La confusione che regna sul tema della trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali sta sviluppando un dibattito politico surreale nel quale sembra che le persone non c’entrino.
Le coppie omogenitoriali non sono come le aliquote irpef
La politica italiana ci ha abituati a idee poco chiare e molto confuse su quasi tutto. Questo dipende dall’improvvisazione che le personalità politiche attuano per rimanere sulla scena. Ci sono però temi e temi, ci sono questioni che riguardano strettamente la vita delle persone e sui quali bisognerebbe andarci con i piedi di piombo.
I diritti delle coppie omogenitoriali è uno di questi sia perchè si tratta di diritti ma soprattutto perchè è una realtà della nostra società. Non si sta parlando di situazioni che ancora non esistono, anzi: i bambini, i ragazzi e gli adulti con due mamme o due papà sono migliaia; migliaia di persone che la mattina si svegliano ed entrano in società.
È complicato dunque ostinarsi nel non riconoscere diritti fondamentali a persone tutt’ora scoperte da molti servizi perchè privi ad esempio della residenza che fa scattare una serie di adempimenti fra cui l’iscrizione al sistema sanitario nazionale.
Forse si sta facendo confusione: la politica non deve dare il permesso alle coppie omogenitoriali di crescere figli: ci sono già e non aspettano la politica per vivere. Quello che la politica deve necessariamente fare, perchè questo le sta chiedendo la società, è rendere certificabile un fatto ovvero: che questi figli sono cresciuti da due mamme o due papà, che quindi hanno gli stessi diritti e doveri nei loro confronti.
Sarebbe tutto banalmente semplice con una politica in grado di regolare l’imposizione ideologica che può esercitare nelle diverse situazioni. Se riconosciamo la politica come l’unico potere capace di fare evolvere le società, questa razionalità è necessaria altrimenti ci sarà sempre un gap fra il mondo reale e quello politico.
Coppie omogenitoriali e maternità surrogata
Parte del dibattito confusionario di questi giorni è dovuto anche alle generalizzazioni che si sono sentite sulla maternità surrogata. Un tema certamente delicato che però poco ha a che fare con il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali nati all’estero.
Il tema merita attenzione senza però utilizzarlo come pretesto per non consentire il riconoscimento di chi già esiste. Due aspetti diversi che meritano due approcci differenti che non permettano di dimenticare migliaia di persone per strada.