Musica

Elton John, “l’uomo razzo” che ha rivoluzionato il rock’n’roll

Tempo di lettura: 4 minuti

La sua voce, il pianoforte, lustrini e paillettes: Sir Elton John, un nome che è garanzia di spettacolo e Musica (sì, con la M maiuscola).

L’uomo dietro il mito, attraverso la sua storia e la sua musica: dalla periferia di Londra ai palcoscenici globali che l’hanno reso una leggenda.

Reginald Dwight, in arte Elton John

Reginald Kenneth Dwight nasce a Pinner, quartiere periferico di Londra situato nel borgo di Harrow, il 25 marzo 1947. Figlio di Stanley Dwight – flight lieutenant della Royal Air Force – e Sheila Eileen, già dall’infanzia mostra il suo innato e precoce talento per la musica: all’età di tre anni fa pratica col pianoforte – suonandolo ad orecchio – nella casa della nonna materna e, successivamente, all’età di sette anni, inizia a prendere lezioni dello strumento.

La sua passione è fortemente sostenuta dalla madre, grande collezionista di dischi (Elvis Presley e i Bill Haley & His Comets, giusto per citarne qualcuno) e costantemente aggiornata sulle ultime uscite discografiche: sarà lei a influenzare sensibilmente l’avvicinamento di Reginald al mondo del rock’n’roll. Al contempo, la sua infanzia non è resa facile dal rapporto conflittuale col padre, che osteggia profondamente la passione musicale del figlio.

A undici anni, riceve una borsa di studio per la Royal Academy of Music di Londra. Qui si avvicina alla musica classica suonandola e cantando come tenore nel coro dell’accademia. Non porterà a termine i corsi al conservatorio, pur avendo conseguito studi regolari e completi, poiché il suo sogno è intraprendere una carriera nel rock’n’roll. Nello stesso periodo, quando Reginald ha quindici anni, i genitori divorziano; ma presto la madre risposa un altro uomo, Fred Farebrother – da lì in avanti il punto di riferimento paterno del futuro Elton.

Tramite il patrigno, il quindicenne Reggie viene assunto come pianista dal giovedì alla domenica presso il Northwood Hills Hotel Pub, dove allieta il pubblico con canzoni composte da lui, oltre che con classici blues e country. È il 1962: è in quell’anno che fonda la sua prima band, i The Corvettes. Da questa formazione verranno fuori i Bluesology, che costituiranno la sua prima vera esperienza professionale.

Con quest’ultima band, Reginald gira i pub e i locali di tutta l’Inghilterra, fa da gruppo di accompagnamento per diversi artisti soul e R&B americani in tournée nel Regno Unito, va in tour in Germania, registra tre singoli (Come Back Baby, Mr. Frantic e Since I Found You Baby) e nel ’66 fa una sessione di registrazione agli Abbey Road Studios. È nel 1967 che, stanco di ricoprire un ruolo marginale e poco appariscente, lascia la band e decide di tentare la carriera da solista con il nome d’arte Elton John (originato dai nomi di due membri dei Bluesology, il sassofonista Elton Dean e il cantante Long John Baldry). Nome che acquisirà legalmente soltanto il 7 gennaio 1972 e che, per esteso, è Elton Hercules John.

La leggenda di Elton John

È rispondendo all’annuncio della Liberty Records per la ricerca di nuovi talenti che viene mosso il primo passo verso le stelle: il manager dell’azienda Ray Williams lo indirizza alla collaborazione, inizialmente solo per corrispondenza, con l’autore Bernie Taupin. Qui inizia un lungo sodalizio umano e professionale tra i due, dando di fatto il via alla leggenda di Elton John.

Dal fallimentare album d’esordio Empty Sky (1969), attraverso gli anni ’70 con l’album omonimo Elton John (1970), il tour americano con l’esibizione al Troubadour, Tumbleweed Connection (1970) e Friends (1970) – colonna sonora del film Due ragazzi che si amano -, Madman Across the Water (1971), Honky Château (1972), Don’t Shoot Me I’m Only the Piano Player (1973), il capolavoro Goodbye Yellow Brick Road (1973), Caribou (1974), Captain Fantastic and the Brown Dirt Cowboy (1975), Rock of the Westies (1975), Blue Moves (1976), la crisi e il temporaneo ritiro del 1977, A Single Man (1978) e Victim of Love (1979).

Gli anni ’80 con 21 at 33 (1980), The Fox (1981), Jump Up! (1982), Too Low for Zero (1983), Breaking Hearts (1984), Ice on Fire (1985), Leather Jackets (1986), Reg Strikes Back (1988) e Sleeping with the Past (1989).

Una fase di vita tra alti (soprattutto) e bassi raccontata anche dall’eccezionale film Rocketman (2019), diretto da Dexter Fletcher, in cui Elton John è interpretato da Taron Egerton. Qui il trailer.

La sua carriera non si è di certo fermata qui, pur avendo sostanzialmente esaurito la sua età d’oro al volgere degli anni ’90: la Elton John AIDS Foundation (EJAF, fondata nel 1992), The One (1992), Duets (1993), la colonna sonora de Il Re Leone (1994), l’inserimento nella Rock and Roll Hall of Fame, Made in England (1995), il titolo prima di Commendatore dell’Eccellentissimo Ordine dell’Impero Britannico (CBE) e più tardi Cavaliere (Knight Bachelor) della regina Elisabetta II, The Big Picture (1997), la colonna sonora del musical Elton John and Tim Rice’s Aida (1999).

Poi il nuovo millennio con Songs from the West Coast (2001), Peachtree Road (2004), The Captain and the Kid (2006), The Union (2010), The Diving Board (2013) e Wonderful Crazy Night (2016).

…at last, Farewell Yellow Brick Road

Il 25 gennaio 2018 ha annunciato l’ultimo tour della sua carriera, Farewell Yellow Brick Road. Iniziato ufficialmente l’8 settembre 2018, con circa 300 date previste, lo vedrà impegnato fino al 20 febbraio 2021.

Qui sotto un video di promozione del tour in VR360 che ripercorre magicamente l’intera carriera di Elton John.

A 73 anni – tra i cantautori di maggior successo di sempre con oltre 400 milioni di dischi venduti, più di 700 canzoni composte e 56 album -, Elton John è sicuramente un mito della cultura popolare e musicale. Ma, nonostante i suoi straordinari traguardi artistici, si può dire che non sia altro che un uomo normale, la cui voce sensazionale e l’abilità pianistica hanno rivoluzionato il rock’n’roll.

Per questo, non possiamo fare altro che lasciare spazio alla sua musica, con una selezione di cinque brani da ascoltare per farsi trasportare dalla magia de “l’uomo razzo”.

1) Rocket Man

2) I’m Still Standing

 3) Your Song

4) Tiny Dancer

5) Crocodile Rock

 

Nicola Di Giuseppe
LEGGI ANCHE – Pino Daniele, voce del popolo: cinque brani per far passare “l’appucundria”
Ti sei perso il “Cronache Di Un Borderlain” di questo mese? CLICCA QUI

Leave a Response

Nicola Di Giuseppe
Un’anima straniera in un corpo napoletano, sognatore a tempo pieno e artistoide a tempo parziale. Si ciba di parole e arti visive, mentre viaggia, scopre nuove culture e tifa Napoli. Ogni tanto, poi, cerca di vincere il fantacalcio.