La vera notizia nello scenario del voto del 25 settembre è il divorzio fra Letta e Calenda che rende il Centrodestra ancora più sicuro di vincere.
Letta e Calenda: un accordo deflagrato in pochi giorni
È stata una settimana di rotture e rivendicazioni di posizioni ancora tutte da decidere. Sono bastate meno di quarantott’ore perché si riaprisse il caos nel Centrosinistra.
A scomporre quello che Letta aveva faticosamente messo insieme è stato Calenda: leader di Azione che a “Mezz’ora in più” su Rai Tre ha rotto il patto sottoscritto con Letta pochi giorni prima. I motivi? La troppa distanza con l’ala sinistra della coalizione con cui Enrico Letta ha sottoscritto un secondo accordo.
A ben guardare il tentativo di Letta di tenere insieme tutti stipulando diversai accordi pur di fare massa è sempre stato molto precario. Anche se l’atteggiamento di Calenda stupisce, Azione e Sinistra Italiana nella stessa coalizione avrebbero avuto lo stesso effetto di una Menthos nella CocaCola.
Nel litigio fra Letta e Calenda +Europa di Emma Bonino, da sei mesi unita ad Azione, ha dovuto fare una scelta. Nel caso di Bonino però vale la parola data a Letta e al Centrosinistra pur con tutte le differenze con l’ala sinistra del campo ampio.
La separazione fra Letta e Calenda apre la gara per il terzo polo e non solo
Con il divorzio di Letta e Calenda tutti i sondaggi segnalano come non ci sia gara nei collegi uninominali. Il Centrodestra è dato infatti più che vincente; se con l’accordo Letta-Calenda la situazione sarebbe stata meno certa, adesso i sondaggi non danno più margine.
L’uscita di Calenda sta facendo soffiare aria pesante nel Partito Democratico dove qualcuno vede già il congresso alle porte. In particolare chi si sarebbe trovato più a proprio agio con un’alleanza che guardasse al Centro. È presto per parlare di congresso ma è evidente come alcuni big stiano facendo notare le proprie perplessità ad Enrico Letta.
C’è però una gara parallela che sembra essere iniziata fra Conte, Calenda e Renzi: tutti e tre in lizza per diventare il futuro terzo polo. Se Giuseppe Conte ha scelto di correre in solitaria, Calenda e Renzi si attraggono posizionandosi al Centro dichiarando il desiderio di essere l’ago della bilancia della prossima legislatura. Desiderio non del tutto senza fondamento: in caso di parità fra Centrosinistra e Centrodestra Renzi e Calenda, se supereranno Conte nei consensi, potrebbero essere l’alleato di un governo di Centro estromettendo così la Meloni.
In tutto questo c’è però un grande punto interrogativo: Calenda e Renzi riusciranno a stare insieme ai loro complicati caratteri per più di due giorni?
E questo dubbio continuerebbe una volta in Parlamento perchè, se è vero che Letta e Calenda non avrebbero potuto stare nella stessa coalizione per divergenze politiche, è vero che Renzi e Calenda hanno sempre avuto un rapporto turbolento. Un possibile primo terreno di scontro fra i due potrebbero essere proprio le consulenze che il senatore Renzi dà all’Arabia Saudita su cui il leader di Azione si è sempre detto contrario.