Il 2020 è stata un’annata difficile. Abbiamo dovuto assistere all’imperversare di una malattia che ha costretto tutto il mondo all’immobilità e ha portato le persone a lottare agonizzanti per un briciolo d’aria. Abbiamo visto la nostra normalità venire stravolta e ci siamo riscoperti fragili e banalmente mortali.
Noi di Borderlain.it crediamo che per affrontare ogni mese di questo 2021 appena iniziato, sia necessario (e salvifico) avere con noi un compagno di viaggio speciale: un libro. Con questo intento nasce la rubrica Borderbooks, che mese per mese conterrà 10 consigli di libri secondo determinate tematiche.
Il Borderbooks di Gennaio è dedicato a 10 libri che rappresentano, secondo la nostra redazione, un’occasione di crescita.
“Il giovane Holden”, J. D. Salinger, 1951
“Tra le altre cose, scoprirai di non essere stato il primo a sentirsi confuso, e spaventato, e perfino disgustato dai comportamenti umani. Non sei affatto solo, in tutto questo, e scoprirlo sarà emozionante e stimolante. Tanti, tanti altri uomini hanno provato lo stesso turbamento morale e spirituale che provi tu ora. Fortunatamente, alcuni di loro hanno messo quei turbamenti per iscritto. Tu imparerai da loro, se lo vorrai. Così come un giorno, se avrai qualcosa da offrire, qualcun altro imparerà da te. È un magnifico accordo reciproco. E non è istruzione. È storia. È poesia”.
“Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, Enrico Brizzi, 1994
Romanzo di formazione sui generis, “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” ricalca, in parte, l’iconica storia narrata da Salinger di cui abbiamo parlato poc’anzi: Alex è un adolescente che sta vivendo una fase di ribellione e insofferenza rispetto alle regole imposte dai genitori e dalla scuola.
Alex, diciassettenne, ha tanto da imparare e da scoprire dalla vita, che percorre ad ampie pedalate. Alex, ha conosciuto l’amore grazie ad Aidi, più matura, già adulta, capace di guidare idealmente il protagonista fuori dal gruppo, alla scoperta del mondo. Alex in questa storia cresce: nel gruppo, con il gruppo e nonostante il gruppo. Perciò prendete coraggio e quando potete uscite dal gruppo come Jack Frusciante.
“Storia di un corpo” , Daniel Pennac, 2012
“La maggior parte delle nostre paure fisiche sono come i nostri miasmi: le dimentichiamo quando il vento è passato. Pascoliamo nel praticello del nostro trantran e ci immobilizziamo come cerbiatti senza via di scampo non appena il corpo parla.”
È diffusa l’idea che ogni dolore, postura o inclinazione del corpo sia un messaggio che la nostra mente manda, eppure difficilmente le persone si soffermano sull’ascolto del corpo, non notano come cambi nel tempo e come esso veicoli la nostra vita.
In “Storia di un corpo” tutto ciò che avviene durante la vita del protagonista è filtrato attraverso il prisma del corpo stesso. Nascosto dietro il diario apparentemente asciutto delle esperienze fisiche si trova una palpitante vita umana: paure, ansie (superate e non), gioie, perdite e insormontabili dolori. Il libro di Pennac narra con grande sincerità le diverse fasi della vita e tutti i cambiamenti emotivi e fisici che si ripercuotono nella mente e nel corpo, trasformando il fatto privato in un sentimento universale.
“Il silenzio è cosa viva”, Chandra Livia Candiani, 2018
Con questo libro, Chandra Livia Candiani guida nella meditazione e insegna a “seguire i movimenti della nostra mente smettendo di affaccendarci in azioni, pensieri, preoccupazioni per il futuro, ricordi del passato”.
La poetessa spiega, con una delicatezza disarmante, che nella meditazione non si deve dividere lo spirituale dall’ordinario: in questo modo i gesti quotidiani di cucinare, lavare i piatti, telefonare, pulire, leggere possono diventare forme di preghiera. Chandra Livia Candiani ci guida in un percorso di crescita personale e consapevolezza, insegnandoci a stare dentro noi stessi, e trovare dentro tutto ciò che siamo in quel momento la soluzione ai nostri problemi.
L’alchimista, Paulo Coelho, 1988
“Io non vivo né nel mio passato, né nel mio futuro. Possiedo soltanto il presente, ed è il presente che mi interessa. Se riuscirai a mantenerti sempre nel presente, sarai un uomo felice. La vita sarà una festa, un grande banchetto, perché è sempre e soltanto il momento che stiamo vivendo.”
“Il Piccolo Principe”, Antoine De Saint-Exupéry, 1943
“La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica”.
Grandi insegnamenti, atmosfera sognante: per molti “Il piccolo principe”, ormai diventato un classico della letteratura, ha rappresentato un’occasione di crescita. Si tratta di un’opera dolce e poetica, commovente e filosofica. La storia certamente piace ai bambini, attraverso il quale si avvicineranno al mondo della lettura, ma è più che altro un pubblico di ragazzi e adulti il reale destinatario, in grado di decifrare tutte le interpretazioni, infinite e soggettive, che si nascondono tra le righe. Il consiglio è quello di rileggerlo in vari momenti della vita, così che ci si possa rendere conto degli svariati livelli di lettura che offre e delle riflessioni, delicate e profonde, sollevate da Antoine de Saint-Exupéry.
“Tredici”, Jay Asher, 2007
In “Tredici”, Jay Asher racconta un processo senza appelli per le 13 persone che hanno spinto, senza accorgersene Hannah verso il suicidio.
Costruito per sembrare una vera e propria autobiografia, non può lasciare indifferenti, soprattutto perché l’autore è capace di parlare di eventi molto forti quali il suicidio e lo stupro senza mezzi termini. “Tredici” è un monito al rispetto e alla comprensione verso gli altri. Questo libro fa crescere perché spinge a riflettere prima di agire: non possiamo sapere cosa sta passando chi ci è vicino.
“Piccole Donne”, Louisa May Alcott, 1868
Italo Calvino diceva che un classico è un libro che non ha mai finito di insegnare qualcosa. “Piccole Donne”, nonostante sia stato scritto nel 1868, è un libro ancora attuale. Per questo motivo rileggerlo oggi può ancora essere considerato un ottimo modo per riuscire a comprendere come sia cambiato il mondo ma, soprattutto, l’importanza di nutrire e coltivare le proprie aspirazioni e i propri sogni.
L’opera è un romanzo di formazione che narra con delicatezza il passaggio all’età adulta delle sorelle March, ponendo al centro del racconto vicissitudini quotidiane. È al tempo stesso un romanzo educativo: episodi di vita sono usati come strumento per dare veri e propri insegnamenti utilizzando uno stile vivace, mai pedante o didascalico.
“Federico”, Fabio Anselmo, 2018
Fabio Anselmo è un avvocato di Ferrara, titolare di un piccolo studio di provincia specializzato in casi di malasanità. Il 25 settembre 2005 riceve una telefonata che cambierà per sempre la sua vita e quella di molti intorno a lui. Quella mattina Federico Aldrovandi, un giovane studente ferrarese, muore di asfissia posturale in seguito ai colpi ricevuti durante un fermo di polizia.
Federico ha appena compiuto 18 anni. È un ragazzo sereno, sano. Dopo una notte con gli amici, a pochi metri da casa incontra i suoi assassini. Sono poliziotti, e lo ammazzano senza un perché. Il colpevole si fonde con l’autorità. L’avvocato della famiglia Aldrovandi racconta la battaglia umana e processuale che ha consentito di affermare la verità e fare giustizia per Federico. Una storia drammatica, intensa, vera. Un monito per tutti.
“Gridalo”, Roberto Saviano, 2020
Con “Gridalo”, Saviano dona al sé ragazzino una mappa che non ha la pretesa di insegnare nulla, ma quella di aprirci gli occhi sì. Composto da tante storie diverse, l’ultimo libro di Saviano entra di diritto, e prepotentemente, fra i più belli letti negli ultimi anni. “Bello” in senso ampio: perché smuove le viscere, come un pasto indigesto; “bello” come un pugno in faccia improvviso e inaspettato, “bello” come una doccia gelata. Roberto Saviano con la sua capacità di narrare in maniera “figurativa”, parla a tutti noi di chi nella sua vita non ha mai smesso di parlare, anzi, di gridare “che tutto può cambiare”.
“Ti voglio portare al punto dove starà a te perderti” dice Saviano al sé stesso giovane, e perdersi, fra queste pagine, è molto probabile, ma è un perdersi stimolante, perché fa riflettere, apre gli occhi e permette di capire che una strada nuova è possibile quando “la prudenza deve diventare azzardo e la saggezza temerarietà”. Quasi tutti i lettori troveranno una storia che li porterà alle lacrime (di dolore o di rabbia che siano): “Gridalo” smuove le coscienze e fa crescere.