Utilizzando occhiali iperbolici troviamo la ragione della crisi di governo in atto. Il segreto è non confondere l’Italia con il resto del mondo.
“Nessuno si salva da solo” recita una frase risuonata molte volte in questo anno difficile. Non è però il caso di Conte che si trova a dover scongiurare la caduta del governo che continua a offuscare il futuro dell’Italia.
Se utilizzassimo la metafora della corda potremmo dire che il governo Conte è una corda che vibra tanto è tesa. Si intravedono i fili del tessuto di cui è composta. E l’unico in grado di distendere la crisi di governo è proprio Conte.
La miccia d’innesco della crisi è infatti la task force voluta da Conte per gestire le risorse del Recovery Fund. Una scelta che oscura completamente i leader politici facendo però ricadere la responsabilità politica su di essi. Questa è la grande preoccupazione che attanaglia la maggioranza la quale, per esprimerla, ha usato l’unico kamikaze sulla piazza: colui che se per unto di individualismo non ha problemi nel fare dichiarazioni forti.
La forza dell’accusa a Conte sta proprio nel gioco delle parti. Nessuno sta smentendo Matteo Renzi; anzi, i due terzi della maggioranza stanno ribadendo il concetto con altre parole. Sembra che non sia servito neanche lo stralcio del Recovery plan dalla legge di bilancio. Lo spettro della caduta del governo esiste ancora. L’unica soluzione è mandare a casa i tecnici e riversare tutta la questione sulle forze politiche. Questo però lo può fare solo Conte effettuando una retromarcia rispetto ai propri desideri.
Molti pensano che quella di Matteo Renzi sia la solita scenata per catalizzare su di sé i riflettori e le telecamere. La domanda che ci si pone è: che vantaggio trarrebbe il leader della zoppicante Italia Viva dalle urne a cui potrebbe portare la caduta del governo? Per trovare una risposta alternativa a quella apparentemente immediata dobbiamo utilizzare occhiali iperbolici. In fondo l’Italia non ha eguali in nessuno dei suoi settori; quindi usare gli standard politici degli altri Paesi per analizzare la nostra scena politica ci porterebbe fuoristrada. Pensiamo solo all’ultimo intervento della cancelliera tedesca. Qui sarebbe cominciata la conquista di Roma da parte dei governatori che non hanno compreso ancora il loro ruolo.
Indossando i nostri occhiali iperbolici vediamo uno spazio politico deserto nel quale Matteo Renzi potrebbe incastrarsi come l’ultima vite del comò Ikea: ovvero Forza Italia. Partito ormai ridotto all’osso e con un leader alla ricerca di un degno successore. E quale migliore personalità se non Matteo Renzi che da egli ha preso le mosse tanto da stringerci il patto del Nazzareno?
Ci potrebbe essere un unico problema: avere come alleato il principale avversario. Ma siamo in Italia e qui un avversario politico può diventare alleato in un batter d’occhio: basta trovare il minimo comun nemico.
Ricerca tutt’altro che complicata: Renzi e Salvini nutrono lo stesso sentimento nei confronti di una sola persona. Giuseppe Conte. Matteo Salvini perché si trova all’opposizione, e Renzi perché gli fa ombra.
Dopo tanto vagare torniamo quindi all’assunto iniziale. Conte si può salvare solo da solo. Non può di certo contare su una maggioranza diversa perché non avrebbe le stampelle su cui appoggiarsi. Ha un’unica strada se vuole scongiurare una crisi di governo in un momento critico per il Paese: tornare sui suoi passi, smantellare la task force togliendo così ogni alibi. Sempre che non ce ne siano altri ben nascosti.
Federico Feliziani
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