Ogni 28 maggio si celebra la Giornata Mondiale del Gioco. È stata istituita nel 1998 da un’idea di Freda Kim, pioniera sudcoreana delle ludoteche e che all’epoca era la presidente dell’International Toy Library Association.
L’articolo 7 della Carta dei Diritti dei Bambini definisce il gioco come “un diritto fondamentale” e riveste nella vita dei bambini una parte importante della crescita.
Il gioco è comunicazione…
Soprattutto nei bambini più piccoli, il gioco è una forma di linguaggio attraverso la quale si possono comunicare tante cose: ci sono anche delle terapie che utilizzano l’attività ricreativa come mezzo per parlare, come ad esempio l’arteterapia e la giocoterapia focale.
Ma anche senza addentrarci troppo in attività terapeutiche, quante volte abbiamo stretto amicizia perché stavamo giocando a qualcosa? Il gioco permette di avvicinarsi ad altre persone.
Crea comunicazione e connessione.
… ed educazione
È metodo alternativo di apprendimento. Non sempre si tratta solo di svago ma è anche un momento educativo. Ad esempio si impara a rispettare delle regole se si gioca a un gioco di società. Si impara a stare insieme agli altri, a rispettarli, a condividere. Si possono imparare fatti di cultura generale, come succede giocando a Trivial Pursuit. Oppure il classico Nomi Cose Città che stimola la mente. A tale proposito prendiamo ad esempio il caso di gioco/apprendimento di maggiore successo degli ultimi tempi, portato avanti dal compianto John Peter Sloan che attraverso la comicità ed espedienti ludici ha trovato un nuovo modo di insegnare l’inglese. Divertirsi non vuol dire apprendere meno. Anzi è proprio il contrario!
Per non parlare delle tantissime app che ora permettono di fare una varietà di giochi. Con l’avanzare delle nuove tecnologie, in effetti, la scena dei giochi è visibilmente cambiata. E le possibilità ora sono infinite.
E quando si gioca all’aperto, invece, si impara a connettersi e fare amicizia con la natura.
Il gioco è (quasi) per tutti
Nei bambini piccoli è una delle attività principali, ma è un momento che ci accompagna per tutta la vita. Cambiano le sue forme e la sua modalità, ma il gioco è costante.
È importante per le persone anziane nelle case di riposo, per gli adolescenti che hanno bisogno di esprimersi e confrontarsi coi propri coetanei, per gli adulti che a volte dimenticano un po’ il bambino che è in loro.
E visto che il gioco è una grande risorsa, dovrebbe essere data a tutte le persone la possibilità di giocare, giusto? Purtroppo non è così. Ci sono situazioni e contesti in cui è più difficile riuscire a costruire momenti di convivialità e gioco. Come nel caso di questa pandemia che ha messo a dura prova i giovani e i più piccoli.
Giocare è tante cose: comunicazione, connessione, educazione, leggerezza, spensieratezza, fantasia, ma sopratutto, un diritto.
Articolo a cura di:
Sara Najjar