Era da tanto che non si sentiva parlare di sostenibilità. La nostra attenzione è ormai focalizzata su un solo ed unico argomento: il coronavirus. Greta Thunberg e i Fridays for future sembrano un lontano ricordo, e sicuramente tra voi c’è anche chi ne fa volentieri a meno. E specialmente in questi giorni dov’è la natura a fare da padrona mentre gli uomini osservano inermi dalle loro case, non sembra ci sia la necessità di parlare di sostenibilità. Ed è qui lo sbaglio, perché la sostenibilità non va in quarantena. Covid o meno, stiamo ancora vivendo un momento storico in cui non possiamo dimenticarci del pianeta, soprattutto adesso che abbiamo avuto prova tangibile della nostra fragilità di fronte a emergenze che non possiamo controllare. E allora la domanda sorge spontanea: si può essere sostenibili in quarantena?
Carrello sostenibile
Fare la spesa è diventato ancora più stressante, specialmente alle prese con guanti e mascherine. E se si aggiungono anche le file chilometriche fuori dal supermercato, essere sostenibili è l’ultima cosa a cui pensiamo poiché la paura del contagio viene prima. E quindi riempiamo i carrelli di prodotti confezionati e ultra imballati perché i primi che ci capitano a tiro.
Ma un’alternativa c’è: i venditori locali. Si tratta di spendere qualche soldo in più ma con la garanzia che i prodotti che ci arrivano sono freschi e locali e soprattutto ci vengono portati direttamente a casa. Se provate a dare un’occhiata scoprirete un mondo di piccoli venditori che svolgono questo tipo di attività, e così facendo non state solo aiutando l’ambiente, ma anche l’economia del paese, sostenendo chi è più in difficoltà.
Armadio sostenibile
Ma sostenibilità non significa solo più attenzione nel carrello, ma anche rinunciare alle spese inutili, come ad esempio lo shopping online. È vero, è molto comodo per noi consumatori che non abbiamo voglia di uscire di casa e rischiare il contagio ma: 1) a cosa ci servono i vestiti nuovi se non possiamo uscire e passiamo il resto del tempo in pigiama? 2) rischiamo di mettere in pericolo la salute di molti lavoratori, siccome molte aziende non hanno preso misure adeguate per la loro protezione. È il caso dei corrieri che di certo non hanno chiesto loro di ritrovarsi ancora per le strade a consegnare pacchi.
Non ha forse più senso cogliere la palla al balzo e evitare per qualche settimana di contribuire alla produzione di innumerevoli imballaggi di plastica e di carta?
Maggiore consapevolezza, ma senza colpevolizzarsi
È importante cercare di essere sostenibili in quarantena, ma per forza di cose non potremo esserlo al 100%. E questo va più che bene. Non sentiamoci in colpa se compriamo la confezione di verdure congelate, o se siamo costretti a comprare la frutta negli imballaggi di plastica piuttosto che nei sacchetti biodegradabili. È importante salvaguardare la propria salute anche a costo di commettere qualche errore a livello di sostenibilità.
L’importante è fare tesoro della lezione che implicitamente ci viene insegnata: evitare di sprecare il cibo, comprare solo ciò che è necessario, e prima di andare a fare la spesa una seconda volta è bene finire tutto quello che abbiamo nel frigo. Inconsapevolmente stiamo tutti contribuendo, o almeno più di quanto è stato fatto in passato, quindi cerchiamo di continuare così.