La fase due è da tempo un obiettivo. Ecco lo strumento che ci affiancherà nel nuovo mondo
Dalle tante parole si sta per passare ai fatti. La fase due sembra alle porte e con essa inizierà la vera convivenza con il Coronavirus. Ci sarà anche uno strumento tecnologico a supportare questa nuova fase. L’app Immuni: un’applicazione per smartphone che servirà a mappare i contagi.
A volerla è stato il governo che ha aperto una collaborazione con il Centro medico Santagostino e Bending Spoons dalla quale è nata Immuni che sarà presto scaricabile gratuitamente su tutti gli smartphone.
Questa app avrà due funzionalità principali. Attraverso il sistema bletooth Immuni traccerà tutti i contatti che vivremo con altre persone così da avere un percorso epidemiologico a cui risalire se si verificassero nuovi casi positivi. Inoltre sarà possibile tenere un diario clinico quotidiano segnando tutti i sintomi avvertiti in modo che sia possibile intervenire preventivamente riducendo così i ricoveri ospedalieri.
L’app è pronta, il governo deve solo scegliere alcuni elementi tecnici come, per esempio, il metodo di archiviazione dei dati prodotti durante l’uso. A chi inviarli e che cos farne. Si sta pensando all’ipotesi che siano i medici di base, affiancati da un centro di elaborazione dati, a ricevere le informazioni prodotte dall’utilizzo dell’app. Ipotesi che metterebbe al centro i medici di famiglia facendoli diventare veri e propri punti di riferimento per la prevenzione.
Un balzo tecnologico molto importante che però nasconde alcune insidie. Una è l’uso volontario dell’app. Potrà infatti scaricarla solo chi lo vorrà. È plausibile quindi come si avranno statistiche non esattamente affidabili perché non tutti i cittadini si connetteranno a Immuni. È anche vero che in Italia non tutti hanno accesso a internet e non tutti utilizzano uno smartphone. Si spera per questo che la percentuale di utilizzo dell’app sia intorno all’80%: dato dei cittadini connessi a internet.
Oltre a questi limiti potrebbe verificarsi uno scontro politico. La Regione Lombardia sta già utilizzando un’app per monitorare l’andamento dell’epidemia da Covid- 19 sul territorio regionale. Se da Roma non arriveranno indicazioni precise su come utilizzare la nuova app, è facile pensare come la Lombardia -già sul piede di guerra nei confronti di Conte- decida di continuare a usare la propria tecnologia creando di fatto un vuoto territoriale.
È auspicabile come questa ipotesi appartenga alla fantapolitica. Roma però dovrà stare dalla parte dei bottoni se spera in un risultato positivo di Immuni.
Fa certamente piacere pensare come l’Italia si stia proiettando verso la telemedicina. Ricordando però come si stia avviando un esperimento in una fase di emergenza nella quale bisogna ridurre al massimo gli ammutinamenti.