Tristi perché è già finito Halloween? Ecco, questi sono titoli perfetti per voi con i quali potrete continuare ad assaporare un’atmosfera intensa ed inquietante per il resto del weekend.
La saga di Dark Fall è composta da tre AG a tema horror ed è tra i giochi più genuinamente spaventosi a cui abbia mai giocato grazie alla maestria con cui sono stati creati ambiente ed atmosfera. Il gameplay e lo stile sono identici per tutti e tre, tranne che per qualche miglioria presente nell’ultimo in virtù della recente data di pubblicazione. Abbiamo una classica visuale in prima persona con una altrettanto classico “punta e clicca”, attraverso cui ci sposteremo e raccoglieremo oggetti utili organizzati nell’inventario al di sotto dello schermo. Avremo una grande quantità di enigmi da risolvere per avanzare nella nostra esplorazione e, nonostante il titolo in comune, le tre storie sono completamente differenti, accomunate soltanto dalla presenza di un’entità oscura che cercherà di sabotarci. Il “Dark Fall” per l’appunto.
In questa prima recensione parlerò solo dei primi due titoli a causa della maggiore quantità di info riguardanti il terzo.
Il primo gioco inizia con una telefonata di “nostro” fratello che ci comunica di essere nei guai. Si trova alla stazione di Dowerton nel cui albergo si verificano strani accaduti: sembra infatti che due ragazzi, cacciatori di fantasmi, abbiano effettivamente trovato qualcosa… o qualcosa abbia trovato loro. La telefonata si chiude con il fratello che sembra delirare e che implora di correre ad aiutarlo.
Perciò prenderemo un treno e ci ritroveremo nella galleria di Dowerton (sinceramente non ho mai capito il perché) dove ci accoglierà la voce di un ragazzino che però non vediamo e che ci instillerà dubbi sulla nostra salute mentale. Lo stesso ragazzino ci indirizzerà per raggiungere la stazione ed accendere la luce dato che il luogo è buio e sembra abbandonato. Dopodiché ci lascerà soli (almeno così crediamo) e una volta entrati nell’albergo inizierà la nostra ricerca.
Noteremo presto la cura nella resa di quest’esperienza: la grafica è assolutamente banale e vecchia rispetto ai software moderni, ma incastonata perfettamente nell’atmosfera che si viene a creare. Gli effetti sonori fantastici ci terranno costantemente sulle spine in uno stato di suspance che perdura nonostante non succeda nulla di davvero spaventoso. Infatti la potenza di questo gioco sta tutta nel connubio tra storia e atmosfera: tutte le molliche di pane sono poste accuratamente lungo un sentiero che ce le farà scoprire pezzo per pezzo. Ci ritroveremo a conoscere le persone del passato, sia lavoratori che clienti, tramite i documenti presenti, e non avremo mai la sensazione di essere soli.
Ci vorrà un po’ per capire come possiamo essere utili in questo luogo e raggiungere il nostro vero scopo, e anche una volta arrivati dovremo usare bene lo spirito d’osservazione e il cervello per arrivare al finale.
In sostanza questo primo titolo è tanto semplice quanto fatto bene. L’atmosfera è una delle migliori che abbia mai assaporato, tanto da tenermi inquieto nonostante la “povertà” dei mezzi impiegati ed è accompagnata da un gameplay semplice, ma fornito di enigmi stimolanti mai illogici o banali. Gli appassionati di avventure grafiche e/o horror d’atmosfera DEVONO giocarlo e lo consiglio a chiunque abbia voglia di intrattenersi con un’atmosfera da maestro e mettere in moto il cervello quanto basta.
Pro:
-atmosfera eccezionale;
-trama semplice ma interessante, con un bel risvolto finale;
-enigmi di livello ma mai impossibili o assurdi.
Contro:
-una persona abituata agli horror di oggi o non suscettibile al fattore atmosfera potrebbe trovarlo noioso.
Voto: 4.5/5
Iniziamo il secondo capitolo: una data sullo schermo ci mostra che siamo nel 1912. L’immersione nel protagonista inizia con dei bussi alla porta che ci svegliano in piena notte e ci alzeremo per scoprire chi ci cerca a quest’ora. Esplorando la nostra stanza troveremo molte carte nautiche e mappe di ogni genere perciò capiremo di impersonare un cartografo. Uscendo troveremo il nostro paese costiero immerso in una fitta nebbia e dopo pochi passi una voce ci farà avvicinare: un uomo richiederà il nostro aiuto. Sembra che il faro di Fetch Rock sia infestato, ma anche volendo considerarla una diceria, questa notte il faro è spento, cosa è particolarmente strana vista la pre\senza dei tre uomini fidati e coraggiosi che ci lavorano.
Ci imbarcheremo perciò su una scialuppa e raggiungeremo l’isola del faro. Il buio e la nebbia non ci metteranno a nostro agio e gli effetti sonori non ci daranno il benvenuto. Entrando al faro vedremo che sembra effettivamente vuoto, ma continuando ad esplorare l’isola troveremo una grotta e, una volta entratici, sentiremo che qualcosa è cambiato. Tornando verso l’esterno, infatti, vedremo luce, ma uscendo del tutto ci accorgeremo di non essere neanche nella stessa epoca. Siamo catapultati ai giorni nostri, il faro si rivela un’attrazione turistica e l’isola è gremita di bancarelle e tavoli da pic-nic. Non proseguo oltre: non voglio rovinare la vostra avventura spoilerando ulteriori particolari. D‘altronde la trama è avviata, dovremo indagare sulla scomparsa dei guardiani del faro e capire che senso hanno questi spostamenti temporali.
La costruzione della trama e della curiosità nel giocatore sono ben riusciti grazie agli elementi forti di questo gioco. Il salto temporale che vi ho raccontato è solo il primo di una grande serie da affrontare: lo spaziare tra le epoche, la raccolta degli elementi che si collegheranno pian piano e la presenza di un’entità pericolosa presente in tutte epoche e antica come il mondo stesso.
Tocca però affrontare gli elementi negativi: al contrario del predecessore, l’atmofera qui è decisamente smorzata. Non abbiamo la sensazione di tensione perenne che c’era nel primo titolo, non ci saranno mai momenti in cui in cui avremo paura che succeda qualcosa. Questo è dovuto sia alla trama che è più fantascienza che horror, sia alle ambientazioni, più interessanti e variegate ma meno “stregate”. Inoltre, il finale è probabilmente la nota peggiore: “risolve” l’intreccio ma lascia perplessi e insoddisfatti. È un punto di arrivo decisamente inferiore alle aspettative create lungo il percorso.
In conclusione, nonostante Dark Fall 2 sia un’ottima avventura grafica, la mancanza del brivido e la presenza di un finale sciatto lo posizionano prepotentemente sotto al predecessore.
Lo consiglio soltanto agli appassionati di avventure grafiche e/o a chi abbia intenzione di giocare interamente questa saga poiché è il più dimenticabile dei tre titoli.
Pro:
-costruzione della trama
-i salti temporali sono una scelta originale, gestita bene ed incuriosiscono
-enigmi di livello anche qui
Contro:
-il finale è decisamente “meh”
-manca il brivido, caratteristica essenziale degli altri titoli
Voto: 3.5/5