La nostra laurea mutilata
La nostra laurea mutilata
Dillo a BL

La nostra “laurea mutilata”

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Questo contributo fa parte della nuova rubrica “Dillo a Borderlain”, che si propone di raccogliere le storie inviate dai lettori.

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E finalmente vedi il traguardo. La fine di un percorso quasi sempre in salita, con poche fermate concesse.
Tirando le somme, è stato un viaggio meraviglioso: gli studi che hai sempre amato, i compagni di università decisamente sopra le righe, gli esami, l’ansia perenne, la gioia di quel fatidico 30 e lode e quella città che ami profondamente. Il tempo scorre inesorabilmente e, quasi senza che tu te ne accorga, arriva la sessione finale di laurea.
“Non ce la farò mai”, il tuo primo pensiero.
“Andrò fuori corso,sicuro.”, il secondo.
Ma poi accade che tutto fila liscio, senza un intoppo, e tu, incredula, carichi il file della tesi sul sito dell’Università.
Respiri profondamente.
Un coro angelico riecheggia in lontananza: ce l’hai fatta. Finalmente. Il peggio è passato, la tesi è la tua, “andrà tutto bene”.
Che ha un che di ironico, perché questa sarà la frase che, a distanza di un mese, leggerai ovunque: giornali, disegni, striscioni. Che cosa sta succedendo nel mondo? E poi arriva la risposta, l’annuncio ufficiale : è pandemia.
È l’11 marzo 2020 e tu conosci il significato di questa parola, l’hai letta un paio di volte in quei libri di storia che tanto ami. Un virus, il Covid-19, si sta diffondendo nel mondo, lasciando dietro a sé una serie di vittime che pare infinita. Il governo italiano annuncia lo stato di lockdown: tutto si ferma, eppure la vita non vuole arrendersi. Ogni sera, come un macabro rituale, ascolti il bollettino al telegiornale che si fa sempre più drammatico, poi arriva l’email del rettore: la discussione si svolgerà online, mentre la cerimonia è annullata.
Questa fotografia è stata scattata la mattina del 9/03/2020. Poche ore dopo, Conte avrebbe dichiarato l’Italia “zona protetta”.
Non sai cosa pensare. Da una parte, ti senti terribilmente in colpa perché fino a pochi giorni fa il tuo unico problema e fonte di stress su questa terra era la tesi, ed ora c’è chi lotta tra la vita e la morte attaccato a un respiratore; dall’altra parte, tu, come tanti altri laureandi, hai atteso e sognato per più di tre anni questo momento ed ora senti l’insoddisfazione di questa “laurea mutilata”.
Ma nessuno ci aveva preparato a questa ondata invisibile che ci ha travolto. E probabilmente sarà difficile stabilire la causa principale di questa tragedia.
Medici, infermieri, oss, la protezione civile e tutti gli altri volontari hanno svolto un lavoro incredibile, mettendo a rischio la loro vita ogni giorno. E per me, privilegiata ragazza di campagna, questo tempo è stato prezioso.
Però, inutile fingere, ogni tanto il mio pensiero ritorna a quella tesi, a quella mancata stretta di mano con la commissione, agli abbracci, ai canti e alle lacrime che sicuramente avrei versato quel giorno.
Un po’ mi si stringe il cuore, ma rimango fiduciosa.
Arriverà anche per noi quel momento, e sarà bellissimo.
Come quando, dopo un freddo inverno, torni a rivedere il mare.
Annalisa Querzola
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