Il giorno più atteso di questo 2020 è arrivato: il 18 maggio, la fatidica ripartenza della fase 2. Molte attività si sono attrezzate per ricominciare in tutta sicurezza e, come previsto da decreto, anche i musei, le biblioteche e i luoghi di cultura potranno riaprire le loro porte al pubblico.
Pronti oppure no, quella di oggi è ad ogni modo una data da festeggiare per tutti i musei, non solo italiani. Grazie all’International Museum Day, istituito dall’ICOM, il 18 maggio di ogni anno si ricorda e si festeggia il ruolo di promotore sociale che ogni istituto di cultura porta con sé. E le adesioni e le iniziative, nonostante la pandemia, sono state molteplici.
L’International Museum Day (IMD)
L’International Museum Day fu istituito nel 1977 per sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo delle istituzioni d’arte nello sviluppo della società. È proprio questo l’obiettivo che persegue l’ICOM (International Council of Museums), da quando nacque a Parigi nel 1946: da allora, la manifestazione è cresciuta sempre di più, fino a raggiungere numeri record lo scorso anno (circa 55.000 musei che hanno ospitato eventi in circa 150 Paesi).
Questa giornata può dirsi una vera e propria festa a tema: ogni anno l’ICOM sceglie un argomento su cui i musei possono sviluppare incontri ed iniziative, nonché riflettere sulla loro posizione. Il tema dell’edizione 2020 pone la questione sull’eguaglianza, culturale e sociale, sulla diversità e l’inclusione.
L’International Museum Day 2020: temi ed iniziative
Le tematiche affrontate durante questa giornata sono sempre molto all’insegna dell’innovazione – aspetto che in molti musei, soprattutto della nostra penisola, manca disperatamente. Che si sia attori attivi nelle comunità di riferimento (edizione 2019) o pionieri di nuovi approcci di iperconnettività con il pubblico (2018), traspare sempre la fondamentalità del ruolo sociale e di cambiamento che il museo deve attuare in sé e nella comunità. Un evento che, insomma, ci fa riflettere su quanto il museo oggigiorno sia ben lontano dall’essere una fredda entità morta e senza vita, e per questo di scarso interesse.
«Con il tema di quest’anno, la Giornata Internazionale dei Musei 2020 si propone come punto di incontro non solo per celebrare la diversità di prospettive di cui le comunità e il personale dei musei sono portatori, ma per promuovere strumenti in grado di riconoscere e superare i pregiudizi alla base delle scelte di cosa esporre e di quali storie raccontare». Così sottolinea ICOM Italia che, per l’occasione, ha organizzato un seminario in diretta streaming, a cui si può accedere iscrivendosi sul portale ufficiale dell’iniziativa.
Ovviamente non finisce qui: la città di Parma, fresca di proroga del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2021, ha lanciato l’open call “Cultura per tutti, cultura di tutti”, in programma oggi in diretta streaming sul sito parma2020.it. Il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, invece, pubblicherà online un video in cui verranno raccontati, attraverso i reperti della collezione, alcuni momenti storici in cui si è realizzata l’inclusione e l’integrazione tra culture differenti. Tante altre iniziative, anche d’oltralpe, possono essere scoperte e seguite attraverso l’hashtag #IMD2020.
Riapriamo, innovandoci
Le domande di fondo dell’International Museum Day di quest’anno cadono a pennello. Ogni museo è invitato ad interrogarsi su quanto sia consapevole delle diseguaglianza e dell’inclusione, ed eventualmente cosa abbia messo (o ha in programma di mettere) in atto per incidere positivamente al riguardo. Cosa è stato fatto – o si può fare concretamente – per raggiungere pubblici impossibilitati alla fruizione culturale (come nel caso dei detenuti)? In che modo si possono costruire ideali democratici e narrazioni condivise e rappresentative?
È chiaro perché queste domande siano calzanti. Nel difficile clima politico e sociale che si sta vivendo, dove razzismo e diseguaglianze stanno riemergendo in un perfetto ricorso storico, l’istituzione culturale ricopre – oggi più che mai – un ruolo delicato che, se ben assolto, potrebbe portare a una positiva consapevolezza nella popolazione. Cerchiamo perciò di ripartire insieme, ma rinnovandoci, guardando al nostro tempo e ponendo chiavi di letture idonee, che la cultura può aiutarci a dare.