Benvenuti ad un nuovo appuntamento con RecenSara, la rubrica di cinema a base di recensioni che esplora il mondo delle piattaforme streaming alla ricerca di prodotti, vecchi e nuovi, da consigliarvi (o sconsigliarvi).
Finalmente tutti gli episodi di “Nine Perfect Strangers“ sono disponibili su Prime Video e, come promesso, RecenSara è tornata per la recensione definitiva.
Ci eravamo lasciati con parole di delusione: troppi personaggi sviluppati in maniera un po’ superficiale, poco coinvolgimento emotivo e una Nicole Kidman monoespressiva per nulla convincente.
Nonostante si possa tranquillamente dire che i dubbi e le domande generate dai primi episodi abbiano ottenuto una risposta in quelli finali, l’opinione finale sulla serie è tutt’altro che positiva.
ATTENZIONE: da qui in poi potreste trovare spoiler, siete stati avvisati.
Affrontare il lutto
Sicuramente la trama è l’elemento più intrigante e più interessante. Con il procedere degli episodi la confusione iniziale lascia spazio alle risposte. La figura misteriosa di Masha si disvela piano piano fino a rivelare il vero motivo che l’ha spinta a creare Tranquillum House. Al centro c’è l’elaborazione del lutto. Anche Masha, come alcuni suoi ospiti, ha perso una persona cara e anche lei non riesce ad accettarlo e ad andare avanti. Anche lei, come i suoi clienti, ha bisogno di una guida in questo percorso: gli ospiti stessi che si immergono totalmente nelle assurde dinamiche della struttura, affidandosi completamente alla “santona” Masha.
Il risultato è un finale che si costruisce su un crescendo emotivo che riesce, in parte, a riscattare la carenza degli altri episodi.
Troppi episodi
Sulla carta “Nine Perfect Strangers” potrebbe essere tranquillamente la serie dell’anno. Storia intrigante e cast stellare però non bastano. Se nei primi episodi il problema principale era il poco tempo per gestire la grandissima quantità di personaggi, la situazione si ribalta procedendo verso la fine. Dal quarto episodio infatti l’attenzione si concentra sempre di più su alcuni degli ospiti, essenziali per la prosecuzione della narrazione. Gli altri con le loro storie assolutamente inutili a livello di trama vengono lasciati a margine del racconto e usati per ritardare le rilevazioni finali.
Così la serie, che si sarebbe potuta tranquillamente concludere tre episodi prima, disperde tutto il suo potenziale. La sensazione finale è di sfinimento: lo spettatore intuisce tranquillamente qualsiasi tipo di colpo di scena e passa il resto del tempo ad attendere la fine.
Troppi personaggi (inutili)
Nella precedente recensione avevamo già parlato della difficoltà nel gestire il gran numero di personaggi principali. Con i primi quattro episodi avevamo iniziato a conoscere i personaggi e le loro diverse storie. L’aspettativa delle ultime puntate era quella di vedere queste sottotrame intrecciarsi sempre di più tra loro e con la trama principale, magari andandole anche ad approfondire meglio.
La serie invece preferisce concentrarsi solo su un paio, che vengono effettivamente esplorate molto più a fondo, e di abbandonare quasi totalmente tutte le altre. Così la coppia di giovani sposi in crisi, la scrittrice, l’ex giocatore di football e il giornalista vengono lasciati sullo sfondo. Per questo motivo le loro personali conclusioni sembrano affrettate e soprattutto non del tutto giustificate.
Bel cast e ottima colonna sonora
Una lode finale però è da fare alla colonna sonora. Le musiche di Marco Beltrami e Miles Hankins si inseriscono perfettamente nell’atmosfera di Tranquillum House, soprattutto nella scena dell’allucinazione collettiva.
In conclusione, “Nine Perfect Strangers” tradisce le aspettative, risultando troppo ambiziosa e a tratti lenta. Un applauso però va a singoli interpreti che hanno saputo portare sullo schermo performance credibili e intense (eccetto Nicole Kidman, purtroppo).
VOTO: 2/5
RecenSara vi dà appuntamento a lunedì prossimo con una nuovo recensione. Alla prossima!