Dal 15 luglio è disponibile in streaming su Netflix Gli infedeli, il nuovo film di Stefano Mordini con protagonisti Valerio Mastandrea e Riccardo Scamarcio. La pellicola è il remake dell’omonima commedia francese del 2012 che vedeva Jean Dujardin e Gilles Lellouche protagonisti di sette episodi diretti da sette registi diversi con un unico filo conduttore: l’infedeltà di coppia.
Una regia confusa
La versione dei nostri cugini d’oltralpe, nonostante la poca coesione stilistica dovuta alla presenza di più registi, era riuscita nel complesso a raggiungere il suo scopo: raccontare il tradimento nelle sue svariate sfumature.
Il remake italiano riprende l’idea degli sketch separati (riducendone il numero) ma si avvale di un solo regista che, non si sa come, riesce a mantenere il mix di stili della versione originale. Il risultato ottenuto però è solo una sgradevole miscela senza senso. Anche il montaggio contribuisce ad una sensazione di caos generale, tanto da far pensare che tutta questa confusione sia voluta (le ragioni però rimangono ignote). L’esito finale è un film incompleto, zoppicante, come se fosse stato realizzato di fretta e con poca attenzione.
Sceneggiatura: tra bigottismo e banalità
La sceneggiatura, a cui ha partecipato anche Scamarcio, non brilla per originalità: due degli episodi sono ripresi in maniera identica dalla versione francese. I tentativi di modernizzarlo o di renderlo più italiano sono inesistenti e le uniche modifiche apportate banalizzano le storie e i temi affrontati. Anche gli episodi nuovi e originali non spiccano per profondità: le morali sono scontate e le storie sembrano ambientate in un’altra epoca.
Gli infedeli del 2012 aveva approcciato la tematica dell’omosessualità in maniera fresca, quasi insolita, senza rinunciare al tipico humor francese. La versione italiana ha pensato bene di non inserire questa sfumatura, quasi a conferma di un bigottismo che ancora abbonda nella nostra penisola. Aggiungendo alla ricetta un po’ di misoginia qui e del maschilismo là, il sapore lasciato dalla pellicola non può che essere amaro e deludente.
Il talento degli attori non basta
La bravura di Mastandrea e Scamarcio, efficaci nei panni di uomini incapaci di resistere alle tentazioni, non basta a rendere Gli infedeli un film quantomeno godibile. I loro personaggi sono poco approfonditi dal punto di vista psicologico, soprattuto se paragonati ai personaggi di Dujardin e Lellouche.
L’unico messaggio che emerge dal film è che l’uomo tradisce perché non può farne a meno, mentre il tradimento commesso da una donna è a malapena accennato. Manca una giustificazione a questa voluta distinzione di genere, che probabilmente avrebbe reso Gli infedeli molto più interessante. Invece è solo l’ennesimo remake italiano di una commedia francese, dalla comicità semplice e a tratti volgare, di cui potevamo tranquillamente fare a meno.
CONSIGLIATO: No, guardate la versione francese
VOTO: 5/10