Continuano i nostri appuntamenti per seguire insieme cosa sta accadendo nella politica italiana verso il voto del 25 settembre. Se il Centrodestra sembra spedito in una campagna elettorale che lo vede favorito, il Centrosinistra tentenna ancora alle prese con la formazione della coalizione.
Centrosinistra: arriva il patto fra Calenda e il Partito Democratico
La grande notizia della settimana è indubbiamente l’ingresso di Azione di Carlo Calenda e di +Europa nella coalizione di Centrosinistra. Una trattativa lunga, travagliata, che però si è conclusa con la sottoscrizione di un accordo fra Letta e Calenda.
Un accordo molto particolare che non si rivolge a tutto il Centrosinistra ma unicamente al Partito Democratico con il quale Calenda stringe un patto sia politico che elettorale.
Nell’accordo si legge che le due forze concordano sulla prosecuzione dell’agenda Draghi, sulla necessità di diversificare l’approvvigionamento energetico tramite l’utilizzo di rigassificatori, sul salario minimo così come lo prevede l’Unione Europea, sui diritti civili e sul non aumento della pressione fiscale.
Un allargamento a destra a cui Letta dà il 30% delle candidature nei collegi uninominali sulle quali Calenda ha spuntato che non vengano piazzati transfughi del Movimento Cinque Stelle e di Forza Italia. Mossa fra l’altro che gli impedisce di candidare Gelmini e Carfagna perchè, talmente è il desiderio di ostacolare gli ex Cinque Stelle, che si è dimenticato come Azione stessa abbia introiettato dei transfughi.
A parte questa svista l’entrata di Calenda nel Centrosinistra sembra essere tutta a favore di Azione. Infatti il partito di Calenda guadagna il piazzamento nel 30% di collegi uninominali, sposta al centro la linea politica e stronca l’unica idea lanciata da Letta finora: la dote ai diciottenni da finanziare con la tassa di successione.
Azione di Calenda fa scappare Verdi e Sinistra Italiana
È inutile girarci intorno: è evidente come l’accordo Azione-PD abbia spostato la coalizione radicalmente al Centro. Lo dice espressamente l’accordo fra Calenda e Letta mettendo sul piatto temi che alla Sinistra non vanno bene. Prima di tutto c’è lo spauracchio dell’agenda Draghi che suona escludente per chi, come Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, ha votato sempre in opposizione a Draghi. A questo si somma l’approccio diverso alla questione ecologica e ambientale.
Ma poi a fare irrigidire Sinistra Italiana e Verdi rispetto ad un Centrosinistra a trazione calendianna è anche l’atteggiamento del leader di Azione.
Infatti Calenda non più di una settimana fa aveva dichiarato di essere indisponibile ad un Centrosinistra con le “frattaglie di Sinistra”. É evidente come il patto Letta-Calenda irrigidisca chi si sente aggredito dalle parole del leader di Azione. Nonché un’esclusione di fatto da un ipotetico accordo di governo.
Insomma, tutto fa pensare ad un’uscita della lista Verdi e Sinistra Italiana. Eventualità che suonerebbe come un timbro sulla prospettiva centrista del Centrosinistra.
Al campo larghissimo del Centrosinistra manca solo Matteo Renzi
Ormai è evidente il posizionamento del Centrosinistra in vista delle elezioni del 25 settembre. È stato proprio Letta a fare sapere come il coinvolgimento di Calenda sia utile a intercettare i voti di centrodestra.
A questo punto la domanda che sorge spontanea è quando Italia Viva si convincerà ad unirsi a Letta e Calenda. Finora Renzi tiene il punto del terzo polo ma rischia di ritrovarsi davvero da solo e con poche probabilità di elezione.
Cosa che, se affiancasse Calenda nel centralizzare il Centrosinistra, potrebbe cambiare di molto. Innanzitutto avrebbe più probabilità di ottenere dei seggi per Italia Viva, ma ancora meglio: potrebbe realizzare la prospettiva politica che lo accomuna al leader di Azione: produrre uno stallo e le condizioni per un governo Draghi bis.
Ad oggi questo scenario appare improbabile. La campagna elettorale però è appena iniziata e c’è ancora tempo per nuovi accordi.