Per comprendere il futuro bisogna frequentarlo. E così il ministro per le politiche giovanili dialoga con i giovani su Twitch per scoprire cosa pretendono dalla politica
Fra i limiti della politica c’è la difficoltà di comunicare con i giovani e mettere in campo progetti per il loro futuro. Molte strategie sono state tentate, mancava quella messa in campo dal ministro per le politiche giovanili Fabiana Dadone che recentemente è sbarcata sulla piattaforma Twitch.
Una svolta molto particolare quella scelta dal ministro Dadone che dice di voler parlare con i giovani andando laddove vivono tutti i giorni.
Un’azione che può essere letta in due modi diversi. Questo desiderio di comunicare con i giovani può essere connesso alla necessità di individuare ambiti dove investire le risorse che arriveranno dal Recovery Fund. D’altra parte l’importante somma destinata al nostro Paese dal Next Generation Eu riguarda proprio il futuro dei giovani.
Letta da questa prospettiva l’esordio del ministro Dadone su Twitch è un segnale di apertura verso un mondo di cui la politica non si è mai occupata fino in fondo e forse non si è neanche impegnata a comprendere.
Non si può escludere però l’altra spiegazione: quella più maligna ma anche quella che si trova alla base dell’agire politico: il mero consenso. Anche in questo caso sarebbe comunque una novità. Twitch è una piattaforma social molto particolare, frequentata soprattutto da appassionati di videogiochi. Ed è proprio questo aspetto che rende la strategia del ministro Fabiana Dadone ancor più curiosa.
Proprio per intercettare gli utenti Twitch il ministro Dadone ha scelto di inaugurare il canale intervistando il campione mondiale di StarCraft 2. Un’assoluta novità che trasforma alcuni player in veri e propri atleti virtuali specializzati in diverse discipline per le quale le capacità logiche valgono quanto la resistenza per un maratoneta.
Tutte discipline molto ben nascoste che hanno al loro interno molti interpreti che le vivono come se fossero veri e propri sport.
A far vacillare la spiegazione strategica meramente rivolta al consenso è proprio la natura della piattaforma scelta dal ministro Dadone. Un social sul quale si evidenziano abilità a scapito dell’apparire.
È una novità assoluta indotta anche dalla pandemia che ha costretto gli adulti a sperimentare le nuove tecnologie per superare il distanziamento fisico.
Che l’esperimento del ministro Fabiana Dadone possa incidere sul Recovery Fund è parecchio difficile visti i tempi stretti per la consegna dei programmi. Sicuramente però le servirà per interpretare la sua delega costruendosi un’idea più concreta di cosa le nuove generazioni desiderino dalla politica.
Federico Feliziani
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