Un’estate come se il Covid non esistesse. Così la politica ha ceduto al desiderio di svago
Ricordate quando in pieno lockdown immaginavamo un nuovo mondo? Ci dicevamo, forse per farci coraggio, come fosse necessario immaginare uno stile di vita a misura di Covid. Che poi, a pensarci bene sarebbe proprio questo il miglior modo di convivere con un virus insidioso come il Coronavirus.
Qualcuno in quei giorni ci metteva in guardia sulla nostra memoria cortissima. Qualcuno sottolineava come fossimo troppo avvinghiati ai nostri bisogni terziari per riuscirci a controllare. Molti temevano che una riapertura decisa a tavolino solo con una parte del Paese potesse mettere in pericolo il risultato raggiunto con tanto sacrificio.
Quanto tempo sprecato nel tentativo di stipulare un patto sociale che consentisse, da un lato il ritorno a una vita ordinaria garantendo, dall’altro, una cautela per non far riprendere il contagio. Per quanti giorni i nostri PC, i nostri smartphone, sono stati inondati da messaggi e immagini in solidarietà con medici e infermieri impegnati giorno e notte nella lotta al Covid19. Ricordiamo? Ricordiamo quanti cani, gatti, criceti abbiamo messo a guinzaglio pur di uscire di casa?
Aveva ragione chi dubitava della nostra memoria. È bastato il periodo estivo per fare riemergere i nostri bisogni terziari. Sì le ferie sono sacre e, dopo un inverno come quello che abbiamo vissuto, lo sono ancora di più. Sarebbe sbagliato demonizzare lo svago, indispensabile per affrontare un nuovo anno. Andare però in vacanza assembrandoci come mandrie, ecco, forse questo si sarebbe potuto evitare in virtù del bene più importante che abbiamo.
Sarebbe tuttavia grave e stupido prendersela solo con chi si è comportato come se il Covid non esistesse. Si può comprendere un attimo di spensieratezza dopo mesi di forte ansia e apprensione. Ciò che però risulta incomprensibile è come la politica si sia lasciata prendere dallo spirito agostano e abbia abbassato troppo alcune barriere. Non serve prendere l’audace decisione di chiudere le discoteche quando sono state frequentate liberamente per oltre un mese. Serviva forse scontentare qualcuno favorendo il bene comune della salute. Purtroppo non si può sempre puntare sulla responsabilità -certamente auspicabile- del singolo. In certe situazioni l’impopolarità è quasi un imperativo per chi ha il dovere di tutelare il benessere di milioni di persone.
Ora viene il problema serio. Un po’ come quando si arriva al Primo settembre con i libri dei compiti estivi ancora belli incellofanati e prezzati. Ci puoi provare a scartarli ma ormai, il tempo per fare tutti gli esercizi non ce l’hai. Ed è esattamente questo lo stato in cui si trova il governo: l’attenzione minore durante questa fase estiva di grandi spostamenti potrebbe avere pesanti conseguenze sull’autunno.
Oltre a capire come tenere sotto controllo i contagi quando tutti saranno rientrati dalle vacanze, c’è il problema scuola. Mancano infatti solo tre settimane al 14 settembre, la data nella quale il ministro dell’istruzione Azzolina ha previsto la ripresa delle attività scolastiche in presenza. Scelta che è apparsa subito scontrarsi con la realtà visto il poco tempo per adattare le strutture scolastiche alle norme anti contagio. Nonostante lo scetticismo degli addetti ai lavori si sta lavorando per raggiungere l’obbiettivo politico del ministro.
Se fino a due settimane fa a spaventare era come riaprire le scuole in tempo, adesso a preoccupare è l’effetto che potrebbe avere sulla diffusione del Covid considerato il rialzo dei contagi di questi giorni.
Un obiettivo che infatti fa a pugni con l’estate da leoni concessa dal governo. Se i casi positivi dovessero raggiungere livelli importanti, riapertura delle scuole e elezioni sarebbero a rischio. Questo è quello che ha dichiarato in diretta televisiva il consulente del ministro della salute Ricciardi. Rivelazioni poi maldestramente ritrattate spiegando come il discorso fosse riferito ad altri Paesi europei. Disorientamento riuscito se non fosse che le parole di Ricciardi elencavano condizioni che attualmente solo l’Italia ha.
Si preannuncia quindi un autunno caldo. Non soltanto per i problemi economici e sociali a cui è sottoposto il Paese; ma purtroppo, anche perché l’estate da leoni trascorsa può portare a ricominciare tutto da zero.
Federico Feliziani
Leggi anche: “Estate in città: 10 app e piattaforme (+ 1 consiglio) per sopravvivere ad agosto“
Non hai ancora letto l’ultimo Cronache di un Borderlain? Clicca qui