guida viaggiare da soli
Cronache di un BL

Un biglietto verso la libertà: una breve guida per viaggiare da soli

Tempo di lettura: 4 minuti

Sono sempre stata abituata a viaggiare, ma nonostante questo non ho mai sentito l’impellente bisogno di partire, di lasciare quello che avevo alla ricerca di qualcos’altro. Fino all’ultimo anno di liceo, ho vissuto nella mia piccola realtà senza troppe domande. Scoprire posti nuovi, esplorare, prendere aerei e treni mi ha sempre affascinata moltissimo: viaggiare da soli è una delle esperienze che consiglierei a chiunque dal cuore.

«Che gusto c’è a viaggiare? Non ci si lascia mai», mi ha detto qualcuno; io mi lasciavo. Non che diventassi un’altra, ma sparivo.

Non essere nessuno, scivolare invisibile attraverso il mondo, svolazzare dentro e fuori di se stessi, senza obblighi, godere di ampia libertà, interessarsi alle più tenui sfumature del cielo e del proprio cuore, sfiorare la noia, eluderla: non immagino una condizione più favorevole, quando si possiede l’intrepidezza della gioventù.

– Simone De Beauvoir, L’età forte

Strasburgo

Come mai viaggi sempre da sola?

Estate della quinta superiore, un biglietto Interrail regalato: parto o non parto? Parto. Okay, sarò da sola: libertà! Aspetta, sarò in grado di gestire ogni cosa? Ansia, paura.

Forse da sempre un po’ incapace di adattarmi alle dinamiche di gruppo e di indole un po’ solitaria, l’esaltazione all’idea di partire da sola superava di gran lunga la paura.

Imparare a fare i conti con un senso di libertà infinita, di vuoto cosmico non è stato semplice. Ma del resto è quello con il quale evitiamo di avere a che fare nella quotidianità. Decidere non è mai stato il mio forte, considero spesso le strade aperte, quelle che portano a vicoli diversi, piuttosto di quelle chiuse, dritte e strette.

Tocca a me decidere: dove andare, cosa vedere, quale treno prendere. Con l’immagine di Sliding Doors sempre in mente, ho provato a lasciar succedere, a mollare la presa.

Da sola, mi permetto di immergermi negli occhi delle persone, nei profumi delle città.

Ed è incredibile riscoprirsi anche nel modo di relazionarsi con la gente: si è se stessi di fronte a molti sconosciuti, che senza aspettative e pregiudizi ascoltano e accolgono.

Sembra di essere in un mondo parallelo, dove le relazioni sembrano più genuine e spontanee, non hanno bisogno di molte spiegazioni.

viaggiare da soli

 

Non sono mai più riuscita a fermarmi: uno zaino in spalla mi rende felice come poche cose.

Ecco una breve guida per viaggiare da soli. Per invogliarvi a salire sul primo treno e intraprendere la vostra esperienza in solitaria!

La mia guida per viaggiare da soli

Senza la presunzione di dispensare una guida pronta e confezionata, che può valere per una persona ma non per un’altra, vorrei provare a raccontarvi come dalla mia esperienza ho imparato ad affrontare i miei viaggi in solitaria.

“Sei così coraggiosa!”

Classico commento ai miei viaggi, che un po’ continua a infastidirmi: di certo non parto a cuor leggero, ma non sono Wonder Woman. E, tra l’altro, non dovrei sentirmi tale: di certo un mondo dove non dovrei preoccuparmi di essere una ragazza ventenne che passa la maggior parte delle sue giornate da sola o sui treni è un mondo purtroppo ancora ideale.

Budapest

Flessibilità

Parola d’ordine per vivere a tutto tondo un’esperienza in solitaria: organizzare è bene, farsi travolgere dagli imprevisti, molte volte, è ancora meglio. Organizzate il vostro viaggio, per sapere dove vi stiate dirigendo, ma qualche volta permettetevi di scendere in una fermata che non è la vostra, perdete un treno: ne vale la pena.

Szimpla Kert, Budapest

Leggerezza

Partite leggeri. Non l’ho mai fatto e non so se mai riuscirò a farlo: da vera accumulatrice seriale, non posso fare a meno di portare “una maglia in più” che puntualmente non userò.

Viaggiate leggeri, lasciatevi alle spalle quella maglia in più, insieme a un pensiero negativo: non vi serviranno (e aspettatevi di trovare troppi negozi dell’usato all’estero per partire con una valigia già piena).

Scrivere in viaggio  

A fine giornata o nei momenti vuoti, avere un foglio di carta su cui scrivere i miei pensieri, appiccicare tutti i biglietti dei musei, del cinema sulle pagine bianche, si è rivelata un’ottima idea. E ora, quando riapro quei quaderni, non posso fare a meno di sorridere a trentadue denti e ricordarmi la spensieratezza di quei momenti, prendendomi un po’ meno sul serio.

Ostelli

Dei luoghi magici: toglietevi dalla testa l’immagine di brutte catapecchie con le pulci, i soliti compagni di stanza russatori (quelli, purtroppo, ci sono sempre) e sacchi a pelo. Oggi forse sono i maggiori centri di divertimento delle città, dove si organizzano eventi, feste, aperitivi culturali e sono curati alla stregua degli hotel (con ricadute a volte, ahimè, sul prezzo).

Sono il punto da cui partire per incontrare persone, viaggiatori e non, con cui condividere un tratto di strada.

 

Anche a Venezia

basta che alzi gli occhi e vedrai molti cartelli gialli, con le frecce che ti dicono: devi andare per di là, non confonderti, Alla ferrovia, Per san Marco, All’Accademia. Lasciali perdere, snobbali pure. Perché vuoi combattere contro il labirinto? Assecondalo, per una volta. Non preoccuparti, lascia che sia la strada a decidere da sola il tuo percorso, e non il percorso a farti scegliere le strade. Impara a vagare, a vagabondare. Disorientati. Bighellona.

Tiziano Scarpa, Venezia è un pesce

È difficile fermarsi davanti a tanta bellezza, a tante strade da scoprire, ma poi i libri cominciano ad accumularsi sulla scrivania e le date degli esami si fanno sempre più vicine.

Mi sento sempre in viaggio, qui; ma di fatto, chi non lo è?

Irene Ferigo

 

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