Il muretto di mattoncini rossi “SuperMario” lo salterà un’altra volta. Per adesso la tutela della salute pubblica sembra essere al primissimo posto
Chi pensava che il dcpm Draghi avesse dato a tutti i super poteri dotandoci di anticorpi con la sola imposizione legislativa probabilmente è rimasto deluso.
Nel primo dcpm Draghi infatti troviamo diverse misure in continuità con il precedente governo. Rimane la divisione del territorio nazionale in fasce colorate, continua ad essere in vigore il coprifuoco serale, persistono le chiusure nelle zone rosse e la famigerata didattica a distanza resta uno strumento in vigore per garantire la continuità scolastica laddove le scuole sono chiuse.
Sul fronte della scuola: fra nuove varianti e didattica a distanza
È proprio sulla scuola che il dcpm Draghi concentra maggiormente la sua attenzione. A preoccupare sono infatti le nuove varianti di Covid- 19 che colpirebbero con maggiore facilità i ragazzi e le ragazze in età adolescenziale. Ma non solo: l’elevata contagiosità rende anche i bambini obbiettivi sensibili. Va precisato -come ricordato dai tecnici che hanno coadiuvato i ministri Speranza e Gelmini in conferenza stampa- che non ci sono dati dai quali trarre indicazioni di maggiore pericolosità della malattia sui bambini.
Pur tuttavia le scuole, compresi nidi e materne che sospenderanno il servizio, in zona rossa andranno in didattica a distanza. Mentre nelle aree arancioni e gialle la sospensione della didattica in presenza scatterà non appena si verifichino 250 contagi su centomila abitanti. Lo potranno stabilire i presidenti di regione senza ulteriori confronti con il governo.
Sugli effetti che questo provvedimento provocherà a studenti e famiglie il ministro Speranza ha sottolineato come il governo sia già al lavoro per approvare misure di sostegno alle famiglie costrette a rimanere a casa con i figli.
Seppur con qualche imprecisione, anche per quanto riguarda la didattica a distanza i ministri presenti hanno precisato come il ministro Bianchi sia al lavoro per potenziarne la diffusione. Ma sembra che il governo intenda intervenire solo sulla fruizione della rete internet e non anche sulla didattica, tema su cui invece andrebbe fatto un ragionamento più approfondito.
Allora le novità?
Le novità più consistenti riguardano il commercio con la possibilità di asporto oltre le 18 in tutte le fasce. Per quanto riguarda invece i servizi alla persona saranno chiusi in zona rossa.
Ma la “rivoluzione Draghi” sembra stare nel metodo. Innanzitutto il Presidente del Consiglio non appare in conferenza stampa lasciando interdetti i giornalisti. É la sua portavoce a spiegare come la scelta sia in linea con un approccio di squadra. Sempre l’addetta alla comunicazione di Draghi precisa che fra poco tempo saranno noti i metodi di interazione con il Presidente.
Il vero show è lasciato però al ministro per le autonomie Mariastella Gelmini che, non nascondendo una non discreta soddisfazione, elogia il metodo di composizione del dcpm Draghi. Parla di massimo coinvolgimento del Parlamento e della conferenza delle regioni. Non è finita: sempre Gelmini si vanta di come il dcpm fosse pronto già da venerdì scorso e di come abbiano atteso solo di capire meglio la situazione epidemiologica nelle scuole.
Ecco: se non fosse che un dcpm porta la firma del Presidente del Consiglio Mariastella Gelmini avrebbe portato a casa un fulgido esempio di comunicazione politica.
A parte lo spot di cui sopra appare molto evidente come il dcpm Draghi non ci faccia camminare sulle acque ma come prenda spunto dal metodo utilizzato in tutto l’anno di pandemia. Chissà se questo produrrà qualche interessante reazione in chi si aspettava di vedere sgorgare cioccolato dai rubinetti di casa.
Federico Feliziani
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