Continua ad inasprirsi il conflitto in Ucraina: a parlarsi ormai sono solo le armi se non che, questa settimana, sembra essere arrivata la decisione definitiva della Ue sullo stop al gas russo.
Le sanzioni non fermano Putin ma l’Ue dirà no al gas russo
È costante l’insinuazione sotterranea che rivela come gli italiani non sarebbero pronti a fare sacrifici per ostacolare l’avanzata di Putin. Parallelamente ormai tutte i governi europei sono allineati sulla sanzione più corposa per gli effetti che avrà sulle vite dei cittadini: lo stop al gas russo.
Se fosse come il Presidente Draghi ha maldestramente sintetizzato in una delle ultime conferenze stampa, rinunciare al gas di Putin non sarebbe un grave problema: soffriremmo un po’ più il caldo o il freddo.
La realtà però è più complessa della banale scelta fra pace o aria condizionata. La rinuncia del gas russo avrebbe infatti contraccolpi sull’economia, sul sistema sociale e quindi sulla tenuta dell’intero sistema Paese.
È vero: i fatti ci stanno sbattendo in faccia tutta la scarsa lungimiranza della politica italiana in campo energetico che oggi ci porta a ipotizzare l’esatto contrario di ciò che l’agenda 2030 imporrebbe come rimedio al progressivo collasso del pianeta. Il problema di fare a meno del gas russo però esiste e lo si avvertirà soprattutto nel settore produttivo.
La domanda allora arriva spontanea e feroce: questo immane sacrificio fermerà i progetti di Putin?
Sacrificarsi per cosa?
Negli ultimi giorni, mentre le bombe continuano a cadere e i negoziati a tacere, Joe Biden ci ha fatto sobbalzare sulla sedia. Finora tutto l’impegno, sia militare che di dissuasione, sapevamo essere per ostacolare Putin nell’occupazione dell’Ucraina. Da qui le grandi polemiche sulla resistenza armata o non. E se le ragioni del conflitto stessero cambiando? Se gli Stati Uniti volessero approfittare per “esportare la democrazia” in Russia? Saremmo di fronte ad uno scenario completamente diverso e assai più pericoloso.
Nessuna teoria complottista, è lo stesso Presidente degli Stati Uniti che ha esplicitato il desiderio di rimuovere Putin. Da qui un’altra domanda: rinunceremo al gas russo per ostacolare Putin in Ucraina o per sovvertire il Cremlino? Cambia molto soprattutto nella motivazione di chi ne subirà inevitabilmente le conseguenze. Esattamente ciò che da parte sua Putin non teme nei confronti delle sanzioni: una delle grandi differenze infatti sta proprio nell’opinione pubblica. Mentre quella russa non è un limite per Putin, in Unione Europea la questione cambia e diventa centrale motivare le scelte dei governi.