Festival Cinema
Cultura

Festival del Cinema: dopo la pandemia, quale destino?

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Tutti ormai ci siamo resi conto di come la crisi sanitaria scaturita dalla diffusione del COVID-19 abbia inciso profondamente sulle nostre vite, non solo a livello personale ma anche lavorativo. Tra tutti i settori, oltre a quello turistico e della ristorazione, a soffrire maggiormente è stato quello degli eventi culturali, di cui fanno parte i festival cinematografici.

Festival cinematografici: tradizione quasi secolare

I festival di cinema rappresentano una realtà culturale diffusa in tutto il mondo, con un numero che oscilla tra i 200 e i 300 ogni anno, considerando anche le manifestazioni tematiche, più piccole e meno conosciute.

Il primo festival cinematografico identificato come tale ha avuto luogo in Italia nel lontano 1932, 88 anni fa, al Lido di Venezia. Nato in piena epoca fascista, fu inserito all’interno del più ampio contesto della già nota Biennale per iniziativa dello scultore Antonio Maraini (nonno della celebre scrittrice Dacia), di Luciano De Feo (Segretario generale dell’Istituto LUCE) e soprattutto dell’imprenditore Giuseppe Volpi Conte di Misurata.

Dal turismo al cinema: il Festival di Venezia

Negli anni precedenti Volpi si era fatto promotore di una riqualificazione economica e sociale dell’intera città di Venezia, incrementando l’industria a Marghera, il turismo culturale nel centro storico e il turismo balneare d’élite sull’isola del Lido. La sua idea, dettata dal puro pragmatismo di allungare la stagione vacanziera dei frequentatori del litorale veneziano per aumentare i profitti delle strutture ricettive, si rivelò geniale: la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia infatti, nonostante alcune interruzioni nel corso dei decenni, è giunta nel 2019 alla 76^ edizione.

Il festival di Venezia ha così inaugurato una tipologia di manifestazione culturale internazionale in cui registi e attori da tutto il mondo hanno l’opportunità di mostrare le proprie opere a un pubblico numeroso ed eterogeneo. Sulla sua scia nacquero poi numerosissimi eventi simili, i cosiddetti “festival cinematografici generalisti”, la cui prerogativa non era solo mostrare il meglio della settima arte ma anche generare un’aura di fascino e glamour attorno ai suoi partecipanti. I due festival più famosi in questo senso sono quello francese di Cannes, nato nel 1946, e quello tedesco di Berlino, inaugurato nel 1951. Mentre quest’ultimo ha avuto la fortuna di avere luogo dal 20 febbraio al 1° marzo per la sua 70^ edizione, la kermesse provenzale ha dovuto rimandare a data da destinarsi la sua 73^ edizione, che avrebbe dovuto svolgersi dal 12 al 23 maggio.

La situazione attuale dei festival cinematografici

Come per tutto il resto del comparto culturale, la situazione dei festival di cinema non è di certo rosea. Dopo la cancellazione di Cannes, numerose altre manifestazioni sono state costrette ad annullare le proprie edizioni imminenti o a posticiparle.

Tra i vari esempi, il più clamoroso è sicuramente il Festival svizzero di Locarno, altra manifestazione storica europea. Attivo dal 1946, la direzione ha deciso di annullarne definitivamente la 73^ edizione, nonostante fosse prevista dal 5 al 15 agosto, dunque tra più di tre mesi. Dato che la location principale dell’evento è la piazza della città, luogo deputato di per sé agli assembramenti di persone, si è ritenuto meno rischioso prendere questa sofferta decisione.

Sul sito dell’AFIC, l’Associazione dei Festival Italiani di Cinema, cui hanno aderito più di 75 manifestazioni nazionali, è presente un elenco completo con tutte le conferme e le modifiche apportate dalle direzioni dei singoli eventi. Per esempio il Far East Film Festival, incentrato sul cinema dell’estremo oriente e con location Udine, è stato posticipato, passando da aprile alle date 26 giugno – 4 luglio. Il Trento Film Festival, dedicato al particolarissimo tema del cinema di montagna, ha subito un simile destino, venendo spostato dalla primavera alla fine dell’estate (27 agosto – 2 settembre). Il Taormina Film Festival, invece, pur avendo il suo periodo originario in estate (28 giugno – 4 luglio), ha preso la drastica decisione di annullare la kermesse senza comunicare date alternative.

Il COVID-19 e le nuove sfide del mondo dei festival di cinema

A tutt’oggi non è dato sapere se le modifiche apportate alle date di alcune manifestazioni potranno effettivamente rivelarsi efficaci. Sicuramente nei prossimi mesi, e forse anni, le modalità di accesso e di partecipazione ai festival cinematografici cambieranno radicalmente.

La maggior parte di essi, sia nel caso di cancellazione totale o di rinvio, hanno comunque adottato diverse iniziative per rimanere vicini ai propri spettatori e offrire loro contenuti attraverso i propri canali social o siti terzi. Per esempio, il già citato Far East Film Festival e il Cinema Ritrovato di Bologna hanno avviato due diverse collaborazioni con MyMovies: il primo per concedere la visione gratuita di alcuni film di precedenti edizioni, il secondo per proporre nuovi contenuti a pagamento.

Attualmente sono al vaglio diverse ipotesi per evitare il congelamento totale dell’intero comparto, tra cui la proposizione dei festival completamente online oppure ricorrendo nuovamente alla formula vintage del drive-in, come sta già pensando la Cineteca di Bologna per il Cinema Ritrovato.

La Mostra di Venezia controcorrente

Ha suscitato scalpore, invece, la recente comunicazione di Biennale Cinema che ha annunciato che la Mostra di Venezia avrà luogo normalmente dal 2 al 12 settembre, tanto da avviare poco dopo la campagna di accreditamento a tariffa agevolata per gli studenti universitari. Certo, rimangono delle riserve, tanto che il direttore artistico del festival, Alberto Barbera, ha inviato una lettera agli operatori  internazionali del cinema, chiedendo se avranno comunque intenzione di prendere parte ad un’edizione che per forza di cose sarà diversa, ridotta e con una forte componente online.

A questo punto mille domande affiorano nella mente del cinefilo: a settembre saremo già in una fase avanzata di risoluzione della crisi sanitaria? Chi e quanti riusciranno ad andare al Lido? Come verrà gestito l’accesso in sala? Bisognerà entrare in numero limitato per garantire il distanziamento? Con mascherina e guanti? Domande che qualsiasi altro festival si dovrà porre e specialmente quelli che vorrebbero svolgersi già in estate.

La preoccupazione, poi, è rivolta in special modo verso quelle piccole manifestazioni di alta qualità – come il Lago Film Festival in Veneto e La Guarimba in Calabria  – legate a contesti locali e fortemente radicate nei territori, che senza il sostegno economico pubblico e degli sponsor privati rischiano di scomparire per sempre.

In questo contesto di incertezza generalizzata, ci auguriamo che i festival cinematografici possano davvero avere luogo e soprattutto in presenza del loro pubblico, perché il cinema in tutte le sue forme è condivisione, partecipazione, dialogo e senza i suoi spettatori non può essere definito tale.

Zoe Ambra Innocenti

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