Il governo Conte bis provoca una metamorfosi nei due alleati maggiori. Un’amalgama che sembra istituzionalizzare i Cinque Stelle e far seppellire l’ascia di guerra al Partito Democratico
Abbiamo un nuovo governo, si è insediato Giovedì scorso e con lui una nuova maggioranza giallo-rossa sta prendendo corpo. A dire il vero questo dettaglio lo verificheremo solo fra Lunedì e Martedì quando, il governo Conte due, andrà a chiedere la fiducia in Parlamento. Sarà questo il momento di solidificazione della maggioranza giallo-rossa fin qui solo annunciata.
Le incognite sono molte. Ad esempio: tutto il Movimento Cinque Stelle si allineerà alla nuova stagione? L’intero Partito Democratico riuscirà a superare un’irritazione di fondo verso questo governo votando compitamente? Il maestro di coerenza Carlo Calenda avrà qualche influenza sui gruppi parlamentari Dem? Il Senatore Matteo Renzi riuscirà a superare come dice il rigetto verso coloro che oggettivamente lo hanno attaccato pesantemente scendendo perfino sul piano personale?
Le incognite sulla rappresentazione in Parlamento della maggioranza giallo-rossa ci sono, sono molte e avranno una certa importanza nell’inizio della settimana entrante.
Nell’attesa dei numeri della nuova maggioranza giallo-rossa si inizia a percepire un cambio del clima nel rapporto fra i neo alleati. Per Articolo Uno non ci sono novità: andava sostenendo da tempo la fattibilità di un dialogo con i Cinque Stelle. La vera novità sta nei rapporti fra il Partito Democratico e i pentastellati. Da un giorno all’altro sembrano passati anni. Da un lato il PD accetta molte delle caratteristiche del Movimento da sempre oggetti di critica; dall’altra i Cinque Stelle stanno mutando lo stile nell’approccio alle istituzioni. La Senatrice Paola Taverna ad esempio nella puntata della trasmissione “In Onda” su La7 di Giovedì scorso ha esordito con un atteggiamento istituzionale inedito suscitando stupore nel sostenere la maggioranza giallo-rossa.
Forse quanto sostenuto provocatoriamente dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni trova un riscontro. I Cinque Stelle stanno diventando il tonno nella scatoletta che desideravano aprire. Mettendo da una parte il motivo propagandistico, l’affermazione di Giorgia Meloni ha un fondamento. E’ evidente come il Movimento Cinque Stelle stia perdendo la sfrontatezza che lo ha caratterizzato in tutti questi anni. Si sta istituzionalizzando imparando un nuovo comportamento secondo il quale ad esempio in una democrazia parlamentare è normale che i governi nascano in Parlamento attraverso la costruzione di maggioranze. Non solo: il Movimento Cinque Stelle si sta accorgendo di come sia importante un’amalgama nei contenuti del programma di governo.
E’ tuttavia interessante notare come, se da una parte per il Movimento Cinque Stelle sta affrontando una crescita, dall’altra potrebbe fargli perdere le caratteristiche che lo hanno portato ad ottenere un alto consenso. Il rischio, detto in altre parole, è quello di perdere fette di elettorato che non si sentono rappresentate da una forza politica “tranquilla”. Potrebbe così verificarsi una trasmigrazione dell’elettorato più focoso verso la Lega di Matteo Salvini che si posiziona come contenitore della lotta anti establishment pur con tutte le contraddizioni del caso. Lo stesso Salvini annuncia la sua presenza in piazza durante la costituzione della maggioranza giallo-rossa.
Fra pochi giorni si inizierà a capire se la maggioranza giallo-rossa porterà davvero qualcosa di inedito n questo Paese. Ci sarà da capire però se, nonostante i tifosi e i detrattori, l’alleanza fra Cinque Stelle e PD soddisferà gli elettorati di riferimento a tal punto da nuove strade da percorrere nelle diverse elezioni locali alle porte.