Retroscena rivelano come Matteo Renzi abbia già deciso di staccare la spina a Conte
L’incertezza in questi giorni è tanta. Forse però è solo apparente e Conte deve davvero iniziare a fare i bagagli. A farlo pensare è un retroscena secondo cui Matteo Renzi sarebbe pronto a fare cadere l’esecutivo subito dopo l’approvazione della legge di bilancio.
Nei giorni scorsi i toni non si sono attenuati, tutt’altro. Matteo Renzi tiene il punto invitando Conte a sbarazzarsi della task force per il Recovery Fund. Il senatore ha disertato anche l’appuntamento per la verifica di governo previsto per ieri perché il ministro Bellanova -esponente di Italia Viva- si trovava in missione a Bruxelles.
Sembra quindi delinearsi un’agenda piuttosto succulenta che non ci farà annoiare durante le vacanze natalizie in lockdown. A quanto pare Renzi ha impostato il timer per la fine dell’anno quando si dovrebbe votare il bilancio 2021. Dopo? Matteo Renzi troverà un pretesto per affossare il governo. Facile individuare quale arma userà: ne ha dato un’ampia anticipazione nel suo ultimo intervento in Senato.
Qualcuno vocifera come sia soltanto questione di poltrone. Trovata una giostra su cui far divertire Matteo Renzi la crisi potrebbe rientrare. I fatti però fanno pensare altro: ovvero che sul Recovery Fund Renzi non scherzi e voglia davvero avere voce in capitolo. D’altronde il suo carattere non sopporta essere in ombra: pretende l’occhio di bue sempre puntato addosso. Peculiarità che non va d’accordo con un presidente del consiglio che, gioco la gestione dell’emergenza pandemica, sta occupando tutto il palcoscenico.
Cosa attendersi dal futuro? Questa è la domanda ridondante. Escludendo la collocazione di Matteo Renzi alla guida di un ministero, si fanno sempre più frequenti le voci di un governo guidato da Mario Draghi. Prospettiva che però non tiene conto dell’assenza di un sostegno parlamentare. Un governo dell’ex governatore della Banca Centrale Europea sarebbe infatti un esecutivo tecnico che si troverebbe a gestire i 209 miliardi del Recovery Fund. Che differenza ci sarebbe allora con la task force voluta da Conte? Pressoché nessuna.
Tanto più che nessuna forza politica si può permettere di ripetere l’esperienza di un governo tecnico con il compito di assumere scelte politiche.
Ecco perché le urne sembrano davvero a un passo. Rimane sempre il mistero su quale sarebbe il guadagno politico di Matteo Renzi, leader di una forza che con i’attuale sistema elettorale rimarrebbe senza rappresentanza parlamentare. A meno che i colloqui avuti con Matteo Salvini non portino davvero a un cambio area di Italia Viva approfittando dello spazio amministrato dal tiepido Tajani.
Federico Feliziani
Leggi anche: “Caduta del governo: nessuno si salva da solo, tranne Conte“
Non hai ancora letto il Cronache di un Borderlain di questo mese? Clicca qui