“Padroni di Sabbia – Reportage dalla città più abusiva d’Italia” è il nome del libro-reportage del giornalista e scrittore Salvatore Minieri.
Il reporter campano, le cui importanti e numerose inchieste hanno portato a scandalose scoperte (e diversi procedimenti penali) in tema di ecomafie e gli sono costate le spiacevoli attenzioni del malaffare non solo campano, nel nuovo lavoro offre una cronaca consapevole di eventi misteriosi, di anni roventi, di un sud Italia la cui realtà non abbisogna di artifici letterari per sconfinare nella fantasia. “Storie nere“, come lo stesso autore ama definirle.
In questo lavoro editoriale Salvatore Minieri analizza i fatti e gli eventi che portarono alla creazione di una vera enclave della famiglia Coppola, imprenditori potentissimi che scipparono allo Stato chilometri di spiaggia e mare.
Padroni di Sabbia
Il rapimento drammatico del figlio del costruttore Coppola, rivendicato dalla camorra e da mai meglio specificati “gruppi armati”. Il rilascio del giovane, con le firme occulte di Raffaele Cutolo, della Massoneria e l’aiuto di banche potentissime, per l’erogazione del riscatto.
Una misteriosa Fiat Cinquecento imbottita di miliardi, in viaggio verso il Lazio. Torri giganti, con fondamenta nel mare, rubato all’Italia, per farne un privatissimo feudo inespugnabile.
I quartieri più belli d’Europa, costruiti sulle spiagge che erano di tutti i cittadini, prima di essere recintate con mura e punti di vedetta paramilitari. Le villette più esclusive delle vacanze italiane, oggi diventate banlieue così pericolose da non potersi nemmeno avvicinare, se non mantenendo una distanza di sicurezza. Un sindaco, costretto a vestirsi da spazzino, per entrare in un villaggio abusivo, interamente protetto da guardie private e persone armate.
Democrazia Cristiana, Mafie, Logge segrete, ministri infedeli, imprenditori pronti a investire cifre da capogiro: tutto per mettere in piedi la cittadella estiva più scintillante del Mezzogiorno italiano; tutto per devastare chilometri di costa, con milioni di metri cubi di cemento. Per costruire Villaggio Coppola, è stato spazzato via un pezzo millenario – tra i più importanti in assoluto – della storia meridionale.
Oggi, la città sul mare è il più grande slum di clandestini africani e di altre mille etnie. I clan nigeriani, i Casalesi, le sanguinarie organizzazioni mafiose dell’Est europeo: tutti hanno scelto questo posto, per creare il più spaventoso fortino dell’illegalità europea.
E pensare che era sorto per essere “Paradiso per l’uomo”, come assicuravano enormi cartelli pubblicitari, piazzati sulle sterminate spiagge di Castel Volturno.