il lago dei cigni
Musica

4 marzo 1877: Il lago dei cigni, quando la danza incontra la musica

Tempo di lettura: 2 minuti

Qual è il balletto che tutti conoscono? Quello la cui musica risuona familiare nelle orecchie di chiunque? Quello che fa venire voglia di imparare a danzare?
Se ancora non avete capito, stiamo parlando di un classico senza tempo: Il lago dei cigni! Un capolavoro solo apparentemente banale, che ancora oggi riesce ad incantare milioni di spettatori.

La prima

Era il 4 marzo 1877: il lago dei cigni andava in scena per la prima volta al Teatro Bolshoi di Mosca. Musicato da Piotr Ilich Čajkovskij, il balletto ebbe inizialmente uno scarsissimo successo, tanto che lo Tzar abbandonò la sua seduta prima della fine dello spettacolo. Negli anni successivi venne ripreso, tuttavia senza notevoli miglioramenti. Il 15 gennaio 1885 il coreografo Marius Petipa e il suo assistente Lev Ivanovič Ivanov proposero una versione totalmente innovativa al Teatro imperiale Mariinskij di San Pietroburgo. Questa volta il successo fu incredibile. Tutte le versioni successive, dal punto di vista dell’allestimento musicale e coreografico, si basarono sul revival di Pepita e Ivanovic. Lo spettacolo diventò così uno dei più famosi esempi di balletto classico.

Trama

Odette rifiuta di sposare il mago Robhart e per vendicarsi, questo le lancia un incantesimo. Ogni giorno, all’alba, la giovane si trasforma in un cigno, mentre di notte riprende le sue sembianze umane. Una notte, il principe Siegfried finisce nei boschi e qui si imbatte nella principessa Odette. La giovane gli racconta dell’ incantesimo di cui è vittima, il cui unico antidoto è una promessa di matrimonio. Il giorno seguente il giovane è chiamato a scegliere una sposa. Nella sala da ballo del castello si presentano molte fanciulle, tra cui Odile, figlia del mago, che assume le sembianze di Odette. Siegfried cade nel tranello e confonde le due giovani, chiedendo quindi ad Odile di sposarlo. Una volta compreso l’errore, Siegfried corre nei boschi dove trova la povera Odette morente. Nel finale positivo, dopo una lotta con il mago Robhart, i due amanti si risvegliano entrambi umani.

Curiosità

Vedere questo spettacolo dal vivo è un’esperienza unica: musica e balletto si fondono diventando un linguaggio espressivo unico che colpisce diretto lo spettatore. Sicuramente vale la pena di vedere i 32 fouettés di Odile a teatro: un chiaro esempio di quando la danza si trasforma in volo.
Una curiosità che riguarda il finale è che quello positivo (riportata sopra) fu inserito dal fratello di Čajkovskij, anche lui musicista . L’alternativa originale, negativa, vedeva infatti la tempesta inghiottire i due amanti e, una volta placata, un gruppo di cigni in volo. Si dice che questo finale era espressione celata dell’omosessualità dell’autore, il quale si sposò al fine di nasconderla. Il matrimonio non terminò bene: la moglie fini in un manicomio, così come il compositore morì qualche tempo dopo.

Chiara Cogliati

 

 

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Chiara Cogliati
Da un anno vive a Venezia dove studia, ogni tanto si rintana leggendo e ogni tanto pensando, anzi spesso, serve per fare tutto il resto. Le piace ascoltare, le riesce meglio che parlare, ma per fortuna sa anche scrivere, un pochino, e allora quello che vorrebbe dire a parole lo scrive, così si diverte.