Dai due decreti sicurezza al palco della festa di Articolo Uno. L’evoluzione di Conte che pone interrogativi e dubbi
Seguendo le ultime uscite pubbliche di Conte sembra di aver a che fare con due gemelli: uguali nella forma estetica ma diversi nella sostanza.
Non ci si abitua facilmente a un Conte politico ben saldo al timone del governo. Siamo stati abituati per tredici mesi a vedere i due vice premier prendere la scena inondando telegiornali, quotidiani, mensili con le loro liti.
È passato qualche tempo da quando si vedevano i presidenti del Consiglio dei Ministri partecipare alle feste di partito. Escludendo Paolo Gentiloni che con il suo comportamento mesto non ha mai evidenziato le sue partecipazioni alle Feste dell’Unità, l’ultimo Presidente del Consiglio immortalato in eventi di partito è Matteo Renzi.
Questa settimana però ci ha regalato l’ennesimo cambiamento per un Presidente del Consiglio che, a giudicare dal nuovo stile, nessuno ha mai conosciuto. Giuseppe Conte è intervenuto intervistato da Enrico Mentana alla festa di Articolo Uno a Roma. Un episodio assolutamente normale se si guarda alla storia ma non se si ricorda il profilo di Giuseppe Conte fino a poche settimane fa.
Se è vero che in politica si parla attraverso i fatti e i comportamenti Conte ha mostrato una caratteristica non poco rilevante scegliendo di partecipare alla festa di Articolo Uno. Sarebbe potuto essere un gesto dii galanteria nei confronti di un partito di governo, tuttavia non ricordiamo un simile comportamento nei confronti della Lega.
Un gesto che dunque indica un apprezzamento, o quantomeno una simpatia, verso Articolo Uno: ala sinistra del governo. Conte però non si è fermato al gesto fisico. Ha fatto di più dichiarando di considerarsi di sinistra, con una formazione cristiano-democratica, rispondendo a una domanda di Enrico Mentana.
Un’affermazione che non può non far tornare alla mente con chi Conte ha condiviso Palazzo Chigi per quattordici mesi affidandogli il ruolo più sensibile per un governo. Con quanto dichiarato a Mentana stride ancora di più come Conte non rinneghi niente di quanto fatto con Matteo Salvini. Si limita solo a rivendicare come lui personalmente non abbia mai utilizzato un linguaggio eccessivo.
Poiché la cronaca degli eventi deve essere tenuta insieme da anelli di congiunzione fra un periodo storico e l’altro, fra una fase politica e l’altra, fa rimanere interdetti il cambiamento di Giuseppe Conte. Come se avesse vissuto in uno stato neutro per quattordici mesi poi, tutto ad un tratto, un moto di ribellione gli ha fatto riscoprire il proprio carattere.
Seguendo un suo intervento oggi non è immaginabile come possa avere interpretato il ruolo di “avvocato del popolo” difendendo gli italiani dall’Europa e dai migranti.
Può essere dovuto al ruolo di garante che gli era stato assegnato da Di Maio e Salvini, ma il Conte professore di diritto sa benissimo come il Presidente del Consiglio abbia un ruolo attivo e pregnante nell’attività di governo.
Avrà incassato troppe storture? Avrà ingoiato troppe politiche non affini alla sua formazione? Anche se fosse così Giuseppe Conte dovrebbe spiegarne il motivo. Com’è mai è passato dal varare due decreti sicurezza molto stringenti a parlare dal palco di Articolo Uno? Non saremo mica difronte a due gemelli uguali ma diversi?