A heart is not judged by how much you love; but by how much you are loved by others.
Il Mago di Oz rivolgeva queste parole all’uomo di latta nel celebre lungometraggio Il Mago di Oz con una giovanissima Judy Garland nel ruolo di Dorothy. Queste sono le parole che il regista Rupert Goold ha inserito nei titoli di coda del suo film Judy, il biopic sulla figura di Judy Garland, uscito nelle sale cinematografiche italiane il 30 gennaio 2020.
Gli ultimi mesi di vita di Judy Garland
Il film ripercorre gli ultimi mesi di vita di Judy Garland, l’enfant prodige che nel 1939, a soli 16 anni, scalò le vette dello star system e si accomodò sull’olimpo hollywoodiano. Judy, 46 anni, ha alle spalle quattro divorzi, è piena di debiti ed è dipendente da alcool e farmaci. La sua inaffidabilità la ostacola, impedendole di trovare degli ingaggi fruttuosi e, di conseguenza, di prendersi cura dei suoi figli. Il suo manager la invita a recarsi a Londra, dove è ancora molto amata, per una serie di concerti. Anche se sul palco continua a portare un’energia unica, Judy è una donna distrutta, emotivamente e fisicamente. Sei mesi dopo quei concerti, Judy Garland morirà, a solo 47 anni, a causa di un consumo prolungato di farmaci.
Chiunque avrebbe ucciso per essere al suo posto
Il film è tratto da un dramma teatrale scritto da Peter Quilter e intitolato End of the Rainbow. Gli ultimi mesi di vita della Garland sono interrotti da piccoli flashback risalenti al periodo in cui l’attrice era sul set de Il Mago di Oz. Grazie a questo espediente lo spettatore viene a conoscenza di come, all’epoca delle grandi case di produzione, le giovani aspiranti attrici, scritturate nella speranza di farle diventare delle vere e proprie star, fossero costrette a rinunciare ad una vita normale. Judy Garland non fece eccezione. Durante la lavorazione del musical di Victor Fleming la ragazza, costretta a mantenere una linea perfetta, fu caldamente invitata ad assumere farmaci per il controllo dell’appetito. La sua dipendenza iniziò in quel momento e la accompagnò fino alla fine dei suoi giorni. Eppure chiunque avrebbe ucciso per essere al suo posto.
Renée Zellweger è Judy Garland
La pellicola strizza l’occhio alla sensibilità dello spettatore che non può evitare di commuoversi di fronte alle vicende, realmente accadute, della Garland. La scrittura è un po’ debole e superficiale, la regia è pretenziosa e tutta volta a sfruttare e sottolineare le capacità recitative di Renée Zellweger. L’attrice, che per la sua interpretazione ha vinto il Golden Globe e l’Oscar, è una Judy Garland stremata dalla vita che conduce, incapace di fare la madre e di prendersi cura dei figli. È una donna sola e triste. Ma quando sale sul palco e inizia a cantare tutto viene azzerato: è ancora una sedicenne che sogna di diventare famosa con la sua voce. E in fondo il suo sogno è un po’ quello di tutti: non essere dimenticati.