L’industria cosmetica è in continua crescita: con un fatturato globale di 11.9 miliardi di euro, il mondo del Beauty negli ultimi anni primeggia specialmente sui social media, dove le industrie cosmetiche puntano tutto sull’Influencer Marketing and Advertising. Non a caso, il web ha visto una crescita esponenziale di Beauty Influencers, attratti da un lavoro facile e conveniente che, se fatto bene, può rivelarsi particolarmente fruttuoso. Questo anche perché il settore cosmetico è in continuo cambiamento, così come i suoi canali di diffusione: non solo la pubblicità, ma anche l’acquisto dei cosmetici viaggia in rete.
Tuttavia, non senza problemi. Se infatti la rivoluzione dei social media ha permesso una maggiore diffusione dei cosmetici, ha anche favorito il parallelo sviluppo di un fenomeno parassitario, il cui obiettivo è una concorrenza spietata con il mondo del beauty stesso: la contraffazione dei cosmetici.
A rimetterci non sono solo i consumatori…
La falsificazione di prodotti cosmetici – tra i quali non si contano solo trucchi ma anche creme, saponi, deodoranti, dentifrici – è un fenomeno sempre più in crescita che rappresenta, da una parte una minaccia economica per le industrie cosmetiche autorizzate e, dall’altra un pericolo per la salute dei consumatori.
Attratti dai prezzi particolarmente bassi, tanti consumatori finiscono con il ritrovarsi tra le mani prodotti contraffatti. Un prezzo più conveniente è sinonimo di bassa qualità, prodotti cioè che comportano un minore costo di produzione utilizzando sostanze allergizzanti o evitando l’impiego di altre antibatteriche. Questo fa sì che tali prodotti diventino un ricettacolo di batteri, i quali possono provocare terribili reazioni allergiche.
Evitare la diffusione di prodotti contraffatti è fondamentale anche per le aziende cosmetiche che ogni anno perdono incassi a causa di una concorrenza sleale. Difatti, l’U.S. Customers and Border Protection afferma che l’industria cosmetica perde annualmente 75 milioni di dollari a causa delle numerose contraffazioni negli Stati Uniti.
Busted! Major Task Force hits 21 locations in the @LAFashionDist and nets $700,000 in Counterfeit cosmetics found to contain bacteria and human waste. The best price is not always the best deal! #ProtectingOurCommunity pic.twitter.com/gliJ8L2F9F
— Commander Marc Reina, MSL (@LAPDMarcReina) April 13, 2018
Tutta colpa del web
Spesso e volentieri, l’acquisto di cosmetici contraffatti avviene su piattaforme online non autorizzate. Ma perché i consumatori sono portati a prendersi tali rischi?
Il fatto che il web sia popolato da rivenditori illegittimi non è di certo una novità, eppure le persone sembrano non esitare davanti ad acquisti imprudenti. La ragione di questo fenomeno la si può trovare nel web stesso che, attraverso i social media, agevola la costante condivisione di immagini di prodotti filtrati dalla sponsorizzazione dell’Influencer che, a livello inconscio, va ad accrescere il desiderio irrazionale del consumatore di possedere quel prodotto. Perché si sa, il mondo di Instragram altro non è che un sistema di gerarchie, in cui il valore di una persona si misura attraverso le foto del suo feed.
Al giorno d’oggi non si compra più un oggetto: si compra l’idea, il significato di quell’oggetto. Non si possiede un prodotto di marca per il gusto di averlo nel cassetto: lo si acquista per lanciare un messaggio, ovvero che ce lo si può permettere, anche a costo di ingannare se stessi. Perché talvolta la realtà è ben diversa e quel prodotto non ce lo si può permettere. Ed è proprio così che si cade nella trappola della contraffazione.
@KylieJenner fake Koko k I got… Literally has glue in it! So gross!! So not cute….. pic.twitter.com/Ha7J8WAvja
— emma morgan (@emmamorg3) October 26, 2016
Dove sta il trucco?
Ci sono una serie di accorgimenti che il consumatore può prendere per evitare di acquistare prodotti falsificati. In primis, comprare sempre attraverso canali sicuri, evitando invece l’acquisto di cosmetici presso bancarelle o tramite internet. Un altro accorgimento è un prezzo eccessivamente basso: solitamente è indicatore di un costo di produzione altrettanto basso dovuto all’utilizzo di sostanze di pessima qualità. Molto importante è anche leggere l’etichetta: per legge ci devono essere riportate la funzione, la lista degli ingredienti, le istruzioni, le precauzioni, la scadenza dopo l’apertura, la provenienza e il lotto. In mancanza di una di queste diciture dobbiamo storcere il naso.
Ma il più grande degli accorgimenti resta sempre un acquisto consapevole: fintanto che ci sarà domanda, l’offerta dei prodotti contraffatti continuerà a persistere. Solo il consumatore può far crollare la domanda di tali prodotti, semplicemente evitando di comprarli. Ecco quindi un classico esempio in cui le nostre piccole azioni contano, e anche parecchio.