Ci hanno tenuto compagnia nei duri mesi di lockdown; ci hanno spinto a tornare a casa quando eravamo liberi di uscire per guardare nuovi episodi; sono diventate una passione per chi non ne era un estimatore e sono rimaste un piacevole intrattenimento per chi ne faceva già incetta. Sono le serie tv.
Solo nel 2021 sono state prodotte 344 nuove serie. Certo, non tutte visibili nel nostro Paese, non tutte consigliabili, non tutte degne di essere viste oltre il primo episodio. Ma sono proprio tante.
Noi di Borderlain ci siamo attenuti a quelle che si possono contare sulle dita di due mani e vi consigliamo le migliori serie che abbiamo visto nel 2021.
Ted Lasso (Apple TV+, 2020 – in corso)
(Nicola Di Giuseppe)
Un coach di football americano viene assunto per allenare una squadra di calcio britannica, l’AFC Richmond. Una premessa banale, direte, per una commedia come tante. E invece no.
Ted Lasso è certamente una serie leggera, fatta di battute e momenti divertenti, ma che riesce a far ragionare su tematiche ben più drammatiche oltre il calcio e l’amicizia. Io stesso ne sono rimasto stupito quando mi sono immedesimato grazie all’attore Jason Sudeikis, l’interprete del protagonista.
Non è un caso l’incetta di premi (tra cui l’Emmy e il Golden Globe) fatta dalla serie nel 2021.
Strappare lungo i bordi (Netflix, 2021)
(Sara Tocchetti)
Un anno fa Michele Rech, in arte Zerocalcare, portava i suoi esperimenti animati che raccontavano la quarantena a Rebibbia a “Propaganda Live”. Strappare lungo i bordi è arrivata un mese fa sulla piattaforma Netflix e la gente ancora ne parla. Perché? Perché i suoi flussi di coscienza riescono a farci ridere e riflettere nello stesso momento, con una semplicità disarmante.
“Però è pure vero che volevo guardà ‘na serie, non fà psicoterapia, li m******i tua”.
Squid Game (Netflix, 2021)
(Mattia Passariello)
Squid Game ha conquistato una vastissima fetta di pubblico a livello internazionale e meritatamente. L’originalità della serie coreana non sta tanto nei temi trattati, che messi insieme raccontano in realtà dell’essenza che muove l’azione dell’uomo non soltanto contemporaneo (la lotta per la sopravvivenza, il potere, il rapporto con altri esseri umani) e di ciò che quest’ultima determina (vincitori e vinti, morte, legami traditi). Piuttosto è degno di attenzione, oltre che terribilmente efficace, il modo in cui tutto ciò ci viene brutalmente ricordato. Il ricorso al simbolismo ludico e i richiami anche cromatici ad un mondo infantile si fondono infatti con il calcolo e con la disperata spietatezza che può essere propria soltanto del mondo adulto.
L’effetto pugno allo stomaco non è immediato, ma cresce puntata dopo puntata fino a diventare sempre più scomodo, ai limiti dell’ingestibile.
Come vendere droga online (in fretta) (Netflix, 2019-2021)
(Pietro Colacicco)
Tra le piacevoli scoperte di quest’anno c’è Come vendere droga online (in fretta). Iniziata a guardare dopo la solita, estenuante, ricerca tra i titoli Netflix (che spesso e volentieri si traduce in un nulla di fatto), mi ha accompagnato per qualche giorno nella calura di un agosto trascorso al Sud Italia.
Il prodotto ideato da Philipp Käßbohrer e Matthias Murmann è tratto da una storia vera: un ventenne di Lipsia, scoperto nel 2015, aveva creato un business milionario vendendo droga online. Nella serie lo conosciamo col nome di Moritz Zimmermann, un ambizioso nerd (termine utilizzato con accezione positiva, come dice lui stesso nei primi episodi) che inizia a spacciare droga sul dark web per dimostrare a se stesso – e alla sua ex – di valere più di coloro che, a scuola, sono ritenuti “fighi”. Moritz decide di coinvolgere anche Lenny, l’amico di sempre che in questo tipo di attività intravede la possibilità di guadagnare abbastanza soldi per curare il tumore da cui è affetto.
Come vendere droga online (in fretta) è un prodotto che, nonostante tratti tematiche non propriamente leggere, non si prende mai veramente sul serio. Anzi, sono diversi i momenti di puro divertimento che la visione di questa serie può regalare.
The Office (NBC, 2005 – 2013)
(Sara Najjar)
The Office segue le vicende di alcuni dipendenti di un ufficio che lavorano alla Dunder Mifflin, azienda che si occupa della vendita della carta.
Non è la migliore serie che ho visto, ma sicuramente è diventata una delle mie serie comfort. Certo, è problematica come serie e oggi forse non sopravvivrebbe, ma è riuscita lo stesso ad entrarmi nel cuore. In un mondo social dove si vedono persone fare lavori straordinari, è bello ricordarsi che si vive anche così: con lavori ordinari abitando nella propria città natale.
Fino all’ultimo battito (Rai, 2021)
(Federico Feliziani)
Una serie che ci ha tenuto svegli e trepidanti sui nostri divani, Fino all’ultimo battito per la regia di Cinzia TH Torrini racconta la storia di Diego Mancini (Marco Bocci), primario di cardiochirurgia all’ospedale di Bari con una moglie e due figli.
Una vita che rasenta la perfezione fin quando in ospedale arriva un cuore pediatrico perfetto per risolvere il problema cardiaco del figlio più piccolo. Ma il figlio di Diego Mancini è solo secondo in lista trapianti, dopo una ragazzina in attesa dello stesso organo.
L’occasione però è troppo importante per Diego, che finalmente potrebbe dare una vita normale a suo figlio; allora ruba un vaccino dalla farmacia dell’ospedale e lo inietta alla prima della lista così da farle salire la febbre rendendola non operabile.
Il gesto di Diego però arriva alle orecchie del boss locale. Da quel momento la vita perfetta di Diego entra in un vortice che lo farà diventare prigioniero del suo segreto.