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Società

Coronavirus: il ritorno del drive-in?

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Fase 1 o fase 2 per i cinema e i teatri cambia ben poco: resteranno chiusi fino a data da destinarsi. L’alternativa streaming (tra l’altro, non sempre disponibile) sembra appagare pochi, specialmente tra i più appassionati, e quel che è certo è che a tutti noi mancano i venerdì sera al cinema o i sabati a teatro. Ma fortunatamente una soluzione sembra esserci, anzi, c’è da molto tempo: il drive-in.

Nostalgia per l’arte

Con la quarantena abbiamo rinunciato a tante cose, ma prima fra tutte abbiamo dovuto privarci dell’arte. Mostre, teatro, cinema, concerti… sono tutti eventi che prevedono assembramenti e per questo i primi ad essere stati vietati. Risulta normale cercare di trovare delle alternative in un momento così difficile in cui la cultura è tutto ciò che ci resta per trovare una distrazione. A volte un buon libro può non bastare ed è per questo che molte città italiane (Milano, Roma, Firenze, Torino e molte altre…) hanno aderito a un progetto che prevede la programmazione di eventi culturali nei cosiddetti “drive-in”. Ve li ricordate? Questa scena ve li farà sicuramente tornare in mente…

Un tuffo nel passato

Il primo drive-in nacque il 6 giugno 1933, ma raggiunse la popolarità solamente negli anni 50-60, specialmente negli Stati Uniti, dove erano considerati dei veri e propri luoghi di intrattenimento per tutta la famiglia. Muniti di parco giochi per i bambini, i drive-in attiravano sempre più genitori in cerca di un passatempo economico (costava circa 25 centesimi a persona). E per la privacy che permetteva, i drive-in erano molto in voga tra le coppiette. 

In Italia non fu mai un fenomeno diffuso come negli Stati Uniti: se negli USA si contavano circa 4000 cinema all’aperto, i numeri italiani si fermavano a qualche centinaia. Il primo drive-in italiano fu quello di Casal Palocco, a Roma, nato nell’agosto del 1957.

A mali estremi…

Il vecchio cinema all’aperto sembra essere l’alternativa perfetta per assistere a eventi culturali in tutta sicurezza: le distanze vengono rispettate, le interazioni tra spettatori sono minime… nessuna restrizione sembra essere violata. Insomma, il drive-in è l’opzione che si avvicina di più alla normalità. Ovviamente non è la stessa cosa del cinema tradizionale o dei concerti negli stadi a cui siamo abituati, ma ci permette di godere di un’esperienza in perfetto stile vintage e di spuntare una crocetta sulla lista delle cose da provare. E per tutti coloro che non possono rinunciare all’arte, il drive-in pare essere la luce in fondo al tunnel alla quale avevano ormai rinunciato. 

L’opzione drive-in in questi giorni non passerà di certo inosservata e chissà, magari riusciremo a tornare in sala (dalla nostra macchina) prima del previsto!

Chiara Cogliati
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Chiara Cogliati
Da un anno vive a Venezia dove studia, ogni tanto si rintana leggendo e ogni tanto pensando, anzi spesso, serve per fare tutto il resto. Le piace ascoltare, le riesce meglio che parlare, ma per fortuna sa anche scrivere, un pochino, e allora quello che vorrebbe dire a parole lo scrive, così si diverte.