Fra valori comuni e duri contrasti PD e Cinque Stelle si apprestano ad avviare un Governo Conte due. Sarà così forte da reggere alle scosse di due forze avversarie fino a poco tempo fa?
L’Agosto 2019 sarà ricordato a lungo dagli appassionati di politica. Un mese caldo nel quale si è visto di tutto. Dai figli dei ministri sulle moto d’acqua della Polizia al Ministro degli Interni che arringa le folle di bagnanti al Papeete beach. L’elemento più sconvolgente però è stata la crisi di governo aperta dal leader della Lega dopo aver incassato il parere positivo del Parlamento sul “Decreto Sicurezza bis” e sul progetto alta velocità Torino-Lione. Una crisi di governo inedita, svolta in piena estate e con importanti scadenze alle porte.
Uno dei pretesti utilizzati da Matteo Salvini è stata la divergenza all’interno della maggioranza giallo-verde sulla questione TAV. Una divergenza rappresentata plasticamente in Parlamento da due mozioni opposte presentate da Lega e Movimento Cinque Stelle. Da questo episodio Salvini, già sulla spiagge per un tour di comizi pronto a una allora probabile campagna elettorale lampo, ha iniziato ad accusare di immobilismo il governo di cui era ministro e Vice Premier. Una serie di reazioni a cascata ha portato il Presidente Conte a intervenire difronte al Senato dove, la Lega, aveva depositato una mozione di sfiducia nei suoi confronti poi ritirata.
Il 20 Agosto sarà ricordato come il giorno dell’emancipazione di Conte che, in Parlamento, ha dimostrato di essere lui il Premier redarguendo il suo Ministro degli Interni. Un discorso analiticamente perfetto con cui Conte ha annunciato la sua salita al Quirinale per le dimissioni. Da quel momento la crisi è stata palese, gli ex alleati si sono cimentati in una serie di critiche reciproche fino al giorno prima insabbiate.
Si sono spostate dunque le lancette al 4 Marzo 2018 con una maggioranza da costruire o tornare subito al voto. Oggi come allora c’è la soluzione che sembra prevalere di una maggioranza M5S-PD, un anno e mezzo fa bocciata da un’intervista del Senatore Matteo Renzi. E’ lo stesso Renzi ad aver cambiato idea proponendo una maggioranza alternativa dal canto suo più larga di quella ipotizzata dal segretario Dem Nicola Zingaretti, per fare proseguire la legislatura.
E così sono iniziati gli incontri fra PD e Cinque Stelle che hanno aperto un dialogo costruttivo per la formazione del Governo Conte due. La seconda esperienza di Conte sembra sostenuta dalle due parti con l’aggiunta di Articolo Uno. Un’alleanza molto diversa che può portare, questa volta sì, un vero cambiamento nella logica degli accordi. “Programma omogeneo” lo ha definito Di Maio uscendo dallo studio del Presidente Sergio Mattarella. Una novità lessicale e sostanziale per un soggetto politico come il Movimento Cinque Stelle che ha sempre avuto nel proprio DNA l’assoluta indipendenza.
Forse l’esperienza affrontata insieme a Matteo Salvini potrebbe aver fatto comprendere a Luigi Di Maio come i contratti privati non siano accordi politici. Anche Conte, forse scottato dal ruolo del mediatore, questa volta vuole essere protagonista del governo che forse guiderà esprimendo la volontà di scrivere l’accordo di programma e porre le sue condizioni.
Un Governo Conte due nascente con differenze formali e sostanziali rispetto a primo Giuseppe Conte. Un governo composto da forze politiche che, nonostante una cultura di fondo simile, si sono scontrate duramente fino a qualche settimana fa.
Se questa soluzione reggerà o no lo vedremo insieme. Certamente però, un accordo politico che non comprende un chiarimento su tutti i contrasti fra le parti, nasconde molte mine da disinnescare.