Lella Lombardi
Editoriali

Lella Lombardi: record woman della Formula 1 a tutta velocità contro i pregiudizi

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Il 3 marzo del 1992, la pilota automobilistica italiana Lella Lombardi, imboccava l’ultima curva prima di lasciare per sempre la gara della sua vita. Un cancro la portò via a soli 51 anni.

Un motore al posto del cuore

Nata come Maria Grazia, piemontese d’origine, era divenuta nota con il soprannome di Lella. Una vita trascorsa al volante, demolendo l’antico detto che vuole donne e motori come acerrimi nemici.

Lella con i motori ci andava, invece, molto d’accordo: imparò a guidare già a 13 anni e a 18 lavorava per il padre trasportando carne su un furgone. Aveva un motore rombante al posto del cuore e la voglia di correre era incontenibile: cominciò con i kart per poi passare alle Formule minori, una volta trovato l’appoggio di un manager. Nella Formula 3 del 1968 si classificò seconda, nel 1970 vinse il Campionato Italiano di Formula 850 e l’anno dopo quello della Formula Ford Mexico. Nel 1975 iniziò a gareggiare in coppia con Marie- Claude Beaumont nel World Sportscar Championship ed esordì in Formula 1 con una March Ford sul circuito di Kyalami, Sudafrica.

Record woman

Nel 1975, al Gran Premio di Spagna, si qualificò ventiquattresima, a soli sette secondi da Niki Lauda in pole position. Fu una gara rocambolesca, sospesa al ventinovesimo giro per mancata sicurezza del circuito del Montjuic e ai pochi piloti rimasti in gara fu assegnato il punteggio dimezzato. Lella Lombardi, che in quel momento era sesta su otto concorrenti, prese il mezzo punto storico che fece di lei una record woman.

Ad oggi, infatti, Lella Lombardi è l’unica donna ad aver conquistato dei punti in Formula 1.  Una conquista passata in sordina a causa del caos generale in cui quella gara si era svolta: l’incidente che pose fine alla gara, si tradusse in cinque spettatori morti, falciati dalla vettura di Rolf Stommelen. Il record di Lella rimane ancora imbattuto, nonostante dopo quell’esperienza fece fatica ad ottenere altrettante soddisfazioni in Formula 1, ritornando a gareggiare nel Worlds Sportscar Championship. Nel 1988 si ritirò dalle corse: due anni prima aveva iniziato la sua battaglia contro il cancro. Pur di rimanere vicino ai motori, nonostante le condizioni fisiche, fondò la scuderia Lella Lombardi Autosport, di cui fu team manager fino all’anno prima della morte.

Contro i pregiudizi, a tutta velocità

Anni prima della Lombardi, la pioniera della Formula 1 in Italia, la napoletana Maria Teresa De Filippis, si sentì dire da un direttore di gara: «L’unico casco che una donna deve mettersi è quello del parrucchiere». La De Filippis aveva corso la sua prima gara nel 1958 a bordo di una Maserati 250 ma ciò non fu sufficiente per guadagnarsi la stima dei colleghi. Più recentemente, Giovanna Amati, ha debuttato in Formula 1 nel 1992 come seconda guida ufficiale della Brabham, ma per la sua scarsa esperienza, dopo alcuni test su una Benetton, senza riuscire a qualificarsi, venne sostituita da Demon Hill.

Nonostante la timidezza e la riservatezza che la caratterizzavano, la Lombardi è riuscita ad imporsi silenziosamente in un mondo che ancora oggi resta troppo settario, maschile. In realtà, pare che la ragione che scoraggi la presenza femminile nel settore sia di tipo fisiologico: le sollecitazioni fisiche che il corpo umano riceve nell’abitacolo della F1 sono più facilmente sopportabili dalla costituzione fisica maschile. A questo si aggiunge l’elemento ormonale: il testosterone potenzia i muscoli, gli estrogeni la capacità di carico delle articolazioni. Per reggere la pressione ricevuta in abitacolo da F1, occorre un fisico che sia, in poche parole, sostanzialmente forte. Forse gli abitacoli delle vetture di Formula 1 non conoscono ancora bene le donne. E probabilmente non conoscono la massima di Gandhi «La forza non deriva dalla capacità fisica ma da una volontà indomita.»

Margherita Sarno

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Margherita Sarno
Nata in una domenica di maggio, dedita agli studi linguistici trasformatisi poi in islamici, dopo la laurea diventa giornalista. Scrive per chi ama l’informazione pulita, per chi vuole ritrovarsi nelle parole che evocano sentimenti comuni e soprattutto per chi cerca la compagnia tra le righe.