In occasione del primo d’aprile affronteremo la trilogia composta da Post Mortem, Still Life e Still Life 2. Ho deciso di portarvi questa trilogia poiché mi ha portato all’esasperazione dato che ogni gioco è peggiore del precedente, dando vita ad un escalation di bruttezza in ambito video-ludico.
Siete pronti? Facciamo un bel respiro e siamo pronti a goderci ogni “bel” dettaglio di questo triptyque de merde.
Post Mortem
Post Mortem è un’AG punta e clicca in prima persona: con il mouse possiamo interagire con l’ambiente e le persone e abbiamo il classico inventario sotto lo schermo dove riporre gli oggetti utili.
Impersoneremo Gustav MacPherson, ex detective che abita nella Parigi del dopoguerra e che ora si paga le bollette tramite la pittura e la sua esperienza in ambito artistico; il gioco inizierà col nostro Gus che si trova a ricevere Sophia Blake, interessata a far luce sul delitto della sorella e del suo consorte mentre si trovavano in un hotel nella già citata città francese. Qui vediamo come funzionano i dialoghi: avremo una o più opzioni su cui cliccare in base alle informazioni in nostro possesso e al momento del dialogo; l’ordine non è importante, le conversazioni finiranno una volta esaurite le nostre opzioni. Il nostro detective, inizialmente riluttante, accetterà l’incarico affidatogli, soprattutto grazie alla promessa di una cospicua parcella. La nostra missione sarà indagare su questo delitto, ma quello che sembra un semplice omicidio si rivelerà come una cosa molto più complicata e dovremo sbrogliare la matassa dei retroscena che verranno presentati.
In realtà, questo Post Mortem è il titolo su cui c’è meno da dire: la storia non è male, abbastanza articolata ma non complicata da seguire. Gli enigmi da risolvere purtroppo spaziano molto in quanto a difficoltà, in generale sono affrontabili, ma il problema è che 3-4 di questi rasentano l’assurdo: o l’indizio non è sufficiente alla risoluzione oppure ci si ritrova a dover andare a tentoni e personalmente non mi diverto a perdere ore di vita su un videogioco se non sono ore di divertimento ma di frustrazione.
Una nota molto positiva è che non c’è un singolo modo lineare per avanzare qui, come ho sperimentato io stesso, ma ne esistono almeno due (non saprei dire se anche di più) e questo è ovviamente ottimo per la trama e per l’esperienza del singolo giocatore, che può essere diversa da quella della maggioranza e personalizzata grazie alla propria attitudine e quindi alle proprie scelte.
Inoltre potremo assistere a tre finali, due che dipenderanno dal nostro comportamento durante la scena finale e uno “vero” che è ovviamente il più difficile da ottenere poiché dipende anche da scelte precedenti. Alla fine dei conti, a parte quando subentrano le difficoltà sopracitate, è un gioco piacevole che può interessare agli appassionati del genere, al contrario dei successivi.
In sintesi:
Pro:
-trama interessante
-più di una possibilità per risolvere certe situazioni
Contro:
-alcuni enigmi sono stati pensati sotto effetto di oppiacei scaduti
Voto: 3/5