Da una settimana la cronaca politica è cambiata. Il Coronavirus ha occupato lo spazio di quasi tutte le polemiche per far istaurare una presunta unità nazionale
Fino a Venerdì scorso la prescrizione e la riforma del processo penale stavano infiammando la politica. Fioccavano minacce e ultimatum attraverso interviste televisive e post sui social. Poi il Coronavirus Covid- 19 si è preso la scena.
Un virus che prima era solo una notizia da una parte lontana del mondo ha paralizzato la scena politica frizzandola nel momento in cui Italia Viva stava incalzando il Presidente del Consiglio Conte. Tutte quelle polemiche sembrano appartenere al passato. L’emergenza Coronavirus ha unificato tutti tanto da provocare un voto quasi all’unanimità sul decreto contro il Covid- 19. È assai raro che giunga la notizia di un’interruzione di un Consiglio dei Ministri per consultare le forze politiche d’opposizione. Eppure la ricetta per combattere il Coronavirus in Italia è stata scritta condividendola anche con chi si batte contro il governo in carica. Forse questo può essere un punto di merito: quando si è difronte a qualcosa di più grande l’unità è un buon punto di partenza.
La cronaca politica giornaliera è scandita dagli sviluppi dei contagi del Coronavirus e dall’aggiornamento delle misure precauzionali che ogni regione sta mettendo in campo a protezione dei propri territori.
Le trasmissioni televisive di approfondimento si sono immolate per il servizio pubblico seguendo l’evolversi della situazione. Tutto quello di cui si parlava prima dello scorso fine settimana è poca cosa. La prevenzione dal Coronavirus mette la politica difronte a problemi concreti, scelte difficili da assumere con decisione toccando davvero la vita delle persone. Dietro alla scelta scuole sì o scuole no c’è tutta la responsabilità di una classe dirigente che ora sta dando giorno dopo giorno istruzioni ai cittadini.
Il senso di responsabilità non è mai troppo. Se l’unità si è vista alla Camera dei Deputati mercoledì, non sembra essere un’esigenza del leader della Lega. Convinto che il governo abbia commesso errori nella gestione dell’emergenza, Matteo Salvini sta chiedendo un governo istituzionale che porti il Paese al voto. Addirittura accetterebbe anche un governo con Matteo Renzi pur di scalzare il Presidente Conte. Un’ambizione assai lontana dalla realtà in un momento nel quale voci danno molto probabile uno slittamento del referendum confermativo del 29 Marzo.
È facile supporre come in questo momento le urne non siano un’ipotesi che circola nei palazzi. Molto più plausibile una manovra economica bis per fronteggiare le perdite economiche provocate dalle misure di prevenzione del Coronavirus.
Il principio che sta certamente guidando il governo è la priorità della salute pubblica. È tuttavia incontrovertibile il dato che fa capire come l’economia stia registrando grosse difficoltà. Città chiuse significa assenza di produzione e alla lunga questo potrebbe portare problemi sia micro che macroeconomici. Qualunque desiderio possiamo avere in termini politici è evidente quale sia la priorità. La politica al tempo del Coronavirus richiede responsabilità e coscienza civica. Gli attori sulla scena riusciranno a tenere a bada i propri egoismi?