è stato Conte che le ha risposto con una secchiata d’acqua gelata avvisandola su come non basta fare numero per vincere.
In politica la somma non fa mai il totale. Qualunque calcolo matematico non potrà mai evitare il passaggio obbligato della costruzione di un’identità politica riconoscibile e spendibile nella dialettica quotidiana con la maggioranza.
Se Elly Schlein pensa che basti stare immobili in attesa che il vento da Destra smetta di soffiare, il PD tornerò maggioranza fra vent’anni. In una democrazia l’opposizione risponde palla su palla alla maggioranza, con continui rovesci in campo, non in tribuna. Solo così l’opinione pubblica percepirà l’esistenza di un’alternativa.
Il PD non ha ancora un’identità, Schlein fatica a disegnarne una perchè è nella perenne ricerca di accondiscendere ad ogni corrente. La sua radicalità, arma vincente alle primarie, è sistematicamente annacquata da discorsi inconsistenti. Come di chi si rende conto di non essere a casa propria.