Una notte impegnativa per la politica italiana che in Emilia-Romagna e Calabria disegna nuovi assetti
La notte elettorale consegna a Emilia-Romagna e Calabria due risultati diversi, opposti ma sorprendenti.
Matteo Salvini riceve una risposta negativa dall’Emilia-Romagna. Lucia Borgonzoni arriva seconda dopo Stefano Bonaccini che si conferma governatore della regione. Una vittoria sperata ma soprattutto data per certa anche nel momento in cui i sondaggi presentavano un testa a testa fra i due schieramenti emiliano-romagnoli.
Analizzando il vento sotto cui si trova il Paese si poteva immaginare che perfino l’Emilia-Romagna potesse cambiare per la prima volta colore politico. La realtà dei numeri però afferma che, anche il canto ammaliatore di un capitano che sembra conoscere molto bene la gente, non è stato in grado di conquistare la maggioranza dei cittadini emiliano-romagnoli. Ne esce anzi sconfitto insieme a Lucia Borgonzoni che conquista dieci punti percentuali in meno di Bonaccini. A dire il vero, seguendo la narrazione utilizzata in campagna elettorale, lo sconfitto di queste elezioni locali è proprio Matteo Salvini. E con lui perde potenza la campagna verso le elezioni politiche che proprio in Emilia-Romagna avrebbe potuto vedere il suo inizio.
Con il risultato incassato da Stefano Bonaccini sono in molti a tirare un sospiro di sollievo. Innanzitutto Conte potrà proseguire per la strada del suo secondo governo. Nicola Zingaretti, dopo aver rischiato l’osso del collo, potrà lavorare a quello che due settimane fa definii “partito nuovo”. Un soggetto aperto che potrebbe rilanciare il Centrosinistra rendendolo più aperto, inclusivo e sensibile ai movimenti sociali. Un partito nuovo che adesso può vantare di aver tenuto in un momento storico certamente sfavorevole. Da oggi si potrà aprire il congresso da vincenti: elemento non scontato che cambia l’approccio alle modifiche comunque necessarie. Un errore che Zingaretti non dovrà commettere è buttare tutta la polvere sotto il tappeto sull’onda dell’entusiasmo emiliano-romagnolo: Salvini e la Lega sono subito dietro.
Del resto lo stesso Zingaretti ha ringraziato subito le Sardine per il contributo che hanno messo in campo. Infatti uno degli elementi a cui si attribuisce il merito della vittoria di Bonaccini sono proprio le migliaia di sardine che in questi due mesi di campagna elettorali hanno fatto da contro canto a Matteo Salvini. Un elemento per nulla secondario che sia Zingaretti che Bonaccini dovranno prendere in considerazione. Il “congresso” delle Sardine si avvicina e chissà che cosa ne uscirà: chissà se sceglieranno di rimanere nelle piazze o intraprendere un altro percorso.
Se l’analisi dei vincenti è delicata e piena di sfumature, fra gli sconfitti c’è sicuramente il Movimento Cinque Stelle che, nella regione che lo ha visto nascere, ha ricevuto un segnale inequivocabile. Un dato atteso tanto da indurre le dimissioni di Luigi Di Maio dal ruolo di capo politico. Un passo indietro tattico che oggi lascia l’analisi del voto a Vito Crimi. Un’analisi che dovrà avvenire in fretta per parare i colpi che potrebbero arrivare dal Partito Democratico sul fronte del governo nazionale.
Il dato negativo del Movimento Cinque Stelle non si è visto solo in Emilia-Romagna. Anche in Calabria, dove la vittoria è invece del Centrodestra, il Movimento non ha conquistato l’elettorato. Lo scenario calabrese non è entusiasmante neanche per Matteo Salvini che si è visto scavalcare di qualche decimale da Forza Italia. Un risultato che potrebbe portare a forti scosse nel Centrodestra nel quale il leader della Lega potrebbe non essere più l’unico leader. Giorgia Meloni infatti sta continuando la sua ascesa portando Fratelli d’Italia ad essere il secondo partito del Centrodestra in Emilia-Romagna.
Una notte impegnativa conclusa con uno scenario che sicuramente porterà novità nella politica italiana. Movimento Cinque Stelle, PD, Lega, Fratelli d’Italia sulle montagne russe. Avranno allacciato tutti le cinture?