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Cultura

La cupola rivoluzionaria che consacrò Santa Maria del Fiore

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Il 25 marzo ricorre la consacrazione della bellissima cattedrale di Santa Maria del Fiore, il Duomo della città di Firenze. Un giorno da ricordare: la chiesa, non solo porta operosamente avanti la funzione liturgica cittadina da almeno 600 anni, ma gode, inoltre, di un fascino architettonico (basti pensare alla meravigliosa cupola) e decorativo senza pari, che la rendono di per sé una chiesa-museo.

Al quarto posto tra le città più visitate nel Bel paese dopo Roma, Milano e Venezia, e con un passato di potente signoria e mecenate, la città di Firenze con la sua cattedrale è ancora oggi meta e simbolo di turismo internazionale.

25 marzo: città in festa

Il 25 marzo di ogni anno Firenze freme. In questo stesso giorno ricade infatti anche il Capodanno fiorentino, tradizionale festa cittadina che ricorda che fino al 1750 il nuovo anno per i fiorentini iniziava il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa Cattolica aveva collocato la festa dell’Annunciazione. E non finisce qui: recentemente il Miur ha anche istituito il Dantedì, una giornata in omaggio al padre della lingua italiana Dante Alighieri e alla sua opera somma Divina Commedia.

Forse non fu una casualità la scelta del giorno, quel lontano 1436. Certo è che la restituzione di una grande chiesa per una grande città segnò inevitabilmente una tappa nella storia toscana: all’inizio del secolo scorso, nel 1904, lo studioso italiano Francesco Paolo Luiso dedicò un intero libricino alla ricostruzione e la celebrazione della vicenda (Firenze in festa per la consacrazione di Santa Maria del Fiore «1436»).

Una storia lunga tre secoli

La cattedrale di Santa Maria Del Fiore, meglio conosciuta come Duomo di Firenze, è una delle opere più magnificenti che si possano ammirare quando si visita il capoluogo toscano. Quello che forse non tutti sanno è che il singolo duomo è formato da un insieme di edifici che hanno visto la luce in epoche diverse.

Il corpo principale è quello della cattedrale gotica che sorge sui resti dell’antica chiesa fiorentina di Santa Reparata. Era il 1296 quando l’architetto Arnolfo di Cambio posò la prima pietra del nuovo cantiere: da lì il suo immenso lavoro fu più volte interrotto e ripreso nei secoli da altri famosissimi artisti da manuale – tra cui Giotto e Andrea Pisano, che realizzarono il campanile adiacente. E ancora, di fronte la chiesa si erge il Battistero di San Giovanni, il cui concorso per adornare la sua porta rappresenta teoricamente l’inizio del Rinascimento italiano.

Stupirà pensare che invece la cupola, che è la prima cosa che salta in mente quando pensiamo a questa chiesa (e anche la prima cosa che salta agli occhi quando si è in giro per la città) non sia stata frutto di una prima ed immediata progettazione, ma che sia stato l’ultimo elemento a concludere il cantiere, con 140 anni di ritardo.

La cupola autoportante di Filippo Brunelleschi

Ebbene sì: nonostante l’imponenza architettonica e le stupefacenti decorazioni, la chiesa era in parte senza tetto. Quando Arnolfo Di Cambio progettò l’edificio programmò una grande cupola che coprisse il centro della navata, non tenendo conto dei 46 metri di diametro: troppi da ricoprire con i macchinari e le impalcature che si avevano a disposizione all’epoca.

Fu così che la chiesa rimase scoperta e sconsacrata fino al 1418, quando Filippo Brunelleschi vinse il concorso per costruire l’attuale cupola. La rivoluzione tecnologica e la lungimiranza dell’architetto toscano stupiscono ancora oggi per aver realizzato una struttura autoportante, senza impalcature, che si reggesse da sola.

La cupola fu completata nel 1436, e il 25 marzo dello stesso anno l’allora papa Eugenio IV benedì solennemente la cattedrale, dandole un nome ispirato allo stemma della signoria.

«senza alcuno ajuto di travamenti o di copia di ligname»

Così Leon Battista Alberti descrisse l’impresa brunelleschiana nel suo trattato De Pictura. Bisogna perciò ringraziare la bella cupola (i)conica per aver restituito alla città una cattedrale evocativa del proprio potere: motivo per cui ricordare un evento di tale portata durante questa giornata di festa. E anche se la signoria medicea ad oggi non esiste più, Santa Maria del Fiore continua ad esercitare un’attrazione senza tempo, sospesa tra sacro e profano.

Sara Maietta
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Sara Maietta
Una vita ascrivibile all'ABCD: aspirante curatrice, bookalcoholic, catalizzatore di dissenso e dadaista senza speranze.