Caro Lucio, oggi ti scrivo io
Oggi, 4 marzo, Lucio Dalla avrebbe compiuto gli anni. Sono moltissimi gli articoli di giornale che hanno celebrato Lucio per le sue doti canore e per la sua penna visionaria. Ce ne sono così tanti che forse non ha nemmeno senso stare qui a ripetere le stesse cose. Per questo motivo, vogliate scusarmi, non farò alcuna analisi: sono qui per celebrare un artista meraviglioso raccontandovi di come la sua musica abbia accompagnato la mia vita.
Famiglia
Ho conosciuto Lucio Dalla da piccolina, attraverso la voce della mia mamma che cantava commuovendosi “te vojo bene assaje, ma tanto tanto bene sai…”. Ho iniziato a incuriosirmene da più grande, quando babbo cantava ridendo “Disperato erotico stomp” mentre mettevamo tutti insieme a posto la cucina, per rendere il lavoro più leggero o semplicemente perché ridere tutti assieme fa bene all’anima. La mia curiosità è cresciuta col tempo: ho iniziato a vedere Lucio non più come una melodia di sottofondo, ma come il genio visionario che è stato. Infine, ho trovato in lui un amico. Nel corso degli anni Lucio è stato per me una carezza sulla testa quando andava tutto male e un abbraccio caldo quando mi sentivo felice e realizzata.
Amore
Lucio Dalla mi ha accompagnato alla scoperta dell’amore. Mi ha fatto sentire sulla pelle quanto fa male amare e non essere ricambiati. Essere lacerati dentro ma sorridere, “senza far finta di dormire con la tua guancia sulla mia, sapere invece che domani ciao, come stai, una pacca sulla spalla e via”. A piangere sotto la doccia cantando “Quale Allegria” c’era anche Lucio insieme a me.
Una sera in macchina, una persona mi ha fatto ascoltare “E non andar più via”, un grido disperato di paura e amore. L’abbiamo cantata in ogni luogo che abbiamo visto insieme, per poi capire che a volte, anche se non si vuole, è necessario perdersi. Lucio mi ha spiegato che capita che per notti, mesi, anni si possa pensare di non potersi innamorare mai più, e mi ha sussurrato “Apriti cuore” allo sfinimento all’orecchio: qualche anno dopo, sulle note di “Chissà se lo sai”, mi preparavo per l’appuntamento con chi il cuore me l’ha aperto davvero. E ora me lo chiedo sempre, “chissà come era la terra prima che ci fosse l’amore”. E chissà se lo sai Lucio, di aver fatto accadere un piccolo miracolo.
Coraggio
Lucio mi ha confermato che davanti alle ingiustizie ci si deve ribellare con coraggio. Un giorno, su un treno pieno, una signora ha messo la borsa su un sedile libero per non far sedere un ragazzo nero. Gli ho ceduto il posto e sono scappata piangendo, sentendomi però uno dei pesci protagonisti di “Com’è profondo il mare”.
Fiducia
Infine, Lucio mi ha mostrato l’importanza della fiducia. Gli innamorati protagonisti di “Futura” sono separati dal Muro di Berlino, ma questo non gli impedisce di sperare in un futuro migliore insieme: “aspettiamo che ritorni la luce / aspettiamo senza avere paura domani”.
La stessa fiducia me l’ha infusa con “Balla balla ballerino”. Ognuno di noi è il ballerino a cui Lucio Dalla dedica questo brano eterno, con cui ci ricorda l’importanza di continuare, non importa cosa. Il testo non è solo un mucchio di belle parole: è ciò che ti direbbe un amico saggio quando ti perdi e non hai più motivi per costruire o trovare nuovi sentieri. È un potente promemoria: “prendi il cielo con le mani, vola in alto più degli aereoplani, non fermarti”.
Lucio mi ha tenuto la mano nei momenti più belli, in quelli più importanti e in quelli che ti spaventano così tanto da toglierti la terra sotto i piedi. Buon compleanno, amico mio.