Che il Napoli potesse incorrere in un’annata storta – dopo anni ad alti, altissimi livelli – se lo aspettavano in tanti e, forse, qualcuno se lo augurava. Nessuno però poteva prevedere un annus horribilis per il Napoli di Gattuso.
Al giro di boa il Napoli di Gattuso è undicesimo in classifica (avete letto bene), a pari punti con la modesta Udinese ed a undici lunghezze dal quarto posto occupato dalla scintillante Atalanta di Gasperini. Il primo posto, invece, ha una distanza siderale: Meno 24 punti dalla Juventus di Maurizio Sarri. Un’enormità se si pensa agli obiettivi di inizio stagione quando gli azzurri dell’ex tecnico Carlo Ancelotti partivano con l’intenzione di lottare per lo scudetto.
Il cambio in panchina che ha visto l’addio di Carlo Ancelotti, tornato in Inghilterra sponda Everton, con l’arrivo di Gattuso all’ombra del Vesuvio non ha sortito gli effetti desiderati al momento. Almeno per quanto riguarda l’aspetto pratico. Tre sconfitte contro Parma, Inter e Lazio, ed una vittoria in quel di Sassuolo. Ci si poteva aspettare di più dal Napoli di Gattuso? Forse, ma la realtà dice altro. Al di là dell’aspetto tattico l’allenatore calabrese è chiamato a ricostruire il morale di una squadra ormai fragile, mentalmente e capace di auto flagellarsi, come dimostrano le sei fantozziane reti subite tra Parma, Inter e Lazio.
Napoli: la ricerca della normalità
Il futuro del Napoli si chiama normalità. La squadra deve ritrovare serenità e deve tornare a fare le cose che sa fare. L’impresa più ardua del tecnico calabrese sta proprio in questo: ridare un volto ed un’anima a questa squadra apparsa troppe volte arrendevole e, come detto, fragile. Gli arrivi dei due centrocampisti Demme e Lobotka vanno proprio verso questa direzione. L’ex capitano del Lipsia darà sostanza e qualità al centrocampo azzurro, mentre Lobotka può ricoprire più ruoli e potrebbe far rifiatare Allan nel ruolo di mezzala difensiva.
Questo però potrebbe non bastare. La compagine partenopea dovrà essere brava a calarsi in una nuova dimensione fatta di palle sporche e gomiti alti. Tutti dovranno lottare, sudare e dare il 101% per la maglia per non trasformare un’annata storta in un annus horribilis che potrebbe assumere contorni drammatici per i colori azzurri.
L’obiettivo a breve termine per il Napoli di Gattuso è portare quanti più punti in cascina nel più breve tempo possibile. Anche perché, è giusto sottolinearlo, la zona retrocessione dista meno punti (dieci) della zona Champions. L’incubo è ancora lontano, ma guai a prenderlo sottogamba.
Quale futuro per questo Napoli?
La sensazione è che ci troviamo di fronte all’anno zero per i colori azzurri. E non solo per quanto riguarda l’aspetto sportivo, con tanti calciatori a fine ciclo pronti a dire addio alla maglia partenopea. La sensazione è che la stessa gestione targata De Laurentiis sia arrivata al capolinea.
E non per demeriti del produttore cinematografico. Il patron azzurro ha limiti finanziari difficilmente colmabili con questo genere di gestione societaria. in soldoni, la società non può permettersi il salto di qualità che proietterebbe gli azzurri verso l’elitè dei top club europei. Se dovesse arrivare la giusta offerta, probabilmente, il numero uno azzurro potrebbe questa volta vacillare.