Presso la Casa dei Tre Oci a Venezia una mostra retrospettiva di oltre 200 fotografie racconta il lavoro di Mario De Biasi, fotoreporter italiano con una carriera molto intensa alle spalle.
Inaugurata lo scorso 13 maggio e aperta fino al 9 gennaio 2020, Mario De Biasi. Fotografie 1947-2003 ripercorre l’intera produzione del fotografo, dagli esordi della collaborazione con la rivista Epoca fino agli ultimi lavori.
Un fotografo “spericolato”
Mario De Biasi inizia a fotografare intorno agli anni Cinquanta, grazie a un manuale di tecnica fotografica ritrovato tra le macerie di Norimberga, dove era stato deportato come radiotecnico.
Di origini bellunesi, De Biasi ha intrapreso la carriera da fotoreporter effettuando servizi fotografici in vari paesi, incaricato di immortalare gli eventi storici dell’epoca, tra i suoi reportage spiccano per interesse quello sulla rivolta in Ungheria del 1956, i ritratti di star del cinema come Brigitte Bardot e Sophia Loren, le foto della prima spedizione sulla luna e dell’eruzione dell’Etna del 1971.
Alcuni incredibili servizi testimoniano l’ostinazione di De Biasi, come quello fatto in Siberia con temperature sotto i 65 gradi e alcuni dei suoi innumerevoli viaggi, in particolare a Hong Kong, in Sud America e in India. L’ultima sezione si concentra sull’amore per la natura, resa in foto attraverso un linguaggio quasi poetico.
Perché dovunque s’incontra la vita s’incontra la bellezza. Basta guardarsi attorno per vederla: anche in una foglia, in un sasso, in un balcone fiorito. Anche nei riflessi in una pozzanghera.
Poco prima della sua morte, avvenuta nel 2013, gli viene conferito il Premio alla carriera dall’AIF, per il modo in cui è stato capace di raccontare i grandi eventi della sua epoca, così come le piccole e invisibili realtà che ha incontrato nel corso della sua vita.
Il percorso espositivo
Nel percorso espositivo le fotografie si trovano disposte per sezioni, a cominciare dalla serie dal titolo Gli italiani si voltano. Qui il soggetto principale sono le diverse figure maschili che, incuriosite dalla sua figura, si girano a guardare l’artista circense Moira Orfei.
La serie di fotografie successiva si intitola L’Italia che rinasce, narrazione fotografica di un paese da ricostruire dopo il ventennio fascista.
Poi si può osservare il servizio sulla rivolta di Budapest, che al tempo acquistò fama internazionale per l’approccio particolarmente intrepido con cui l’evento venne immortalato. De Biasi diede dimostrazione del suo coraggio non soltanto in quell’occasione, facendo un altro servizio di fotografie particolarmente suggestive della fredda Siberia. Nella stessa sala, si possono osservare gli scatti dell’Operazione Luna, dedicati al viaggio nello spazio dell’Apollo 11.
All’ultimo piano della mostra si trova una serie di ritratti di personalità famose al Festival del Cinema di Venezia, fotografati in modi particolarmente originali, e infine diversi scatti che testimoniano la visione di Mario De Biasi sul mondo, come se fosse una tavolozza di tinte infinite che vanno celebrate.