Siamo giunti alla fine della campagna elettorale per le elezioni 2022: una campagna elettorale strana, confusa, dominata da una coalizione che strategicamente si è compattata per sfruttare al meglio la legge elettorale.
Elezioni 2022: la legge elettorale e il vantaggio sistemico del Centrodestra
Sin dalla partenza di questa inedita campagna elettorale è stato in vantaggio chi meglio ha interpretato la legge elettorale con cui domenica si voterà. Le elezioni 2022 infatti si svolgono in una particolare condizione: sono le prime dopo la riforma della riduzione del numero dei parlamentari e con un sistema elettorale non aggiornato. È per questo che il principale tormentone ha visto Enrico Letta e Giorgia Meloni avversari principali.
Anche se il Rosatellum non si può definire un sistema elettorale maggioritario, con il numero di seggi disponibili ridotto la parte uninominale diventa preponderante per ottenere la maggioranza. Condizione che dal punto di vista propagandistico ha privilegiato lo scontro fra le due coalizioni principali: i raggruppamenti che hanno più probabilità di risultare maggioritari nei collegi.
In questa dinamica la preparazione del Centrodestra nel mostrarsi compatto ha pesantemente condizionato l’agenda politica della campagna elettorale. La difficoltà che ha trovato il Centrosinistra nel formarsi ha reso quasi nulla la capacità di direzionare il dibattito.
Mentre l’intero Centrodestra si è seduto scegliendo un programma di coalizione, il Centrosinistra arriva alle elezioni 2022 con quattro programmi differenti che confliggono fra loro. Questa eterogeneità programmatica ha reso complicata la propaganda che molto spesso è risultata come un battibecco fra i leader delle quattro forze politiche.
L’abbaio al fascismo in un Paese che non ha memoria
Come vero collante il Centrosinistra delle elezioni 2022 ha soltanto un tema: il contrasto della Meloni additata come pericolosa per la democrazia.
Una tematica molto complessa da comunicare in un Paese senza memoria che non ha ancora fatto i conti con il fascismo. Il problema di un’adesione alla cultura fascista da parte di Meloni è certamente presente ma figura più come un tema da simposi accademici piuttosto che un aspetto utilizzabile per convincere gli indecisi. Soprattutto con una Giorgia Meloni, che è riuscita a incarnare l’immagine del nuovo, molto abile a scansare il tema o addirittura a negarlo.
In un momento storico di forte congiuntura economica, di precarietà e di guerra concentrarsi sulle ombre nere di Giorgia Meloni ha fatto imboccare una strada diversa al Centrosinistra: meno concreta ed evocativa di concetti comprensibili solo all’elettorato di appartenenza.
Carlo Calenda e il polo dello stallo
Una delle novità delle elezioni 2022 è certamente l’alleanza fra Azione e Italia Viva che si presenta come terzo polo. Vedremo domenica se sarà così anche nelle urne ma la vera novità è un’altra.
L’alleanza fra Azione e Italia Viva è l’unica proposta che non si candida a governare ma a creare una situazione di stallo dopo il voto. Una situazione che secondo Calenda e Renzi sarebbe funzionale a chiedere a Mario Draghi di rimanere per un nuovo governo di unità nazionale.
Un fine politico che non considera come la polarizzazione che si è creata fra Centrosinistra e Centrodestra renda impossibile una collaborazione post voto; senza considerare poi l’effetto che avrebbe sull’immagine della politica che si farebbe commissariare ancora una volta per di più dopo il voto.
Movimento Cinque Stelle: una strategia rigenerante
Uno dei principali indiziati per la caduta del governo Draghi, il Movimento Cinque Stelle, arriva alle elezioni 2022 con una nuova immagine, un posizionamento definito e con una classe sociale di riferimento.
Il mancato campo largo in casa Cinque Stelle ha portato Giuseppe Conte ad affinare il proprio riferimento politico e scegliere una linea radicale difendendo la misura più importante introdotta dai suoi due governi, il reddito di cittadinanza.
Anche sul piano internazionale Conte posiziona il Movimento nell’ultra pacifismo e nell’opposizione all’invio di armi a sostegno dell’Ucraina. Proposito che lo vede unico sponsor con Alleanza Popolare di De Magistris.
Elezioni 2022: la campagna elettorale più brutta e sciatta della storia
Siamo fortunatamente alla fine di questa campagna elettorale: brutta da commentare e poco attrattiva dal punto di vista del cittadino. Una campagna elettorale frettolosa, poco profonda e ultra leaderistica nella quale le proposte per il futuro sono entrate molto poco.
Anche per questo sarà interessante leggere i risultati lunedì mattina. Le forze politiche saranno riuscite a conquistare quel 40% di elettori indecisi? Lo vedremo insieme con uno speciale elettorale lunedì nel quale potremo finalmente analizzare questa campagna elettorale su dati reali.