Il nostro viaggio attraverso libri ambientati in tutt’Italia continua: questo mese ci spostiamo dal nord – visto nella scorsa puntata – al centro. Andiamo a conoscere l’Abruzzo, una terra selvaggia e ammaliante, e lo facciamo attraverso il romanzo di Donatella di Pietrantonio: L’Arminuta.
Un libro da premi, due per l’esattezza, – il Premio Campiello e il Premio Napoli, – che ci parla di maternità, abbandono, sorellanza e molto altro. Dal romanzo è stato inoltre tratto uno spettacolo teatrale. Nel 2020, è uscito il seguito “Borgo Sud”.
Donatella di Pietrantonio
Nata ad Arsita, in provincia di Teramo, si laurea in Odontoiatria all’Università dell’Aquila. Nel 2011 esordisce con il romanzo Mia madre è un fiume, ambientato in Abruzzo e candidato al Premio Strega e vincitore il Premio Brancanti. La sua terra naturale è sfondo ricorrente nei suoi romanzi. La scrittrice è letta in tutto il mondo e si è affermata come vero e proprio caso letterario.
In primavera è caduto il mio compleanno e non se n’è accorto nessuno. (L’Arminuta, Einaudi, 2017 )
L’Arminuta
Nell’Abruzzo degli anni ’70, una giovane fanciulla viene abbandonata per la seconda volta. Affidata agli zii da bambina, all’età di 13 viene “rispedita” al mittente, costretta a farsene ritorno alla famiglia biologica, senza ragione apparente – ragione che per tutto il romanzo cercherà disperatamente di trovare – e così diventa l’ “Arminuta”, la ritornata.
Le due famiglie, così diverse, le appaiono come due mondi distanti, uno assediato dalla povertà e l’altro da un segreto. In entrambi, l’Arminuta non sente di appartenere.
Il romanzo ci fa riflettere su cosa significa essere madre e quando lo si è davvero. E Donatella di Pietrantonio ci svela che chiunque può diventarlo, anche una sorella o una zia.
E a proposito di sorellanza, Adriana, la sorella biologica dell’Arminuta, è la mano che l’accompagna per tutto il romanzo, e a vicenda compensano ciò che i genitori non danno.
Ne vale la pena?
L’Arminuta è un romanzo forte, intenso, che può anche fare male. E per questo ne vale la pena. Di tanti romanzi che esistono, questo ci regala qualcosa di profondo, ci cambia, ci fa riflettere e ci interroga sui noi stessi, sul nostro rapporto con i genitori. La scrittura di Donatella di Pietrantonio è cruda, diretta, circoscrive gli eventi senza appesantirli e enfatizza in modo assoluto la reale potenza delle parole di comunicare qualcosa di difficile in maniera semplice.
Quanto è fuori fuoco?
Abbiamo pensato di inserire questo parametro per discutere dei libri che vi proporremo. Come per la fotografia dove il fuori fuoco non è una misura standard, anche per i libri possiamo vederne diversi gradi. Difatti, ci sono libri più superficiali, altri invece vanno più in profondità. Come abbiamo già visto, per Robert Capa la perfezione era il “leggermente fuori fuoco” e questo possiamo intenderlo come grado di equilibrio per l’analisi dei libri.
Questo romanzo ci offre una prospettiva inedita su una piccola realtà come l’Abruzzo. Una terra che sotto l’uso sapiente del dialetto ci appare rivitalizzata e fiorente. Il dialetto è necessario per esprimere quel mondo provinciale a cui l’Arminuta sente di non appartenere, ma allo stesso tempo offre una cesura importante con quel mondo al di fuori, che la protagonista ha potuto sperimentare, ma che poi l’ha “risputata” fuori, restituendola al proprietario.
Una ragazzina di 13 anni che tutt’un tratto viene rifiutata dalla famiglia in cui è cresciuta non può che essere totalmente fuori fuoco nella concezione di sé e della maternità. Vive il suo abbandono come se fosse colpa sua, e la ragione della restituzione che le sfugge non fa che ossessionarla. Tutto questo per continuare a volere bene ad un genitore che ha scelto di non volerla più, per cercare di giustificarla, perché un genitore sa cosa è giusto e non ci lascerebbe mai di sua spontanea volontà. Ma l’Arminuta si renderà poi conto che anche i genitori sbagliano.
Se ancora non vi abbiamo convinti a leggere questo libro, vi invitiamo ad andare sulla nostra pagina Instagram dove vi leggiamo qualche passo tratto da “L’Arminuta”.
Avete letto altro di Donatella di Pietrantonio? Fatecelo sapere nei commenti o attraverso i nostri canali social. Al prossimo libro, nel prossimo mese!