Musei e gallerie chiuse? No problem: le mostre d’arte le facciamo al supermercato.
È questa la risposta della città di Napoli all’inammissibile blocco della cultura che continua da più di un anno. Il progetto si intitola, didascalicamente, Aggiungi al carrello, ed è stato promosso dal gallerista napoletano Luigi Solito e da Antonella Polito, socia del supermercato, con la curatela di Carla Travierso. Il magazzino che ha accettato di esporre arte contemporanea tra i propri corridoi e scaffali è invece Gourmeet | Sapori e Dintorni. Tra pasta, pesce e prosciutti, una mostra che ha al contempo molto da dire e molte critiche da sferrare.
Arte e (super)mercato
Ad onor del vero, quella napoletana non è stata la prima iniziativa di questo genere. Già lo scorso giugno l’artista siciliana Giuseppina Giordano aveva lanciato il progetto #10cents – ART AT THE SUPERMARKET. Gli scaffali della città di Mazara del Vallo si riempirono di vere e proprie opere d’arte, mentre le voci e le parole di critici e curatori riecheggiavano in filodiffusione in tutto il negozio.
L’intento era chiaro: avvicinare l’arte contemporanea, spesso ritenuta appannaggio dell’élite, alla quotidianità di ciascuno di noi, nessuno escluso – anche, perché no, per dare un nuovo volto a quell’azione quotidiana divenuta per mesi la nostra unica via d’uscita. Naturalmente, l’idea riprendeva anche la questione della crisi economica attraversata dagli artisti, che si sperava potesse terminare proprio la scorsa estate.
A distanza di quasi 360 giorni completi, l’iniziativa napoletana si presenta con un quid in più che la rende maggiormente amara e calzante. Ovvero: la democrazia dell’educazione culturale completamente abbandonata a sé stessa e messa in secondo/terzo/ultimo piano nelle politiche di gestione e ripartenza della pandemia; l’altra faccia, speculare, di un mercato che non ha badato a spese, alimentando un circuito milionario che ha arricchito sempre e solo gli stessi artisti, gli stessi collezionisti, gli stessi enti battitori. Questa situazione paradossale, che vede contrapporsi la crisi del settore dell’arte all’inenarrabile disponibilità finanziaria di alcuni – perfettamente esemplificata dal caso Beeple -, è la vera croce e delizia del mondo dell’arte del nostro secolo. La pandemia non ha fatto che svelare l’iceberg sommerso di cui noi osservavamo da tempo solamente la punta: il problema legato all’arte come merce e al suo valore, monetario e morale, nella società e nella vita del singolo.
Ecco perché, tra critica e affermazione, Aggiungi al Carrello ci piace così tanto e appare estremamente interessante. Innanzitutto perché parte dal concetto fondamentale dell’arte come nutrimento dell’anima, e lo declina nella sua forma più naturale e più forte. Poi, è allestita in un supermercato gourmet, in cui si ritrovano prodotti spesso curati nell’estetica come veri e propri oggetti d’arte. Ma soprattutto, l’arte in mostra al supermercato ci piace perché, come fa presente Emanuele Leone Emblema, «c’è poi tanta differenza tra un appassionato collezionista d’arte e la scaltra casalinga che fa la spesa? In fondo è tutta questione di capacità, discernimento, esperienza sul campo, velocità d’occhio e d’azione. Si ragiona per piani di investimento a medio-breve termine. A volte si tratta di lunga conservazione. Ma alla fine, ti porti sempre a casa il pezzo che mancava in quella fantastica Wunderkammer domestica, che per convenzione linguistica, chiamiamo frigorifero».
Dunque, questa mostra poteva essere fatta anche in tempi pre-pandemia? Certo che sì. Ma non avrebbe sprigionato al meglio tutto il suo carico polemico, che oggi, con i musei a porte chiuse, scuote tutte le coscienze sul problema culturale latente della politica italiana.
Aggiungi al carrello: gli artisti in mostra
La mostra d’arte al supermercato Gourmeet è stata inaugurata ad inizio mese e si concluderà il 18 aprile. Vorrà dire che, fino a quel giorno, potrete passeggiare e imbattervi in un cubo sospeso di Francesca Matarazzo, riportante il testo dell’articolo 32 della Costituzione italiana; o nel calco in gesso con un solo capezzolo, di Christian Leperino. Potrete trovare opere con chiari riferimenti al cibo – come il Cavolo nel polmone di Laura Niola, nel reparto biscotti; o la scultura in chewing-gum di Maurizio Savini, sul banco pescheria. Infine, alle casse, vi potrete imbattere in un Mendoza.
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Prestate attenzione: le opere si mimetizzano perfettamente con la merce. Qui sta il bello del fare arte, di fare le mostre – e di fare la spesa, in questi tempi bui.
“Aggiungi al carrello” – a cura di Luigi Solito e Carla Travierso
Gourmeet | Sapori & Dintorni, via Alabardieri 8
Napoli